Archivio mensile:Maggio 2022

Reti sociali e nudo


Da esperto informatico e da attivo utente, ho vissuto in modo immersivo l’evoluzione delle reti sociali e il loro rapporto con la nudità, posso così parlarne con cognizione di causa.

Nei primi anni c’era un discreto spazio di manovra per chi, come me, lavorava (e lavora) alla rinormalizzazione della nudità, poi, nonostante l’ampliarsi degli utenti nudisti e la crescente accettazione del nudo sociale, è andato contro logica a ridursi. Nella prima metà degli anni 2010 solo Tumblr e Twitter restavano le uniche reti sociali che, con visione democraticamente naturale, consentivano la pubblicazione di fotografie di nudo, unica limitazione che queste non fossero utilizzate per l’avatar o il banner.

Ad un certo punto Tumblr cambia padroni e inizia a cambiare registro: in un primo momento con manica larga ma poi le maglie si stringono e Twitter rimane solo, diventando lo strumento basilare per la comunicazione nudista e la rinormalizzazione della nudità. Nel 2022, in un momento in cui si stanno ancor più evidenziando i segnali di una rinormalizzazione del nudo, improvvisamente quelli di Twitter, dopo aver creato una funzione che permette di dichiarare il contesto inadeguato delle immagini, iniziano a bloccare gli account nudisti rei di non usare questa fallace (si può attivare solo contestualmente alla pubblicazione dell’ immagine, non è applicabile a quanto già pubblicato, non è utilizzabile dai sistemi di pubblicazione automatica) funzione.

Ai primi di maggio, senza ammonimento, senza azioni provvisorie, senza nessun tipo di preavviso, accedendo a Twitter vedo un piccolo messaggio che velocemente appare e svanisce, con vari accessi riesco pian piano a leggerlo: “questa azione non è consentita, il tuo account è sospeso”. A seguire mi accorgo che non posso più operare: molte azioni non hanno seguito, alcune fanno riapaprire il fugace messaggio di cui sopra. Solo provando ad accedere dal telefono con l’apposita app riesco ad avere una spiegazione lievemente più precisa: “il tuo account è stato sospeso permanentemente”.

Personalmente, sebbene alla fine possa tranquillamente vivere senza reti sociali, anzi ci vivo anche meglio, comunque vedo questa cosa come una grande sconfitta non solo per il nudismo, non solo per la nudità sociale, ma anche per tutto il movimento della positività del corpo, del contrasto alle malattie di visione del corpo, quindi una sconfitta per la società intera e per la normalità.

Con tale anacronistico atteggiamento le reti sociali si alleano con l’ignoranza, il bigottismo e la pornografia (quest’ultima infatti prosegue indisturbata le sue pubblicazioni e i pornodipendenti sono sempre più attivi anche nell’aggredire gli account nudisti).

Le reti sociali, se fossero veramente sociali, dovrebbero invece sostenere ogni aspetto dell’evoluzione sociale invi compreso quello della nudità sociale, dovrebbero loro stesse perseguire la rinormalizzazione del mondo, la quale passa necessariamente dalla rinormalizzazione del nudo.

#rinormalizzailmondo

(hastag ormai inutile visto che solo io lo utilizzavo, altri l'avevano ripreso ma modificandolo, inopinatamente, in inglese, così come era già successo per altri miei hastag: #nudièmeglio e #nudiènormale). 

VivAlpe 2022: 2 a 2


Due le uscite che erano in programma per i primi due mesi di VivAlpe 2022 e due quelle fatte, ambedue con discreta partecipazione: buon risultato.

La prima ad aprile, è stata condizionata dal vento freddo, ma almeno per il pranzo si è riusciti a starsene tranquillamente nudi, sdraiati su un panoramico dosso sopra la Valle delle Pule, valle che è stata la direttrice del nostro itinerario odierno. Uscita brevissima comunque interessante per il sentiero che prima segue un torrente costellato di limpide pozze, poi sale con tratti scavati in un ambiente rustico e solitario. Discesa senza particolari connotazioni se non per alcuni passaggi paesaggisticamente rilevanti.

Foto Emanuele Cinelli

Più lunga e ancor più particolare la seconda uscita in zona Maniva. Lezione di questa giornata: talvolta le giornate nascono storte ma se non ci si lascia traviare le si possono anche raddrizzare.

Fino a tre giorni prima non c’erano segnali di partecipazione poi sono arrivati tutti insieme e sabato la stima era di quattordici partecipanti. Domenica mattina iniziano i problemi.

Prima arriva il messaggio di un nuovo amico che è bloccato a MIlano a causa dello sciopero dei treni, fortunatamente riesce a trovarne uno che viaggia e si risolve.

Si arriva al puno di ritrovo a Brescia e… altro messaggio, due storici amici non possono venire a causa di notte agitata, un grande peccato, ma qui non ci si può porre rimedio e se non puoi farci nulla inutile disperarsi, è risolto così.

Non c’è due senza tre, mi arriva una telefonata da un amico che è già al ritrovo del Maniva: “la strada è bloccata!”, “Cavolo, come è bloccata, va beh, fermati li che saliamo a piedi o cambio leggermente il percorso”. Risolto anche questo.

Ma non basta, salta fuori che Telegram apre una pagina vecchia della scheda escursione nella quale è riportato un orario sensibilmente anticipato rispetto a quello corretto, due amici sono in ritardo non vorrei che, seguendo quell’orario e non trovandoci, si siano già messi sulla strada per la destinazione. Li chiamo ma non rispondono, sale la preoccupazione ma nel mentre vedo la loro autovettura entrare nel parcheggio, bene, bene, anche questa è andata.

Superati tutti questi intoppi, eccoci finalmente al parcheggio del Bonardi. Dopo i consueti saluti, ci si prepara alla partenza e via. Nel frattempo mi sono preoccupato di dare uno sguardo accurato ai pascoli per valutare come ovviare alla strada bloccata: salire fino al Pian delle Baste vorrebbe dire farsi un sacco di asfalto. Purtroppo le tracce che si vedono sono tutte molto evanescenti per cui decido di salire un poco alla ricerca di una strada più percorribile: non conosco materialmente questa parte del Maniva, ma l’ho studiata molto sulla carta topografica e l’ho spesso osservata dall’alto nella previsione di esplorarla, so che è percorribile e per pascoli potremo sicuramente raggiungere quello che doveva essere l’iniziale tratto dell’escursione, insolitamente in discesa, e che, invece, a questo punto ne diventerà il tratto finale, ovviamente in salita.

Detto e… fatto.

Saliti un poco lungo il mio adoratissimo sentiero 3V, abbandoniamo il percorso segnalato per seguire una strada sterrata che già conosco e, poco dopo, ecco un’altra sterrata che scende nell’ampio pascolo. Senza esitazione alcuna porto il gruppo per tale percorso, qualche minuto ancora di cammino e, finalmente, anche grazie al sole che fa capolino tra le nuvole, ci possiamo spogliare. Riprendiamo il cammino che ci fa perdere parechia quota, giunti ad una piccola malga ristrutturata la strada finisce. Qui ci fermiamo per permettere al gruppo di riunirsi e coprirci adeguatamente… no, no, non di vestiti ma di crema solare.

Foto MM

Qualcuno osserva che non ci sono sentieri, gli faccio notare che, come previsto, questa escursione doveva essere e sarà un libero cammino per pascoli, in ogni caso ecco la che si vedono nell’erba i segni dell’antica via di pascolo, segni che saranno la nostra guida per un bel tratto, portandoci ad attraversare aperti pendii erbosi e piccole vallette pluviali ricche di gorgogliantie fresche acque, c’è persino una piccola cascata. Un cammino paesaggisticamente interessante, che ha anche un dono supplementare: l’evocare ricordi di un tempo lontano quando la piccola pastorizia dominava queste zone. Personalmente vedo, con gli occhi della mente, le mandrie, i cani e i pastori gironzolarmi attorrno: profonda emozione questo tratto di cammino.

Una breve ma ripida salita ci porta a Malga Valgradello dove, fruendo di un muretto che ci ripara dall’aria freddina che ha da qualche minuto deciso di contrastare (inutilmente) la nostra nudità, ci fermiamo per il meritatissimo lauto, ehm, si fa per dire, invero parco ma comunque gradito pranzo. Davanti a noi fanno bella mostra di se le rocciose rupi della Corna Blacca, poco più a sinistra Corno Barzò e Cima Caldoline conducono lo sguardo al Dosso Alto dove alcuni anni or sono abbiamo effettuato un’altra piacevolisisma escursione, più pesante di quella odierna ma comunque molto partecipata: eravamo quasi trenta persone.

Verso le tredici è purtroppo l’ora di riprendere il cammino: ci aspettano quattrocento metri di dura risalita.

Raggiungiamo il costone che domina la malga e, seguendolo, per ripidissimo pendio erboso ci portiamo al Goletto di Valgradello dove pochi metri di piano permettono un momento di respiro. Poi su, ancora su verso il cielo che fa da sfondo al dosso verde che sovrasta il goletto. Qualcuno inizia ad accusare la fatica, qualcuno suggerisce di tagliare verso il Bonardi seguendo una traccia che si vede nel ripido pendio erboso, ma è traccia antica, palesemente interrota da piccole frane e che va a morire in un ripidissimo canalone oltre il quale si vedono solo altrettanto ripidi pendii erbosi tra l’altro intercalati da costoni: no, da solo potrei anche provarci ma con il gruppo preferisco evitare. “Coraggio che ora sono solo duecento metri di dislivello per arrivare ai ruderi della Caserma del Pian delle Baste da dove parte la strada asfaltata che in discesa ci riporterà alle macchine”.

Un breve tratto di discesa che sfruttiamo per un bel recupero di energie, poi ancora su, qualcuno decide di seguire la vecchia e tortuosa strada militare, la maggior parte mi segue per la via più diretta, certo più ripida ma anche molto meno tediosa della sterrata. A metà salita il gruppo si ricompatta e si prosegue per pendio man mano meno ripido, all’improvviso ecco apparire nelle nuvole che qui avvolgono l’ambiente, la scura sagoma della caserma.

Foto LM

Poco a monte si vedono passare alcune persone: li è la strada sterrata che dal Dasdana porta al Passo delle Setta Crocette, un percorso solitamente molto frequentato, oggi lo è probabilmente molto meno per via della strada interrotta molto più in basso, comunque, sebbene la tentazione di non farlo sia forte, ci rivestiamo un poco.

Salendo verso l’ormai prossima strada asfaltata del Crocedomini, incrociamo tre giovani escurisonisti con due asini, il ragazzo non è molto locquace ma le due ragazze invece lo sono e mi faccio spiegare cosa stanno facendo. Interessante il loro viaggio, non solo per l’ausilio degli asini, ma anche per l’insolito percorso: sono partiti da Bedizzole e via monti vogliono arrivare a Sale Marasino.

Strada asfaltata, dai che ormai è fatta, uhm, mai dire mai: pochi minuti dopo inizia a gocciolare, va beh, poche gocce che vuoi che sia. Riuhm, le poche gocce aumentano, qualche tuono e la pioggia si fa intensa, veniamo solleticati anche da qualche piccolo chicco di grandine. Coperti con le giacche da pioggia, che mai devono mancare dallo zaino dell’escursionista montano anche quando questi prevede di camminare nudo, senza patema ci approssimiamo al Bonardi. Vi arriviamo a pioggia quasi esaurita, potendoci così cambiare (altra cosa che non deve mai mancare, come qualcuna deve personalmente oggi sperimentare: il cambio completo da lasciare in auto) un poco più agevolmente.

Bevanda calda al bar del Bonardi e poi si ritorna a casa.

Arrivederci alla prossima, sperando d’essere ancor più numerosi: sarebbe bello tornare ai numeri delle prime uscite che ho organizzato, quando in alcune occasioni siamo stati in trenta e più. Purtroppo oggi contano i numeri e solo coi numeri possiamo guadagnarci la considerazione e il rispetto delle istituzioni (la gente in maggioranza è già su questa strada, anche se poi i padri padroni delle succitate istituzioni, preoccupati più dello scanno dorato che del bene del popolo, ascoltano solo i pochi che si lamentano) considerazone e rispetto che invero ci andrebbero dati per il solo fatto di perseguire una vita sana, ecologica e semplice.

Foto MM

Promuovere la nudità sociale


C’è chi ha troppa paura e chi ha troppa esuberanza, chi si astiene dal parlarne e chi ne parla anche a sproposito, chi svicola dalle domande e chi forza le risposte, c’è chi si pone in una posizione intermedia. Chi ha ragione? Chi si comporta nel modo corretto? Come parlare di nudo in modo costruttivo?

Questo è un tema che ho già trattato in precedenza esaminandone i diversi aspetti e sviluppando consigli utili per farlo in modo efficace, ma rilevo la necessità di rievidenziarlo, lo faccio in modo sintetico: una FAQ della promozione nudista.

  1. Promuovere la nudità sociale non è azione negativa, tutt’altro.
  2. La propaganda è un’operazione che tutti attuano, perché non devono farlo anche i nudisti.
  3. Per promuovere il nudismo è assolutamente necessario sentirsi a proprio agio nel parlarne.
  4. Bisogna parlarne il più possibile però…
  5. Non si fa corretta promozione se se ne parla in contesti o in momenti inopportuni, quindi…
  6. Bisogna sfruttare le giuste occasioni.
  7. Bisogna parlarne in modo tranquillo e aperto.
  8. Non ha senso ed è controproducente andare in giro importunando le persone che s’incontrano sul cammino manifestando a voce alta il fastidio per non potersi spogliare o il desiderio di spogliarsi.
  9. Altrettanto controproducente è il segnalare, senza valido motivo, a tutte le persone che si incontrano per strada l’essere nudisti, che poco prima s’era nudi, che poco dopo ci si metterà nudi.
  10. La promozione non è violenza psicologica, la promozione ha efficacia solo quando è morbida e rispettosa, quando avviene con senso logico, quando si sviluppa in un dialogo nato per reciproco desiderio e continuato per palese interesse della controparte.

Quando il ridicolo sfiora l’assurdo e diviene sospetto


Dopo una settimana che, per varie ragoni, non entravo, oggi apro Twitter e… sospeso permanentemente!

Di per se la cosa è ridicola visto che il mondo volge inevitabilmente verso la sana rinormalizzazione della nudità, ma diviene anche sospetta (e assurda) considerando che da due mesi ero quotidianamento costretto a controllare e bloccare coloro che avevano iniziato a seguirmi dato che molti erano profili pornografici o comunque imperniati sul sesso, con tanto di foto esplicite a libero accesso. Un assedio che mi aveva indotto a rendere provvisoriamente privato il mio profilo: evidentemente ho dato fastidio a tali personaggi che, non potendomi più assillare, si sono accordati e mi hanno segnalato alla moderazione di Twitter.

Il bello e ancor più assurdo è che vedo mascherate foto che non contengono nudità, boh! In apparenza sembra nascosto anche il messaggio fissato che lamentava il cattivo utilizzo delle parole nudismo e naturismo e invitava le persone a non seguirmi se il loro intento era la pornografia, se così è ecco che il sospetto diviene ancor più forte.

Che dire, ancora una volta la pornografia vince sulla normalità del nudo!

Va beh, farò a meno anche di Twitter, ne guadagnerò in ore di libertà da dedicare a me stesso. Mi dispiace non poter nemmeno avvisare i tanti follower seri che mi seguivano, se qualcuno di loro mi legge saluto da qui e li invito a far girare notizia sperando che li possa risentire nei commenti di questo blog.

Ciao!

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