Archivio mensile:agosto 2012
iNudisti ai media italiani
Da una bellissima e preziosissima collaborazione tra gli amministratori e gli utenti del sito de iNudisti è nata questa importante iniziativa: una lettera aperta ai Direttori dei principali media italiani, perlomeno a quelli di cui s’è riusciti a trovare un contatto. Inutile ogni altra prefazione, la lettera stessa spiega tutto, per cui bando alle ciance ed eccovi il testo della lettera.
Ah, solo una cosa: a poche ore dall’invio già arrivano i primi positivi riscontri!
Egr. Sig. Direttore,
in qualità di amministratori di una grossa comunità Internet, siamo a scriverle poiché, dopo molti anni di silenzio, vari media italiani hanno ripreso a parlare, spesso in modo inopportuno e distorto, di un argomento che ci riguarda molto da vicino, un argomento invero non così complesso e difficile da comprendere, uno stile di vita assolutamente normale e naturale.
Ultimamente, poi, la nostra comunità e il nostro sito sono stati impropriamente citati, additandoli in modo che ci offende, così come offende tutti i nostri utenti, e non ci può lasciare indifferenti. Amanti dell’informazione precisa e puntuale, ci siamo pertanto sentiti in dovere di scrivere, con la collaborazione di alcuni dei nostri più affezionati utenti, questa lettera, che è anche un articolo di chiarimento, e inviarla ai principali media italiani con preghiera di pubblicazione.
Iniziamo con il chiarire cosa siano il nostro sito e la nostra comunità.
Trattasi del più grande sito web di naturismo e nudismo in Italia, il più quotato in Italia dai ranking Alexa e tra i più quotati nel mondo. Sette ambienti, tredici sezioni, quarantaquattro forum, qualche centinaio di pagine, circa quarantamila iscritti, quasi un milione di accessi al mese. I nudisti e i naturisti italiani che praticano in maniera continuativa si stimano in circa due milioni di persone e recenti statistiche, effettuate anche fuori dall’ambito nudista, evidenziano che l’80% della popolazione italiana non è affatto turbata da questa pratica, anzi moltissimi sono coloro che, in una qualche occasione, specie durante viaggi all’estero, si sono messi nudi per prendere il sole. Dati, questi, che fanno capire come l’argomento “nudismo” non sia di nicchia, ma possa al contrario coinvolgere molti lettori.
Ciò che caratterizza tutte queste persone è il mero desiderio di star nudi: da soli come in compagnia, in casa come all’aperto, nello sport come nel relax. La nudità è indubbiamente benefica sia per la salute fisica che per quella psicologica; la nudità, come dimostrano alcuni studi effettuati negli USA, è uno strumento educativo molto efficace sia per gli adulti che per giovani, ragazzi e bambini; la nudità è un modo per essere ecologici. Si tratta, quindi, di vivere normalmente, privi si di vestiario, ma senza per questo commettere azioni contrarie alla morale comune.
Purtroppo le notizie giornalistiche riferite ai nudisti, ai naturisti e al nostro sito sono spesso associate a depravazione, deviazioni sessuali ed esibizionismo. In verità il nudismo, il naturismo e il nostro sito prendono le distanze da tali comportamenti, comportamenti che non sono minimamente contemplati nel nostro stile di vita, ne sono in linea con la relativa filosofia. Chi li persegue viene conseguentemente segnalato e pesantemente redarguito, quando non addirittura cacciato, tanto nel nostro sito quanto nei luoghi naturisti e nudisti. Non rinneghiamo la sessualità delle persone, ma non accettiamo che la stessa si esplichi pubblicamente, come non accettiamo che il nudismo, invece che fine diventi il mezzo per la ricerca di prestazioni sessuali. Quanto spesso viene scritto sul mondo nudo-naturista è per noi, quindi, fonte di stupore, dispiacere e talvolta sdegno, ma non per questo rifiutiamo il dialogo civile, la necessità di un confronto ai fini della comprensione e del buon senso.
Noi amministratori e noi utenti del sito e del forum de iNudisti ci reputiamo persone del tutto normali e ci teniamo a non confondere il semplice nudo, condizione comune alla nascita, con tutto ciò che si leghi alle pratiche sessuali o, peggio, alla pornografia. E’ questo il più tipico dei preconcetti che emergono normalmente in una conversazione sul nudismo, mentre, come già detto, noi siamo assolutamente contrari a ogni forma di esibizionismo, sia individuale che di gruppo, e prendiamo le distanze da ogni sorta di manifestazione che, palesemente o nascostamente, significhi irrisione delle più elementari norme di convivenza ed educazione.
Non facciamo distinzioni: l’essere umano, uomo, donna o bambino, ha pari dignità quale che sia la sua scelta di vestirsi o meno. Da nudi educhiamo noi stessi e i nostri figli a comportarsi con la stessa naturalezza che si assumerebbe da vestiti, nel contempo, però, non perdiamo di vista quanto di buono si sia potuto apprendere al di fuori del semplice istinto: nudismo, naturismo e stato naturale non significano spogliarsi del proprio bagaglio educativo per regredire a uno stato animalesco. Rispettando ogni diversità abbiamo trasceso il senso del giudizio nei confronti dell’aspetto fisico, dell’età, delle condizioni personali, sociali e culturali, anche spiritualmente non indossiamo né imponiamo ad altri la “maglia” di un colore piuttosto che quella di un altro. Ci limitiamo alla nudità, individuale e collettiva, come semplice libertà di essere e come elemento essenziale di un modo di vivere in armonia con la natura. Questo è ciò che propugna il movimento naturista allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente (si veda anche la definizione dell’International Naturist Federation, presentata al 14º Congresso Naturista Mondiale del 1974).
Innumerevoli sono le opportunità che il nostro Paese potrebbe offrire ai turisti amanti del nudismo, ma, al momento, vista la grave carenza di spiagge autorizzate o sulle quali il nudismo viene tollerato, molti nudisti italiani sono costretti a migrare, mentre molti di quelli stranieri evitano l’Italia, dirottando le loro preferenze verso paesi come Spagna (oltre duecento spiagge “nudiste” e tutte le altre sono “clothing optional”, dove, cioè, è del tutto indifferente portare o meno il costume da bagno), Francia, Croazia e Grecia dove il nudismo è assai più garantito se non addirittura legislativamente autorizzato (in Spagna e in Germania è possibile praticarlo anche nei luoghi pubblici urbani). Se consideriamo che mediamente un turista spende attorno ai 1000 euro a persona per ogni settimana nelle strutture attrezzate, la perdita per l’economia italiana non è affatto indifferente.
Pur senza nessun aiuto da parte delle istituzioni, anzi, spesso ostacolati, quotidianamente i nudisti lottano contro individui abbietti, individui con gravi deviazioni del comportamento sessuale e non sessuale, una legalizzazione del nudismo, eliminando la confusione ad oggi esistente, scinderebbe nettamente ciò che è nudismo da ciò che non lo è, contribuendo non poco a debellare questi malcostumi che, seppur presenti nella quasi totalità delle spiagge italiane, vengono confusi con il nudismo e a questo attribuiti.
Una legge che, come in Spagna, garantisca la libera pratica del nudismo è un diritto dei nudisti e un dovere delle istituzioni pubbliche, da un lato per l’esigenza di tutelare nudisti e non nudisti, dall’altro per garantire alle strutture turistiche l’accesso alle non indifferenti risorse economiche che verrebbero prodotte dal cospicuo incremento del turismo in Italia: molti vacanzieri d’Europa (e non solo) avrebbero un motivo in più per scegliere il Bel Paese.
Esponendo il nostro punto di vista non vogliamo imporre nulla a nessuno, ma vogliamo solo sensibilizzare l’opinione pubblica, farle conoscere più da vicino e con maggior precisione quella che è la nostra filosofia di vita, magari trovare uno o più referenti istituzionali che si assumano l’onere di legalizzare la pratica del nudismo. Ciò agevolerebbe chi come noi ritiene di esercitarla correttamente e, nel contempo, chi, talvolta per disinformazione, continua ad esserne ostile.
Gli amministratori e gli utenti de iNudisti
Confidando in un suo positivo riscontro, porgiamo i nostri più cordiali e distinti saluti e restiamo a sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Gli amministratori de iNudisti (www.inudisti.it)
Sull’originale della lettera seguone le firme degli stessi
Questi i media individuati e coinvolti
(in rigoroso ordine alfabetico)
ANSA
Beppe Grillo Blog
Bergamonews
BresciaOggi
Cairo Editore (BELL’ITALIA – BELL’EUROPA – AIRONE- IN VIAGGIO – NATURAL STYLE)
Corriere.it Brescia
Corriere della Sera
Cronache laiche
Dove
Eco di Bergamo
Eticamente.net Blog
Eurotravelnews
Famiglia Cristiana
FOCUS
Garda Notizie
Giornale del Garda
Giornale di Brescia
Giornale di Vimercate
GuidaViaggi/
Il Fatto Quotidiano
Il Gazzettino
Il Giorno
Il Messaggero
Il Resto del Carlino
Il Secolo XIX
Il Tirreno
Il Tirreno Firenze
Il Tirreno Livorno
In Camper
Itinerari e luoghi
L’Arena
La Gazzetta del Mezzogiorno
La Martesana
La Nazione
La Nuova Venezia
La Repubblica
La Tribuna di Treviso
L’Espresso
Lettera43
MB News
National Geographic
Partiamo – pare non avere un sito
Quotidiano.Net
Quotidiano di Puglia
Rivista dell’ADA
Senza Colonne
Striscia La Notizia
Studio Aperto
Teleturismo
TG RAI
TG RAI3
Turistica
Unione Sarda
Le ricette del “Cuoco Nudo”: persico sole in sughetto di birra
Ingredienti (per due persone)
8 persici sole da 200 grammi cadauno; 12 pomodori perini piccoli; 1/2 vasetto di capperi; 20 olive verdi denocciolate; il succo di mezzo limone; 1 bicchiere di birra chiara; 2 spicchi d’aglio; 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva; sale, pepe; peperoncino
Preparazione
Pulite e lavate il pesce; mondate l’aglio e tagliatelo grossolanamente; tagliate in quattro parti i pomodori; recuperate e mettete da parte la salamoia del mezzo vasetto di capperi.
Ponete l’olio e l’aglio in una largo tegame, mettetelo al fuoco e fate scaldare. Quando l’aglio inizia a sfrigolare, abbassate la fiamma e aggiungete i pomodori, mescolate un attimo e poi versate anche il succo di limone, mescolate ancora e, dopo un altro minuto, adagiatevi il pesce.
Lasciate soffriggere per un altro minuto poi salate e pepate, girate delicatamente il pesce, ancora un altro minuto, salate e pepate anche su quest’altro lato, aggiungete un pizzico di peperoncino, i capperi con la loro salamoia e le olive; coprite il tegame con un coperchio e lasciate cuocere per 3 minuti, poi girate i pesci e versate la birra, rimettete il coperchio e fate cuocere per altri 5 minuti.
Servite ben caldo accompagnando birra fresca.
Le ricette del “Cuoco Nudo”: la pasta del sole
Ingredienti (per quattro persone)
500g di pasta (tipo a piacere), 300 grammi di polpa di persico sole, 200 grammi di polpa di persico reale, 2 spicchi d’aglio, 1 limone, 1 cucchiaio abbondante di zenzero tritato (o in polvere), 6 pomodori perini, 2 bicchieri di vino bianco secco fermo, 2 bicchieri di olio extravergine di oliva, peperoncino, pepe, sale.
Preparazione
Grattugiate la buccia del limone, poi spremetene il succo. mondate l’aglio e tritatelo finemente. Tritate grossolanamente il peperoncino. Tritate finemente lo zenzero se avete quello fresco. Tagliate a rondelle un poco spesse il pomodoro, poi tagliate in due o quattro parti ogni rondella.
In un largo tegame versate l’olio di oliva, distribuite l’aglio e ponete a fuoco medio. Quando l’aglio inizia a sfrigolare abbassate la fiamma al minimo, aggiungete la polpa del pesce, salate e pepate, mescolate per bene e lasciate soffriggere finché la polpa del pesce è diventata completamente bianca. Ora versate il peperoncino e lo zenzero, mescolate ancora per bene. Aggiungete i pomodori, lasciate soffriggere ancora un minuto, versate il succo di limone e, dopo un altro minutino, il vino, mescolate, coprite con un coperchio e lasciate andare a fuoco basso per mezz’ora, controllando ogni tanto che il tutto non si asciughi troppo, se ciò avviene aggiungete un mezzo bicchiere di acqua tiepida.
Passata la mezz’ora, regolate ancora l’acqua del sugo e iniziate a cuocere la pasta. Due minuti prima del termine cottura della pasta (nel frattempo il sugo ha continuato a cuocere coperto, regolandone la densità mediante la stessa acqua di cottura della pasta), prelevate un ultimo mestolo di acqua di cottura della pasta e versatelo nel tegame del sugo, scolate la pasta e versatela nel sugo, aggiungete la buccia del limone grattugiata, mescolate bene e completate la cottura.
Servite ben caldo accompagnando con vino bianco secco fermo.
Nudità clandestina
- La sentenza della Corte di Cassazione 28990 del 18 luglio 2012 ricorda esser la nudità «idonea a creare turbamento» in bambini e adulti «non consenzienti» «in luoghi pubblici, o aperti o esposti al pubblico». Poiché l’argomento discriminante è la visibilità dell’“ultimo miglio”, si deduce che la nudità è tacitamente ammessa di notte. Non si ha notizia peraltro di multe per i “bagni di mezzanotte”.
Su barconi di fitti pensieri ho attraversato gran mare.
Miraggio: la mecca d’esser libero e nudo su spiagge e sentieri.
Ho lasciato il mio villaggio d’origine, un luogo dell’anima
che oramai m’era angusto: ognuno in sua cella, e non più.
Mill’altri mi facevan da grata, parenti ed amici, l’intero villaggio.
E sono scappato, ho attraversato il deserto di Libia: basilischi e scorpioni.
Ad ogni passo perdevo un legame, perdevo zavorra, mi facevo più forte.
Ebbro di me, formichina che va con in bocca il suo tozzo,
immenso di me, che cercavo altri lidi, altrove libertà… ed erano in me.
Mi bastava la luce del sole e la sabbia per dar spazio ai miei passi.
Son giunto al gran mare: l’acqua m’ha accolto e mi poteva annegare,
d’emozione ero gonfio di fiato, gli ansiti fitti mi tenevano a galla:
ero vivo, ero io, come non mai: ogni piccolo pezzo di carne era vivo.
E nuotavo sicuro verso i lidi d’Italia, libera e bella, verde ed azzurra.
Ma già mi sentivo di più: ero libero io, non perché era libera Italia.
Approdo finalmente su una spiaggia remota che chiaman Riace,
vedo due uomini, statuari di bronzo, perfetti, mi chiaman fratello.
Amiconi mi scherzano, che sono bronzé più di loro.
Hanno per casa un museo. Ogni tanto si senton chiamare,
si riprendon la carne ed escon di notte perché non hanno costume
(se ti vede una guardia, provi quanto sa di sale un’ammenda sul lito del mare).
Non hanno nulla di nulla, né denari né armi, son solo se stessi.
Vanno alla spiaggia a confortare quel naufrago appena approdato,
ancor sbalordito dal non vedersi vestito delle grate di casa.
Ora è qui la sua casa, lo sa, con gli amici di qui, antichi e cordiali, liberi e nudi.
Peccato si possa solo di notte, che nessuno ti veda, decenza non vuole.
Povera Italia, ancor carbonara, ancor clandestina,
che ancor oggi con sentenza matusa e bestina
pennin d’ermellini a una gogna pudica destina.
Le ricette del “Cuoco Nudo”: pesce in tre maniere
Ricetta un poco elaborata e che richide un po’ di tempo per essere preparata, ma di sicuro successo ed effetto. Per altro permette di apprezzare tre diverse tipologie di cottura e soddisfare ogni tipo di palato. Ovviamente invece di tre pesci diversi si può utilizzare un solo pesce di opportune dimensioni o quantità, in tal caso si consiglia di usare la tinca o il siluro (ma anche la carpa) che meglio si prestano a tutti e tre i tipi di cottura.
Ingredienti (per quattro persone)
1 tinca da 1kg, 1 luccio da 1kg, 2 persici reali da 400 grammi, 5kg di sale grosso (ma dipende dalla dimensione della pentola che verrà usata per la cottura in crosta di sale), 3 uova, 4 pani secchi, 4 grandi e belle foglie di lattuga, 1 arancia, 4 foglie di alloro, 3 spicchi d’aglio, 1 ciuffo di prezzemolo, 5 foglie di erba cipollina, 3 foglie di mentuccia, olio extravergine di oliva, sale, pepe.
Preparazione
Pulire e lavare il pesce. Ricavare dalla tinca quattro tranci di grosso spessore ( 4 centimetri). Dal luccio ricavare, invece, quattro tranci di medio spessore (2 centimetri). Dai persici reali ricavare quattro sottili filetti.
I tranci grossi farli cuocere in crosta di sale… Coprire il fondo di una pescera con due centimetri di sale grosso, adagiarci sopra due foglie d’alloro e sopra a queste i tranci di pesce facendo in modo che non tocchino i brodi della pentola, altre due foglie d’alloro sopra il pesce poi coprire completamente con altro sale grosso (altri due centimetri sopra il pesce); mettere in forno già caldo a 220°C per una mezz’ora, lasciare raffreddare poi rovesciare la pesciera, liberare il pesce dal sale e metterlo da parte.
I tranci medi frali cuocere sulle brace… Preparare un battuto di aglio e prezzemolo, in una terrina piatta versare un bel po’ di olio extravergine di oliva, aggiungere il battuto, sale e pepe a piacere e lasciare insaporire per 15 minuti poi aggiungere i tranci di pesce, mettere in frigorifero per 12 ore; passato questo tempo togliere i tranci di pesce dall’infusione e metterli a scolare (non asciugarli con carta o altro, lasciali solo sgocciolare per bene); nel frattempo preparare le braci (il braciere deve permettere di tenere la carne ad almeno 30 centimetri dalle braci, meglio ancora se si può usufruire di quei bracieri che permettono di tenere le braci dietro e la carne davanti invece che sopra) e mettere a cuocere il pesce; prima di girarlo lasciare che la parte superiore diventi bianca (ma fare attenzione che sotto non bruci, se le braci fiammano gettarci sopra del sale fino per spegnere le fiamme); anche qui una mezz’ora di cottura dovrebbe essere più che sufficiente, poi mettere da parte.
I filetti sottili si fanno fritti… In un piatto rompere le uova intere, aggiungerci un pizzico di sale e sbatterle con i rebbi di una forchetta per ben amalgamare il tuorlo con l’albume; in un foglio di carta da forno versare abbondante pane secco grattugiato, passare le fette di pesce nell’uovo, poi nel pane, quindi ancora nell’uovo e nuovamente nel pane (doppia impanatura); in un’ampia padella versare due dita d’olio extravergine d’oliva, adagiarci uno spicchio d’aglio intero (meglio se in camicia, cioè non mondato dalla sua pellicina), quando l’aglio inizia a sfrigolare (fare piccole bollicine), adagiare anche le fette di pesce, lasciare indorare per bene sotto e imbiancare sopra e poi delicatamente girarle a completare la cottura (quindici minuti circa).
Preparare dei piatti scaldandoli, contemporaneamente riscaldare in forno o nel microonde anche i tranci di pesce, porre nei piatti una bella foglia di lattuga (o altra insalata a foglia larga), versare tre gocce di succo d’arancia, adagiare sopra la foglia d’insalata un trancio per tipo (sotto quello alla brace, in mezzo quello al sale e sopra quello fritto) sfalsandoli tra loro di modo che siano ben visibili tutti e tre, spruzzare il tutto con qualche goccia di succo d’arancia, decorare con pezzettini di erba cipollina, mentuccia e striscioline di buccia d’arancia e servire accompagnando con vino bianco secco mosso o, meglio ancora, del brut di Franciacorta.
Calendario venatorio
Ci risiamo! I cacciatori diventano padroni delle campagne e dei boschi per cinque giorni su sette la settimana.
Ufficialmente (calendario venatorio della Lombardia 2012-2013) la caccia comincerà la terza domenica di settembre (il giorno 16) e l’addestramento cani 30 giorni prima, cioè domani.
La maggior parte di noi lavora e ci rimane libero solo il fine settimana, ma non possiamo uscire perché ci sono i cacciatori. Ci rimane il martedì e il venerdì…
Pagherei volentieri anch’io una “licenza” allo Stato, pur di muovermi libero, entrare nei fondi altrui non recintati… Si possono contrattare le modalità. A mo’ di esempio: “tenuta libera” da 300 metri dei centri abitati, su strade non asfaltate, sentieri, boschi, prati, lungo i margini delle coltivazioni…
Voglio solo girovagare, come più mi piace, non reco danno ad altre persone, ad animali, piante, coltivazioni.
Scusate… Devo aver sbagliato un po’ di cose. Sto chiedendo che lo Stato mi difenda in deroga alle proprie leggi (art 726 del codice penale): non lo farà mai. Mi rendo anche conto che sto chiedendo una protezione di tipo mafioso… forse passa. 🙂
Diritti all’asta!
Qualcuno mi sa dire qual è il fondamento (il danno ad altri) su cui poggia l’articolo?
Mi trasformo in cane segugio e vado a rileggermi l’articolo:
- è stato approvato con Regio decreto del 10 ottobre 1930, n. 1398
- l’’art. 18, L. 25.06.1999, n. 205 Delega al Governo per la depenalizzazione dei reati minori e modifiche al sistema penale e tributario (G.U. 28.06.1999, n. 149) ha abrogato il secondo comma: «Soggiace all’ammenda fino a lire centomila chi in un luogo pubblico o aperto al pubblico usa linguaggio contrario alla pubblica decenza.»
Il Legislatore constata che dire parolacce ormai è d’uso comune e cancella il reato. Non vede o non vuole vedere che insieme è cambiata in generale anche la percezione di “pubblica decenza”.
Concludo:
- udire è meno grave che vedere
- vedere tramite i media è espressione, è meno grave e conturbante che vedere dal vivo
- basta una leggina per cambiare un articolo del codice penale
- dobbiamo renderci molto più visibili, affinché il Legislatore si accorga di noi: “non sempre, ma sempre più spesso”; perché si renda conto che qualcosa in 80 anni è cambiato e soprattutto che non facciamo del male a nessuno (neminem laedere), né fra di noi, né coi malcapitati che incontriamo.
A questo proposito mi viene in mente un modo dire calabrese (non sono certissimo della grafia):
Son’ i’ can’ i’ Renz’, così son’ e penz’ (Sono il cane di Renzo, così sono – così penso). Cioè che gli altri ci vedranno come voglion vederci, pensando che noi facciamo quel che loro farebbero al nostro posto.
Più visibili vuol dire perciò farci conoscere per quel che realmente siamo, persone tranquille, rispettose e civili; che tocca a noi smentire i mille pregiudizi, sbugiardare le proiezioni maligne/maliziose/malate. Nessun altro lo farà per noi.
Riconsiderando il punto 2, mi vien da pensare che la “differita” mediatica è più controllabile che un incontro inatteso ad un angolo di un sentiero (qualcuno potrebbe morire d’infarto); che lo Stato si fa paladino della sensibilità ferita della maggioranza. È una sfida democratica salvaguardare le minoranze, o ho capito male? Ok, non siam l’Alto Adige / Südtirol.
Uno slogan? Liberi e nudi sui tutti i sentieri.
Altitudini – Blogger Contest 2012
Ti piace andare in montagna e ti piace scrivere, magari hai anche un blog sul tema! Partecipa al Blogger Contest 2012 promosso dal blog Altitudini, piattaforma per raccontare e discutere di montagna e alpinismo nelle Dolomiti e non solo, potresti vincere dei bellissimi premi o, comunque, far pubblicità al tuo blog.
Tutte le informazioni sul blog di Altitudini, qui ci limitiamo ad evidenziare, cosa importante e interessante in una società di lupi in cui spesso i concorsi sono solo dei paraventi all’impossessamento della proprietà di materiali artistici e letterari, che gli elaborati e le foto allegate resteranno di vostra proprietà, ad Altidudine darete solo il diritto d’uso con citazione del vostro nome…
Estratto dal regolamento
Art. 5 – Diritti d’autore e tutela della privacy
Tutte le opere partecipanti al concorso (testi, foto e video) rimarranno di proprietà dell’autore. Gli autori si impegnano a riconoscere a Le Dolomiti Bellunesi, senza pretendere compensi, i diritti di riproduzione, pubblicazione su libri, cataloghi, siti internet, ecc, e quant’altro ritenuto idoneo alle finalità all’Art. 1, con il solo obbligo di citare l’autore.
Clicca sulla locandina per accedere alla pagina del concorso.
Le ricette del “Cuoco Nudo”: insalata secca di tinca
Ingredienti (per 4 persone)
1 tinca da 2kg, 100g di noci sgusciate, 100g di mandorle sgusciate, 100g di pinoli o pistacchi non salati sgusciati, 3 o 4 cucchiaini di zenzero fresco macinato al momento (o in polvere), 1 limone, sale, olio extravergine di oliva
Preparazione
Pulite, lavate e fate asciugare la tinca, se necessario tagliate la testa e la coda.
Prendete una grossa pentola per la cottura al vapore, oppure una pesciera tenendo sollevata la fondo l’apposita griglia mediate due spiedini metallici; sul fondo versate due dita d’acqua e adagiate la tinca sull’apposito piano che la tiene sollevata dall’acqua e coprite con un coperchio. Mettete al fuoco e fate cuocere per circa 30 minuti a fiamma moderata. Poi lasciate raffreddare il pesce senza toglierlo dalla pentola.
Intanto che il pesce si raffredda tritate, non troppo finemente, la frutta secca. Spolpate minuziosamente la tinca, facendo ben attenzione a rimuovere tutte le lischette, specie quelle a Y che sono molto insidiose; non fidatevi del solo tatto, ma osservate con cura i pezzettini di polpa, più li fate piccoli meno rischiate di lasciare lische, ma non esagerate altrimenti poi ne risente il palato alla degustazione.
Versate la polpa del pesce in una larga terrina, aggiungetevi la frutta secca tritata e lo zenzero, mescolate amalgamando per bene il tutto; in una ciottola preparate l’olio amalgamandolo con il sale e il succo di limone; versate l’olio sul pesce mescolando ancora per far si che il condimento vada a insaporire tutto il composto di pesce e frutta secca.
Impiattate formando una bella montagnetta di composto che decorate con una noce al sommo e alcune mandorle ai lati.
Servite a temperatura ambiente accompagnando con vino bianco mosso o spumante brut.
Variante tricolore
Tagliare a metà una ventina di pomodori datterini. Sciacquare e tagliare a pezzetti una ventina di cetrioli sott’aceto. Mescolare il tutto al composto pesce – frutta secca poco prima di servire, o, meglio ancora, portarlo in tavola a parte e lasciare ai commensali di gestire l’aggiunta.
In giardino
Al ritorno dal giro col cane,
sempre mi faccio una doccia in giardino;
come ho fatto anche stamane:
è tempo franco, le sette al mattino:
piccoli fatti, il quotidiano mio pane,
dica che vuole l’occhiuto vicino.
Riprendo appieno il mio spazio privato,
non m’importa del pubblico che mi tiene guardato.
Mi scoppian di dosso i vestiti,
pudori e vergogne come mai esistiti.
Sono nudo e sincero all’acqua ed al sole,
alla brezza m’asciugo, del pudore eversore.
Nulla da fare col sesso, come bimbi siam casti;
puri e innocenti da quando siam nati… e rimasti.
Si gonfia nel petto un inno alla vita ed al mondo,
incrocio le mani dietro la nuca, felice e ritondo.
Mi veda pur anco la gente che passa,
ho la mente disgombra, sbrogliata matassa.
Mi sento docile e buono, come bianco agnellino:
Natura mi ha fatto e vestito, mi sento tornato bambino.
Non velerei le penne d’un’ara, i colori d’un fiore
mi ferisce quell’ingrato cupo grigiore,
ma questo abbiam fatto inventando il pudore.
Un verme superbo ci rode dentro la testa…
Liberi al sole, all’aria, alla pioggia facciamo gran festa.
Sia pur solo una doccia, un’anguria in giardino, un caffè:
mille piccoli gesti a riprender quel che Natura ci diè.
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