Pubblicato il 6 luglio 2018, in Pensieri concisi con tag condizionamento, libertà, mistificazione, nudità, nudo, paura del nudo, vestiti facoltativi. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 12 commenti.
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Vestiti è bello, Nudi è meglio
Mondo Nudo, la nuda voce che ti parla della nuda normalità, e anche di quella vestita!
Mondo Nudo, l'unico blog nudo che si rivolge a tutti, dai refrattari al nudo ai nudo normalizzati.
Volenti o nolenti la nudità è stato di normalità per ogni essere vivente, risulta quindi inutile e controproducente farne una classificazione, d'altra parte ai fini di una comunicazione efficiente è talvolta necessario usare termini distintivi per cui ecco l'opportuno glossario...
Naturalismo - Difesa attiva e/o studio della natura.
Naturismo - Amore per la natura; vivere in natura e di natura.
Nudismo - Stile di vita basato sulla nudità, anche nei contesti pubblici.
Tessile - Forma mentale fondata sul mantenere "sempre" addosso un abbigliamento, anche solo un minimo lembo di tessuto.
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Francamente mi sembra che se ne parli troppo. E’ un modo di passare il tempo come un altro. Sono d’accordo che il nudismo ti cambia il modo di vivere, però se ne parla troppo. Se una persona piace andare in bicicletta non per questo deve sentirsi un ciclista o deve per forza parlare sempre di quello. Girando anche su altri siti si trovano sempre questi dibattiti, discussioni infinite sul nudismo, le esperienze, le lamentele per avere più spazi ecc…Quando provi il nudismo ti scombussula la vita, specialmente la prima volta che si prova. E’ stato così anche per me quando lo provai un anno fa, senza sapere o sospettare di come avrebbe cambiato la mia vita. Però per me a distanza di quasi un anno non è più costante argomento di discussione. E’ uno stile di vita, esattamente come chi sceglie di essere vegetariano. Non c’è bisogno di ricamarci sopra. Troppe discussioni, troppi dibattiti intorno a questa cosa e questo finisce per renderlo innaturale. Forse sarò anomalo, ma io non reclamo spazi, non cerco di convincere altri, perchè non tutti lo capiscono e in ogni caso lo si capisce solo dopo averlo provato, quindi chi non lo prova non si renderà mai conto di come ti cambia la vita, per cui le discussioni sono inutili. lo pratico in casa (questa sarà la mia prima estate da nudista o per meglio dire con questo nuovo stile di vita) e nei luoghi naturali e remoti dove ci sono poche o zero possibilità che qualcuno mi veda. E non perchè sono nudista, ma perchè dopo averlo provato ho necessità di farlo e mi va di farlo. Certo se qualcuno si volesse accostare sarei ben lieto di accompagnarlo su questo percorso, ma senza troppe cerimonie o spiegazioni: “E’ uno stile di vita, basato sul piacere personale derivato dalla nudità e dal maggiore contatto con la natura, senza artifici, se lo vuoi capire ti devi spogliare completamente, non c’è altro modo”. Non avrei altro da aggiungere. Se lo fa bene, altrimenti pazienza. Ma senza cercare di convincere nessuno nè fare del nudismo il fulcro principale di dibattiti o discussioni. Vado tranquillamente avanti anche da solo.
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Vero si comprende solo facendolo, esattamente come accade per tantissime altre cose, ad esempio l’arrampicata, cose delle quali però se ne parla ampiamente, sulle quali ci sono decine e decine di blog e nessuno lamenta il “se ne parla troppo”, perchè non si dovrebbe farlo per lo stare nudi? Questa autocensura non è forse il risultato di un condizionamento (stare nudi è male, quindi non se ne deve parlare, non lo si deve insegnare, bisogna vergognarsene, tenerlo per se stessi)? Come ci sei arrivato al nudo? Se nessuno ne parlasse credi che potresti fare quello che fai? Casa, luoghi reconditi, va beh, ma poi viene la necessità di allargarsi, di poterci veramente vivere nudi, di non doversi rivestire solo perchè è estate e le finestre restano aperte, solo perchè esci sul terrazzo o nel giardino, solo perchè vuoi andare a fare una passeggiata in campagna e via dicendo. Tu non la provi questa esigenza? Bene, altri la provano e perchè devono conformarsi al tuo volere? Parlare è forse un limite, o lo è il tacere?. Parlare è forse un’imposizione, o lo è il tacere? Parlare è forse una forzatura, o lo è il tacere? Perchè mai parlare dovrebbe essere un tentativo di convincere? Non può essere solo un piacere umano? un’esigenza sociale? Non può essere un mezzo per creare condivisione? Per socializzare? Per conoscere? Per evolvere? Per capire? Poi che spesso se ne parli male te lo concedo, lo dico da anni: basta lamentele, basta accuse, prendiamoci le nostre colpe (tra le quali proprio quella dell’autocensura), le nostre responsabilità (tra le quali quella del nascondersi), rendiamoci conto che esistono secolari condizionamenti e questi non possono essere rimossi in un battito di ciglia, descriviamo quello che facciamo, parliamo del nudo in modo semplice e chiaro, togliamo di mezzo ogni alone di mistero, facciamoci vedere e sentire, si sentire perchè purtroppo in questa società solo chi alza la voce viene preso in considerazione e lo dimostrano i fatti, lo dimostrano le tante azioni contro il nudo, i crescenti divieti, i tanti fermi, le contravvenzioni, la diffusa visione di anormalità di una cosa invero normalissima. Qualcosa sta cambiando, sempre più persone si mostrano indifferenti alla nudità, sempre più spesso il nudo approda nelle attività sociali quali il teatro, ma questo di certo non avviene grazie a chi tace, piuttosto per merito di chi parla, dei blog. D’alta parte non tutti sono comunicatori incalliti e la comprensione dev’essere sempre assolutamente bilaterale.
Grazie del tuo intervento, da una piccola frase ha creato il contesto di una profonda riflessione.
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Ne parlerei con chi decide di accostarsi a questo stile di vita. Senza sbandierare ai quattro venti perchè non a tutti interessa una cosa simile. Esattamente come chi decide di diventare vegetariano cerca e parla con coloro che già sono vegetariani o vegani.
Ma non tutti accettano o apprezzano questo stile di vita, non si può chiedere di stare nudi a scuola, in palestra, in piscina, al supermercato ecc…anche se non c’è niente di male. I vegani (io non sono vegano) non chiedono a gran voce la costruzione di ristoranti appositamente per loro, accettano il fatto che ci siano anche ristoranti dove il menù vegano non c’è. Ed un ciclista non chiede che in ogni città ci siano piste ciclabili lunghe almeno 10 Km. Lo stesso vale per questo stile di vita (basta chiamarlo diversamente, la parola nudismo si presta ad equivoci secondo me) bisogna accettare che ci siano luoghi o strutture dove la nudità è vietata. Da fastidio tenersi addosso i vestiti ?. Sì !!. Dopo aver provato il “nudismo” da fastidio anche a me. Però va accettato. Esattamente come un vegano accetta che all’interno di un ristorante non ci sia il menù vegano e si vede costretto, suo malgrado a cambiare ristorante. Questo però senza abbandonare le proprie idee. Ci sono tanti posti lontano dalle città, in campagna, in un bosco o perfino spiagge in cui si può stare come si vuole, spogliarsi e distendersi sotto gli alberi di un bosco anche solo per qualche ora (è rigenerante) senza correre il rischio che un passante scandalizzato chiami gli SWAT. Oltre al fatto che lo si può fare anche in casa. Poi chi si vuole avvicinare a questo stile di vita è il benvenuto ovviamente. Se poi in futuro gli spazi per la nudità si amplieranno tanto meglio non sono certo contrario. Ma questo dipende anche dalla domanda, se c’è la domanda l’offerta cresce. Evidentemente c’è poca domanda. Non so forse sbaglio, ma dopo quasi un anno in cui ho cambiato stile di vita ho imparato a vederla così. Voglio spogliarmi ? Sì. Quindi cerco i “miei ristoranti” in cui posso farlo (alcune spiagge, nei luoghi naturali è possibile quasi ovunque, basta che siano lontani dalle città, in casa, alcune piscine ecc…).
Un saluto e grazie per questa possibilità di riflessione. 🙂
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Sei proprio sicuro che i vegani o i ciclisti non chiedano nuovi posti e si accontentino di quello che hanno, che accettino l’assenza di piste ciclabili o di ristoranti senza menù vegano? I vegani, che per inciso non sono molti di più dei nudisti (talvolta questa parola dobbiamo usarla) ma a differenza di questi ultimi si fanno sentire, invero stanno facendo una forte campagna a favore del loro stile alimentare, alcuni stanno addirittura richiedendo leggi che vietino il consumo di carne, sui social è facile vederli accanirsi a male parole contro chi non la pensa come loro e questo è male. I ciclisti stanno facendo forti pressioni verso le istituzioni affinché ogni centro abitato abbia le piste ciclabili su ogni strada e i comuni, sempre molto sensibili a chi si fa sentire, lo stanno facendo. Così vanno le cose: l’attenzione non ce l’hai solo per i numeri, ce l’hai se ti fai sentire e lo fai senza preoccuparti di quello che possono pensare gli altri, se ragioni in funzione del “non tutti possono gradire” se perdente in partenza, tu devi ragionare in funzione del tuo interesse, poi si attiverà l’eventuale mediazione. Chi si nasconde non esiste, semplice! Per altro la nudità è stato di norma della natura, solo l’uomo si è vestito, l’ha fatto per esigenze di adattamento ambientale ma poi è andato avanti è qualcuno, ai fini di controllo delle menti, ha creato, fra gli altri, il tabù del nudo, in seguito molti di questi sono stati distrutti, quello del nudo stranamente resiste, ma, grazie a chi non si nasconde e ne parla, sta cedendo.
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Evidentemente gli spazi che abbiamo sono proporzionati alla richiesta di nudità dei cittadini. Può sembrare una affermazione ironica o stupida, ma se ci si pensa è così. E se qualcosa non è richiesto o lo è molto poco, non si può chiedere la nudità totale nelle strade, nei luoghi pubblici ecc…Certo che ho necessità di spogliarmi, e ne ho molta, ma lo faccio dove posso. Dove non posso mi trattengo. E ho smesso anche di chiamarlo “nudismo” (la gente non lo capisce), è uno stile di vita e basta. Apprezzabile o meno, criticabile o meno. Lo capisce chi lo prova. Se qualcuno me lo chiede gli rispondo che è uno stile di vita, (non gli rispondo “sono un nudista”) una scelta, (anzi dopo averlo provato è diventato più una necessità, ma questo lo scoprirà chi decide di provarlo) proprio come chi decide di diventare vegano, è una scelta. Uno stile che riporta l’uomo alla natura e al suo contatto primigenio. Scusate se sono stato prolisso. Un saluto. Godiamoci questo stile di vita, specie in questo periodo dell’anno. 🙂
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Lo dici tu stesso: in base alla richiesta! Indi se la richiesta non c’è… La richiesta non nasce dal nulla, non puoi aspettare che siano gli altri a chiedere spazi per conto tuo, devi chiederli tu, ma per farlo devi avere il sostegno degli altri e quindi devi convincere gli altri non a mettersi nudi, a non opporsi al nudo, poi ognuno farà la sua scelta. La soluzione non sono gli spazi riservati, la soluzione è solo e solamente la condivisione degli spazi, molti all’estero l’hanno compreso e stanno lavorando in tal senso, solo in Italia chi rappresenta il naturismo insiste sconsideratamente sugli spazi privati, questo sono un aggiunta, così come lo sono i villaggi turistici per la società vestita, società nella quale sempre più ci si attiva per chiedere il ripristino delle spiagge libere dove sono pressoché o totalmente sparite per effetti della privatizzazione edilizia e turistica. Il nudo si comprende solo dopo averlo provato, ma prima devi accettarlo, devi trovare un mentore, devi parlarne con qualcuno o, meglio, trovare qualcuno che te ne parla: le statistiche parlano chiaro, la stragrande maggioranza delle persone arrivano al nudo grazie ad altri, amici o blogger. Ciao
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Dimenticavo, non tutti hanno vicino a casa a disposizione spazi come quelli che descrivi, non è giusto ignorare la loro esigenza e non è corretto lasciarli a sé stessi, dobbiamo fare comunità, solo così possiamo fare numero. Non si obbliga nessuno a spogliarsi, si chiede, così come hanno fatto tante altre comunità anche meno numerose della nostra, che si rispetti il nostro diritto a stare nudi sempre, dove quel sempre implica l’ovunque e il comununque. Ovvio non può avvenire in un giorno e nemmeno in qualche mese, ci vorranno anni, ma devono essere anni di parole, altrimenti… altrimenti nascono leggi che, come già in almeno uno stato USA, finiscono per l’impedirtelo persino in casa tua.
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Altra cosa… forse non sai che questo blog è seguito da molti “tessili”, forse più da “tessili” che da “nudisti”; forse non sai che alle escursioni di Mondo Nudo partecipano persone che non si spogliano; probabilmente non sai che grazie a questo blog e all’attività sui social mi sono guadagnato la fiducia e il supporto di un intero paese di montagna, che attraverso l’attività sui social sto positivamente coinvolgendo molte realtà che nulla hanno a che vedere con il nudo, se non per il fatto che #nudiènormale
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Ah, importantissimo… seguendo il tuo ragionamento le donne avrebbero dovuto accettare di non avere il diritto al voto o di essere trattate da schiave e violentate, gli omosessuali avrebbero dovuto accettare di essere aggrediti e apostrofati con frasi poco dignitose, eccetera. No l’evoluzione sociale non avviene mai spontaneamente, sempre c’è dietro la spinta di una qualche comunità, sempre!
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Capisco il suo punto di vista e lo rispetto. Lei non vuole fare tanto proselitismo quanto invece desensibilizzare le persone ad una determinata cosa. Io ad esempio sono entomofobico e ho non poche difficoltà a perdere questa eccessiva sensibilità e forse non ho neanche reale interesse a perderla. Mi fanno ribrezzo e basta e cerco di evitarli più possibile. Perchè una persona non potrebbe pensare la stessa cosa riguardo a questo stile di vita, ma dovrebbe forzatamente aprirsi e desensibilizzarsi ?!. Non è una forzatura ?. Attenzione a chiamare “evoluzione sociale” ogni cosa e a vederla sempre e solo come positiva. Non sempre i progressi sociali sono progressi o sono positivi e il caso degli omosessuali da lei citato è emblematico, utero in affitto, adozioni gay ecc…, sono evoluzioni sociali ?. Forse, ma dal mio punto di vista non sono positive, ma tendono invece a confondere e mistificare il concetto di famiglia. Non voglio polemizzare con Lei, lungi da me, questo sarà l’ultimo post al riguardo, ma forse per desensibilizzare qualcuno, bisogna capire a monte le paure, cos’è che spaventa del nudo ?. Potrebbe essere una domanda per un questionario da distribuire in spiaggia. Inoltre la parola “nudismo” è usurata e le persone tendono ad avere un concetto negativo al riguardo o totalmente fuorviante, è una parola che tende ad avere una accezione negativa, meglio parlare di stile di vita alternativo, di scelta personale che include all’interno anche il nudo. Capisco bene perchè molti si fanno chiamare “naturisti”.
Apprezzo il suo impegno e il lavoro per desensibilizzare le persone al nudo, le auguro anche di riuscirci, ma forse va rispettato anche chi non vuole essere desensibilizzato. La sensibilità è un sentire molto personale, non può essere sussunto in un concetto generale. Inoltre il “nudismo” (se così vogliamo chiamarlo), non lo intendo come un motivo di lotta o di contrapposizione tra benpensanti ipocriti e nudisti, è un piacere personale ed è da tempo ormai anche un bisogno personale, ed è proprio l’impossibilità di goderne sempre a triplicare, quadruplicare, centuplicare il piacere di spogliarsi quando ciò diventa possibile, che sia nella propria casa, in un bosco o altrove. Inoltre non sono amante di resort troppo affollati, preferisco il silenzio del bosco alla confusione. E’ così che godo di questo stile di vita io.
La felicità e il piacere sono fatti di brevi momenti non di lunghi periodi.
Spero di non aver offeso o urtato la sensibilità di nessuno, auguro all’autore del blog di uscire vittorioso da questa lotta titanica e a tutti di godere, specie in questo periodo favorevole dell’anno, di questo stile di vita libero. Continuerò a seguire il blog di tanto in tanto. Au revoir !.
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Vogliamo capire da dove arriva l’idiosincrasia verso il nudo? Questa è stata una forzatura, imporre alle persone una visione peccaminosa del nudo. I tabù sono serviti per generare controllo (ti creo un pericolo e ti do una soluzione a me conveniente), combattere i tabù è pertanto lecito e sicuramente evolutivo, anzi rivolutivo, è il ripristinare la situazione inziale decondizionata. Ogni fastidio è lecito ma non lo è imporlo alla società comune stato di norma, quando viene fatto è non solo lecito ma addirittura diritto opporsi. Come dici tu stesso, tu eviti le situaizoni che ti creano fastidio, non obblighi la società a debellare quelle situazioni, se qualcuno ha fastidio per il nudo (premesso che è un fastidio come già detto non innato ma condizionato, da bambini nessuno lo prova, che si supera in pochissimi secondi di esposizione) sta a lui isolarsi, non alla società evitare di fargli provare quel fastidio. Le logiche si devono applicare uguali e identiche ad ogni situazione. Allargare le possibilità non lede il diritto di nessuno, lo fa il restringerle. E questo vale per gli altri discorsi che fai, senza tener conto che il concetto di famiglia non è qualcosa che viene a monte dell’uomo ma è stato creato dall’uomo e, come per tutte le cose create dall’uomo, può nel tempo mutare, anzi talvolta deve e deve assolutamente farlo per il nudo e per l’omosessualità, la famiglia, eccetera. Naturismo è il problema principe del nudo, naturismo è nascondersi (la parola ha un’origine che precede alla lunga quella del nudo), nudismo sarebbe il termine corretto e per niente ambiguo (amo la bici sono ciclista, mi piace star nudo sono nudista), il fatto che alcuni lo utilizzino male non giustifica il suo abbandono (le auto vengono usate per compere rapine ma nessuno si sogna di proibirle o di cambiare il termine automobilista), io tendo a non usarlo solo perchè genera l’idea di contrapposizione (io sono diverso da te) quando invece vivere nudi è e dovrebbe essere da tutti intesa come normalità (non esiste il nudismo, caso mai il vestissimo). Non mi dilungo oltre, se ne hai voglia leggi qui (non in ordine logico ma non importa) https://emanuelecinelli.wordpress.com/glossario/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2018/06/15/camminare-in-montagna-il-nudo/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2018/05/31/montagna-e-natura/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2018/05/01/normalita-sociale/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2018/04/12/proselitismo/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2018/03/13/creazione/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2018/02/27/perche-nudi/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2018/02/10/uguali-o-diversi/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2018/01/26/dice-il-saggio-quel-che-credi-esser-potrebbe-quello-che-creder-ti-han-fatto/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2014/12/29/metti-una-sera-a-cena-e/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2017/05/27/due-pesi-due-misure/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2016/11/08/intervistato-da-radiopopolare-radiopopmilano/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2016/11/06/una-lezione-di-stile/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2016/09/17/comunicare-il-nudismo/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2015/04/05/paura-di-aver-successo/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2013/04/08/una-giornata-in-spiaggia/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2013/03/20/paura-del-vuoto/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2018/01/09/magia/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2018/01/07/i-tempi-che-cambiano-invito-a-sindaci-e-assessori/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2018/01/06/nudi-siamo-stati-creati-e/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2017/08/07/divulgare-il-nudismo-aspettare-o-andare/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2017/08/04/ne-abbiamo-piene-le-sentenze/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2017/06/21/il-pudore-e-un-padrone/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2017/06/16/il-problema-del-nudo/ https://emanuelecinelli.wordpress.com/2017/06/14/crescere/
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Perchè tanta paura per il proselitismo? Non è altro che una naturale e necessaria attività di propaganda in ragione di un qualcosa in ci si crede o per cui ci si è appassionati, tutti la fanno e solo per il nudismo la si condanna. Boh! Evoluzione è un termine che non ha connotazioni valutative (meglio o peggio), indica solo il continuo mutamento in ampliamento (che è cosa giusta). Il suo contrario è involuzione che è invece cosa sbagliata in quando continuo mutamento in chiusura, riduzione, limitazione (tutte cose indiscutibilmente, non lo dico io ma la psicologia e la scienza della comunicazione, negative).
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