Archivio mensile:giugno 2014

Divagando – Un abito foresto


(… se ci fu nascita, comunque non ci fu ragione di vita …)

Datemi (anzi mi prendo) un panno altrui, un abito che non mi calzi a pennello se non per fato, un abito che non m’appartenga, insomma un abito foresto. Oggi vorrei essere l’altrui me stesso e vivere di remore estive, esautorando sia l’una che l’altra persona da ogni impiccio post-moralista. Voglio vivere una giornata estiva come oggi in maniera reciproca con la mia scrittura, essendo quello là ma appartenendo a sto qua. Mi calzo deciso e sfrontato, sfrenando un’inibizione molto consona e, pur non trovando l’agio rosso, quasi purpureo, provo a dare una smossa decisa a questi due personaggi in uno.

Viva chi lascia vivere e così fu… in tutto si ebbe la sensazione dell’indecisione costante, ma poco a poco il sogno prese il sopravvento e lo stanziale si lasciò andare repentino. Ci parve di vivere rilassati al punto che le mani cominciarono a menare una faccia attonita per creare uno stato di appartenenza assai più reale, quasi non esistesse che lì. Il tribolìo scomparve, anzi sicuramente mai nacque, se ci fu nascita, comunque non ci fu ragione di vita e così via. I piaceri dell’acqua genuina cominciarono a sentirsi su tutto il corpo che non biasimava il piacere che viveva, anzi la simbiosi decisa fu la goccia che fece traboccare il vaso. E quest’ultimo non solo traboccò ma addirittura si ruppe in mille cocci dandosi la forma più sparpagliata di una fragile passione decisa.

Corpi in collisione erotica-eroica, con bramosie tipiche di chi decide il possesso come l’ultima cosa, come l’attimo fuggente, ossia tutto e subito sennò può non ricapitare. Un mangiarsi muscolare, uno scivolìo nei gorghi dell’abisso voluttuoso, in modo che il sogno abbia un’idea d’appartenenza terrena, consolidativa, una cosa da prendere il giorno dopo e da raccontare attraverso visioni contemporanee di immagini fatue ma propositive. I due, tre corpi (più due che tre, forse) largheggiavano occhiate riassuntive di parole spicce, quasi volgari se per volgari si intendono cose assai piacevoli (tutti sappiamo che il volgare ed il piacere è una questione di metodo, di tempo) e se per cose assai piacevoli si intendono le nostre lì, al punto giusto (il famoso punto G…ossia Giusto) nel dolce angolo sognatore non dei miei panni ma dei tuoi-miei o viceversa, il non capire questo mescolìo, questa mescita, l’amalgamo e…

Viva chi lascia vivere dicevo, e così fu nell’attimo stesso in cui tornai alla realtà che mi propinò le solite, quotidiane ed affini poesie da strapazzo, come un incubo reale, forse.

Simone Belloni Pasquinelli

Il nudismo è sovversivo


Che aggiungere se non… Perfetto!

Essere Nudo

Nudismo sovversivo Molti nudisti praticano la nudità nel quadro di una certa filosofia di vita (e alcuni di loro si definiscono “naturisti”), ma pochi si rendono conto di quanto la loro pratica sia progressista e sovversiva.

La nudità collettiva, banale e familiare, praticata da nudisti e naturisti, è forse sostenuta e diffusa da molti mezzi di comunicazione? Persone influenti la additano forse come modello da seguire? È un modo di vivere la vita comunemente propugnato? No, al contrario: il senso comune, le grandi ideologie, le religioni, le norme di numerose società più o meno civili sostengono piuttosto la cosiddetta pudicizia e tendono a sviluppare schemi mentali che associano la nudità alla vergogna, al sesso e al peccato.

Con questa situazione è inevitabile che i mass media finiscano per dare risonanza alla minoranza di nudisti libertini, i quali non soltanto soddisfano gli ipocriti appetiti voyeristici del pubblico di certe trasmissioni o di certe…

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Raduno Nazionale iNudisti 2014: Perchè il mio sole sono i miei amici!


Nei giorni 14 e 15 giugno s’è tenuto l’ormai consolidato e noto Raduno Nazionale de iNudisti, che, nonostante le nefaste previsioni meteorologiche e il conseguente ritiro di un nutrito gruppo di persone, ha ottenuto nuovamente un bel successo di presenze e di partecipazione, anzi è stato il raduno più partecipato di sempre perché…

Leggi la relazione ufficiale sulla e-zine de iNudisti!

Melma infernale


Se per un attimo ci soffermiamo a considerare quel cencio che sempre teniamo tra mano a coprirci l’“obbrobrio” che abbiamo tra gl’inguini (da cui un corpo nudo pare che prenda l’estremo suo scandalo), al marasma di pensieri che ci elettrizzavano d’imbarazzo e vergogna – e per molti è ancora è così –, al senso di soffocamento che ci coglieva azzardando un’audacia mai prima tentata, rischiandovi il collo, allora possiam prender a prestito da Dante l’immagine di noi diguazzanti nel verde lordume d’una melma infernale.

Né più sappiam chiederci come ci siamo finiti, né chi comanda quaggiù, né – dio santo! – per dove si esce. Caligine fosca dintorno, bagliori di lampi lontani, tenebra tetra punteggiata di fuochi che si stanno estinguendo, occhi di bragia che ci minaccian punizioni di gran lunga peggiori.

Esagerando di molto le tinte, così è l’inferno che abbiam quotidiano, ammansito da riti, regolato da divieti che paiono sacri tanto sono intransigenti e assoluti, perché –  così ci hanno spiegato –  arcanamente lì v’abita un dio, e il nostro corpo n’è il tempio.

Sto parlando del pudore, di quella palude in cui ci sentiamo immersi senza saperne l’esatto motivo, come ad espiare al di qua la colpa di come mamma ci ha fatti. Che poi non è solo quello: c’è anche quel laccio che blocca la circolazione di naturali e benefiche linfe, che crea danni all’intero organismo e intacca molto spesso anche la mente.

Che mi fa maggior rabbia è vedere che questa belletta putrescente ce la siam inventata da noi, ce la siamo proprio voluta: mica ho vergogna se mi vede nudo il mio cane!

E allora: da lì voglio uscire, mollar quell’inferno, come mai fosse stato, e ripulirmi una volta per tutte, ridiventar naturale, col pelo lustro d’un daino, le scaglie d’argento d’un pesce, vellutato di pelle come una pesca matura. Mi vedo sotto una fresca cascata a nuotar nel laghetto, vispo come una lontra, guizzante come una trota. E poi asciugarmi nel trionfo del sole disteso sull’erba.
Il medioevo come Dante ce l’ha raccontato è passato oramai, o ancora dobbiamo vestirci penitenti d’un saio e batterci il petto in eterno per colpe che ci hanno addosso inventato… adesso, quando ancora siam vivi?

Gentilissimo


6:45. Passa l’automezzo della raccolta rifiuti. Al solito a quest’ora sono sulla soglia di casa, sorseggio il caffè. Il sole è sorto da una mezz’ora, una brezza mi rinfresca la pelle, mi sveglia.

Ho portato fuori i sacchi delle ramaglie sul marciapiede, ho bagnato il fazzolettino di prato che chiamo giardino.

L’automezzo si ferma all’altezza del mio cancellino. L’addetto scende, non è il solito. Mi avvicino, gli porto due birre:

– Sono per lei. Anche per lunedì scorso.

– Grazie. Gentilissimo.

E ritorno a finire il caffè.

Probabilmente fra colleghi si sono passati la voce: che in quella tal via c’è un tipo un po’ strambo che sta nudo in giardino. “Non morde, anzi: è uno dei pochi che ringrazia e offre qualcosa. Ci considera esseri umani: l’arancio fosforescente delle nostre casacche ci ricorda fin troppo che siamo solo quel che facciamo…”

“… e quello gira nudo in giardino! E senza imbarazzo viene a parlarmi. È proprio vero che il mondo è bello perché è vario! Il fatto è che l’ha fatto con tanta naturalezza che quasi non ci ho badato, non mi son sentito imbarazzato neanch’io. Un attimo fuori dalla realtà. Eppure non me lo sono sognato: le due birre sono lì sul sedile. Che m’importa se era nudo. Era gentilissimo… Per un attimo mi sono scordato della casacca”.

“Centenarians”: i ritratti ai corpi degli ultracentenari

Quarta Giornata dell’Orgoglio Nudista


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Manifestare il diritto alla nudità in ogni contesto, in ogni luogo, in ogni situazione; recuperare il rispetto per la nudità quale condizione basilare dell’essere umano; educare alla normalità del corpo nudo. Tre obiettivi e tre azioni fondamentali per la causa nudista, nel contempo aspetti sociali di ampio respiro la cui acquisizione è indiscutibilmente essenziale per ripristinare una società sana e corretta, una società dove l’essere prevalga sull’apparire, dove le esigenze degli uni non vengano surclassate dai condizionamenti degli altri, dove la logica prevalga sul fanatismo e la tifoseria siano essi sociali, religiosi e politici.

Vestiti può anche essere bello, nudi, però, è decisamente meglio. Sono obiettive sensazioni emotive, fisiche e psicologiche che, come tutte le sensazioni, si manifestano in modo del tutto soggettivo rendendole differenti da persona a persona. Impossibile definirle e farle comprendere attraverso le sole parole, difficile persino combinando alle parole delle immagini, è necessario che ognuno provi di per sé stesso. “Nudo è meglio” uno slogan che accompagna gli eventi del programma “Orgogliosamente Nudi”, un programma che nasce e si manifesta proprio in ragione degli obiettivi e delle azioni elencate in apertura, perseguendoli non attraverso la mera (e inutile) comunicazione grafico-verbale, ma scendendo sul campo della comunicazione sensoriale: a disposizione di tutti, nudisti e non nudisti, una nutrita serie di escursioni in montagna dove ogni partecipante è libero di scegliere se, quanto e, nell’ambito della parte nudista dei percorsi, quando spogliarsi.

IMG_6892La “Giornata dell’Orgoglio Nudista” è parte di questo programma (invero il programma nasce ad ampliamento della giornata) e si sviluppa secondo lo stesso identico protocollo esperienziale. Trattasi di un evento che non vuole contrapporsi alla tradizionale e istituzionale “Giornata Mondiale del Naturismo”, bensì ad essa affiancarsi per coprire quelli che, ad oggi, secondo lo staff di Mondo Nudo sono i suoi grossi deficit comunicativi: rivolgersi pressoché esclusivamente ai naturisti, ignorando il mondo esterno; attivare iniziative esclusivamente da spiaggia, ignorando tutte le altre mille forme possibili di nudismo; nascondere la nudità dietro un termine più neutro e così facendo diffondere la sensazione che i nudisti stessi si vergognino di essere nudi; esibire il naturismo come contenitore del nudismo quando la verità storica e logica è ben diversa e cioè che il naturismo usa il nudismo ma non è il nudismo, il nudismo è il contenitore, il naturismo solo uno dei suoi contenuti.

La Giornata, partita subito con un discreto successo, presumibilmente proprio grazie alla sua formulazione pratico esperienziale, ma lasciateci pensare che sia anche grazie all’uso di una terminologia più ampia, chiara ed esplicita, è oggi giunta alla sua quarta edizione, un’edizione che ci ha visti espatriare delle solite zone del bresciano per sconfinare nel vicino Trentino. Non è stato facile definire e organizzare tale sconfinamento, il lavoro di studio preliminare è stato ampio e lungo lasciandoci alla fine con alcuni dubbi che solo la perlustrazione preliminare in loco hanno potuto chiarire e portarci alla scelta definitiva dell’itinerario da proporre: il sentiero che da Sarche porta al Rifugio Don Zio e alla limitrofa vetta del Monte Casale, un sentiero usato, in discesa, quasi esclusivamente da chi sale al Casale per l’impegnativa ferrata “Che Guevara” sull’ampia e alta parete est.

Trattasi di percorso agevole ma piuttosto lungo (quattro ore) e in parte faticoso, l’abbiamo quindi proditoriamente addomesticato spostando il punto di partenza ad un parcheggio sulla statale del Caffaro 200 metri più in alto del paese e definendo come punto terminale dell’escursione la Dorsale Godesi, evidente sella sul lungo crinale che dalla vetta del Casale scende a ovest verso Ponte Arche.

Impazientemente abbiamo atteso questa giornata, riscaldando l’ambiente con due incontri preparatori: l’escursione a Malga Piombino per la selvaggia e poco praticata omonima valle (cinque i partecipanti: Emanuele, Angelo, Stefan, Antonio e Giovanni) effettuato per i due terzi in nudità; il periplo di Monte Isola (sette i partecipanti: Emanuele, Maria, Marco, Francesca, Luise, Angelo e Mara) dove la nudità non era ovviamente (e purtroppo) possibile.

IMG_6903A questa escursione partecipano otto persone: due, Emanuele e Angelo, da Brescia; due, Marco e Francesca, da Bolzano; una, Maria Grazia, da Feltre; Gian Arnaldo da Verona; Stefano da Vicenza; Filippo da Mestre. Qualche persona in meno rispetto alle precedenti edizioni, ma c’è da registrare ben cinque rinunce dell’ultimo momento, possiamo pertanto essere comunque soddisfatti del risultato. D’altra parte la qualità del risultato non è sempre e solo determinata dal numero dei partecipanti, conta anche, se non più, quello che gli stessi hanno ottenuto dalla loro partecipazione e, in questa quarta edizione della “Giornata dell’Orgoglio Nudista”, abbiamo ottenuto effetti mai avuti prima. Torniamo però all’escursione.

Si parte dal parcheggio appena fuori della seconda galleria dove una tabella segnaletica indica l’inizio della stradina sterrata che prima porta al Romitorio del Casale, antico eremo brillantemente restaurato dal quale la vista spazia sull’alta Valle del Sarca, e poi alla bellissima Casa della Forestale circondata da un ampio e verde prato.

Fin qui procediamo vestiti, anche se, vista la calura, limitatamente al minimo indispensabile. Poco oltre un tratto di sentiero nella magnifica faggeta permette di tagliare un lungo tornante della strada e arrivare a imboccare la deviazione per la Dorsale Godesi, dove possiamo finalmente liberarci dagli ultimi residui di corazzamento tessile. Ancora un breve tratto di strada sterrata (di servizio al taglio del bosco) e poi inizia il sentiero. La pendenza aumenta e le chiacchiere che fino ad ora avevano accompagnato il cammino si fanno decisamente più flebili, anche se non scompaiono del tutto. Cadenzando il passo su quello di chi più sta faticando di modo da restare tutti piacevolmente vicini, si risale nel bosco qui più fitto e che ai faggi mescola altre essenze, ivi comprese le conifere. All’improvviso, dopo un lungo traverso a mezza costa, ecco che si sbuca sulla sella della Dorsale Godesi, poco oltre la quale una tabella ben indica il punto raggiungo.

IMG_6894Ci si trova all’interno del fitto bosco e alcuni chiedono di provare a salire ancora un poco per trovare un punto da cui poter osservare il panorama. Ci alziamo così di circa cento cinquanta metri ma di prati non c’è ombra e si decide di rientrale alla Godesi dove si è intravisto un dosso che potrebbe risultare panoramico. Detto fatto ci si gira e s’inizia a scendere.

Sono in coda intento ad osservare la natura che mi circonda quando sento la voce di Francesca, subito seguita da altre voci, alcune conosciute altre no: “Buongiorno” e subito dopo “Ciao”. Due ragazze stanno salendo e, inevitabilmente, ci si parano davanti incrociandoci. Evento tanto temutamente evocato nelle relazioni dei pochi escursionisti nudisti, eppure ogni nostra esperienza ha dimostrato quello che sta succedendo anche in questo momento: niente! Le due ragazze scorrono a nostro fianco guardandoci in viso e salutandoci cordialmente uno ad uno, ovviamente contraccambiate da noi, la seconda ha anche una particolare luce negli occhi e un’espressione del viso che mi fa pensare si stia dicendo “beh, perché non farlo anch’io?”. Non passano due minuti che dall’alto arriva di corsa un ragazzo e si ripete la scena: saluti cordiali e nessunissima strana reazione. Escursionisti che incontrano altri escursionisti, stop! Questo è anche obiettivo di queste escursioni, dimostrare che non c’è ostilità a priori verso chi cammina nudo: la montagna e la fatica accomunano e annullano le barriere del condizionamento. In me si rinforza la convinzione che sia giunta l’ora di parlare solo di escursionismo senza aggiungerci aggettivi che ne specificano il carattere tessile o nudista (cosa che ho già in parte iniziato a fare).

IMG_6893Dopo aver osservato tre splendide Peonie, raggiungiamo il poggio panoramico dove la visione a picco sulla valle è veramente favolosa, si decide che è il luogo adatto per fermarsi a mangiare.

Stiamo fermi circa un’ora, il passaggio, sul discosto ma non nascosto sentiero, di altri quattro escursionisti non ci disturba se non per la fallace impressione di uno di noi che improvvisamente segnala “stanno arrivando due forestali”! In ragione della non chiara situazione legislativa, l’avviso ci induce a un parziale e temporaneo rivestimento: va bene manifestare i propri diritti, va bene essere coscienti del proprio essere nella ragione, ma perché rischiare di rovinare una splendida giornata?

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Verso le due si riparte per la discesa che, non essendoci alternative, effettuiamo sullo stesso identico percorso di salita. Rapidamente ritorniamo alla strada sterrata e qui da dietro ci raggiunge una coppia di ragazzi tedeschi di ritorno dalla ferrata: noi uomini ci siamo già rivestiti, le due nostre compagne, rimaste poco più indietro a chiacchierare, invece no e di nuovo … nessun problema, ma che lo dico a fare, ormai non fa più notizia, è da dare per scontato.

Ancora qualche decina di minuti e siamo al parcheggio. Le ultime chiacchiere, le impressioni sulla giornata, si saluta chi deve partire e gli altri si spostano poco più sotto dove un barettino mobile permette di dissetarsi e salutarsi convenientemente prima di darsi appuntamento alla prossima occasione che, nel caso specifico, per molti si tratta dell’imminente Raduno Nazionale de iNudisti, per tutti i prossimi fantastici, invitanti eventi di Mondo Nudo: vi aspettiamo sempre più numerosi, nudi o vestiti che vogliate essere, nudisti o tessili poco ci importa, anche perché siamo convinti che l’esempio sia la strada migliore e ben pochi potranno resistere alla visione di persone che camminano sanamente e orgogliosamente nude.

Due testimonianze importanti.

Riporto la testimonianza di due dei partecipanti a questa giornata: Stefano, un nudista navigato ma che vedeva con molto scetticismo le mie proposte di nudità nell’escursionismo; Filippo, un ragazzo non nudista fortemente preoccupato delle sue reazioni alla nudità pubblica.

Stefano

<<L’escursione in montagna mi è sempre piaciuta, l’essere in mezzo al verde, gli scarponi ai piedi, lo sforzo fisico, lo zaino sulle spalle, il sudore… Ma non avevo mai preso seriamente in considerazione la possibilità di farlo da nudo, anzi leggevo le uscite organizzate da Cinelli un po’ con scetticismo. Ma stavolta l’occasione era troppo ghiotta per un curioso di natura come lo sono io, un’uscita nella zona di Rovereto, dovevo provare! Partito con l’idea del piacere dell’escursione, non mi interessava farla da nudo, i miei propositi erano quelli di farla comunque da vestito anche se gli altri si fossero spogliati. Ed invece arrivati al punto X dove Cinelli ha dato la possibilità di spogliarci, mi è venuto spontaneo ed automatico togliermi i vestiti. E devo dire che camminare nudo nella natura, nonostante il caldo e lo zaino sulle spalle (avevo paura di sfregamenti elevati degli spallacci sulle spalle) è davvero una sensazione fantastica di comodità e naturalezza. Mi sentivo totalmente a mio agio e non mi sentivo assolutamente nudo mentre camminavo, nonostante fossi stato in un ambiente nuovo per me. Durante la nostra escursione abbiamo incrociato altre due escursioniste (vestite), praticamente me le sono ritrovate davanti, ci siamo salutati come si fa di solito ed il primo pensiero è stato: “Ma avete visto che siamo nudi?” quindi quasi nello stesso momento siamo stati sorpassati da un escursionista frettoloso di ritorno dalla ferrata, che ci ha salutati mentre se ne andava veloce. A riprova che in un ambiente come quello il nudo non scandalizza. In conclusione un’esperienza davvero positiva, merito anche degli altri miei compagni di escursione, davvero simpatici e divertenti. Quindi se vi capita, partecipate anche voi, datemi retta, anche se non siete escursionisti, basta poco un paio di scarpe da montagna ed uno zaino ed il divertimento è assicurato. Ora un piccolo pensiero al nostro nuovo compagno di escursione Filippo, totalmente a digiuno di nudismo, che nello zaino oltre che la merenda si portava le solite paure da neofita. Paure che sono svanite quando anche lui insieme a tutti si è spogliato, arrivando a capire al volo che quelle paure erano solamente nella sua testa e che nella realtà nudista non esistono. Un plauso ad un ragazzo che non ha messo annunci cercando amici che vadano al mare con lui o coppie che lo iniziassero al nudismo, ma ha fatto quello che dovrebbero fare tutti, cioè si è aggregato ad un evento già organizzato con persone “esperte” scoprendo così un nuovo mondo. Bravo Filippo, così si fa! Ora vorremmo vederti tutti al raduno insieme alla tua famiglia.>>

Filippo

<<Leggo sempre testimonianze del tipo “ho iniziato a fare naturismo per caso trovandomi in una spiaggia dove erano tutti nudi”. Io posso dire di essere uno dei pochi che il naturismo l’ha provato per la prima volta in montagna! E l’esperienza è stata assolutamente positiva! Confesso che appena incamminati il pensiero che a breve mi sarei dovuto spogliare mi spaventava, ma poi mi son detto “ormai sei qui, non ci si tira più indietro”. Al momento di metterci nudi ho fatto un bel respiro e via! Tutti i timori e le preoccupazioni portate dentro per tanto tempo si sono dissolti nell’arco di pochi minuti. Questo grazie agli amici e compagni di cammino presenti! Quindi un grande ringraziamento va a Emanuele e tutti gli altri! Ora basta parlare di me, torniamo alla gita. Il bosco che abbiamo risalito è stupendo, starci dentro nudi davvero ti fa sentire parte di esso. La salita, a tratti faticosa, è stata molto piacevole grazie allo spirito di gruppo instauratosi da subito. La vista dalla terrazza naturale sulla valle – dove abbiamo pranzato – è mozzafiato. Non avrei potuto sperare in un “prima volta” naturista più autentica e appagante. Ciao! >>

PERSEVERANZA (5)_Mara Fracella


Bel racconto che evoca quello che, per moda e conformismo, oggi molti non riescono più a percepire: la faticosa formazione e la profonda cultura naturalistica insita dietro all’azione predatoria, sia essa quella della caccia che della pesca. Brava Mara 🙂

Circolo Scrittori Instabili

1937
Aldo, dodici anni, siede in cucina e ascolta i passi del padre scendere le scale. Un rapido scambio di sguardi e insieme varcano l’uscio di casa, direzione roccolo. È l’alba. Ne aveva condivise molte con lui negli ultimi due anni, da fine agosto a gennaio, durante il periodo di caccia. Il silenzio e il buio che si trasforma in infinite striature giallo-oro-arancio, amplificano la loro complicità. Aldo assiste il padre nella potatura degli alberi, toglie le foglie dalle reti, scrolla il tessuto e ne controlla l’interezza, si occupa della pastura per gli uccelli, osserva come il padre li prende dalla grande gabbia comune per inserirli delicatamente nelle singole, da esporre appese ai faggi. Riconosce ogni specie: le cesene, i merli, le allodole, le tordelle, i fringuelli, i corvi, le peppole, distingue il tordo sassello dal bottaccio, i maschi dalle femmine. È orgoglioso di averne ereditata la passione. Il loro…

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Quattro esercizi per sentirsi bene nudi


Provare per capire è la scelta più logica e corretta che si possa fare.

Essere Nudo

Donne al fiumeRecenti studi scientifici dimostrano che per il nostro benessere psicofisico è assai importante recuperare un rapporto sereno ed equilibrato con la nudità del nostro corpo, superando il disagio, la vergogna e la paura che ci procura l’idea di metterci nudi, anche in presenza di altre persone.

Il dott. Massimo Soldati è uno psicologo e psicoterapeuta che opera a Milano; nel 2000 ha pubblicato un libro dal titolo Corpo e cambiamento, poi ristampato nel 2007. «Lo sguardo, spesso così severo, che posiamo sul nostro corpo», afferma, «è la somma dei tanti sguardi ricevuti nella nostra vita. Incauti commenti espressi dai genitori, dal marito o da un amante restano impressi come marchi a fuoco, e anche a distanza di anni ci ricordano che quella parte del corpo investita di sentimenti negativi ha qualcosa di sbagliato. Confrontarsi con la propria nudità, allora, diventa una prova, un esame da superare, se non…

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