Archivio dell'autore: Emanuele Cinelli

Primavera montana


Partita è la primavera
i pascoli inonda di bucaneve
tra questi le talpe fanno capolino.
Presuntuoso l’elleboro
s’erge sopra i piccoli bucaneve.

Forme contorte,
di verde lanugine ricoperte,
sporgono sull’esile sentiero.
Un piccolo magico gufo dormiglione
silente m’osserva.

Emanuele Cinelli, 20 marzo 2023

Le dure regole della Natura


In periodo di pandemia sono state scritte tante cose ma, in un contesto di imperante mentalità protezionistica, pochi si sono ricordati di prendere in considerazione le dure regole della Natura.

Da tempo si è capito che certe strane morie tra pesci e altri animali sono motivate semplicemente dal sopra popolamento di una determinata area. La natura è capace di mettere in atto dei meccanismi di autodifesa e, nel farlo, non si pone limiti etici: l’etica è una invenzione dell’uomo. Alla Natura non interessa la media mondiale della popolazione, non interessa se far morire sia cosa buona o cattiva, non interessa l’età o la condizione, non interessano tutte le “manfrine” tipiche dell’ essere umano. La Natura guarda al singolo nucleo di popolazione, al piccolo territorio e se in questo i numeri eccedono quelli massimi per una buona sopravvivenza ecco che scattano le epidemie dove, ovviamente, altro importante meccanismo di autodifesa, a cadere sono i più deboli.

Non voglio affermare che questa sia la motivazione della pandemia che ci ha colpito in questi ultimi anni, non ho le competenze per farlo, voglio solo richiamate l’attenzione su un aspetto troppo spesso trascurato: la Natura e le sue “regole” (tra virgolette perché la Natura non ha regole ma solo opportunistici meccanismi spontanei di autodifesa).

Ipocrisia delle reti sociali e sociale in genere


Invero volevo titolare ipocrisia delle reti sociali, ma poi ho ragionato sul fatto che dietro le scelte delle reti sociali ci sono invero le abitudini e le convinzioni di coloro che le frequentano.

L’ipocrisia è quella solita: l’accettazione di quanto sessualizza il corpo e l’opposizione ferma di quanto lo naturalizza e rinormalizza.

Ecco una serie di immagini non bannate da Youtube sebbene siano, a differenza di quelle di nudo semplice e puro, tutt’altro che prive di significato sessuale. Specifico che non voglio affermare che siano inopportune, ma solo evidenziare l’ipocrisia poc’anzi descritta: perchè squeste sono permesse e quelle, ben più educative, di nudo no?

Eccoci nuovamente di fronte al solito problema del un peso due misure!

Preciso che sono tutte prese da profili che nulla hanno a che vedere con il nudismo o il naturismo ne tantomeno con il sesso e la pornografia, anzi, sono tutti profili che trattano di musica, sport, cucina, viaggi, yoga, stretching, la descrizione di spiagge e altri luoghi.

Evidenzio, inoltre, che non voglio minimamente contestare il diritto delle persone ritratte di vestirsi e mostrarsi come preferiscono, voglio solo rilevare che sebbene possa non essere loro volontà quella di stimolare il desiderio sessuale, di fatto leggendo i commenti è questo quello che ottengono, una cosa che non succede nei post dove la nudità viene normalizzata.

Ferragni e l’oscurantismo della sessualizzazione dei corpi


Quando non si sa come obiettare a un messaggio, vuoi per impossibilità, vuoi per incapacità, ma, per invidia o partito preso o altro, lo si vuole comunque fare ecco che si scenda sul personale e si cerca di distruggere la reputazione di chi quel messaggio ha trasmesso.

L’unico errore di Chiara Ferragni è stato il finto vedi nudo, una scelta che di fatto a pesantemente danneggiato il messaggio: dimostra che quanto affermato non è di fatto attuabile.

Se vuoi dire alle donne, e alle persone in genere, che devono liberarsi dalla sessualizzazione dei corpi e dall’oppressione di genere devi presentarti con una voluminosa tonaca coprente da testa a piedi e, man mano che parli, progressivamente spogliarti fino a restare nuda, veramente nuda.

La vera ed unica piena risposta a tale pesante problematica è quella dei nudisti, invece di osteggiarli o ignorarli vanno quantomeno supportati, meglio ancora imitati.
Basta, è ora di dare una bella scossa a questo mondo ipocrita, contemporaneamente sessodipendente e nudofobico, collabora con noi: partecipa a VivAlpe.

RINORMALIZZAILMONDO

VivAlpe e ricostruzione dell’armonia del corpo


Un non indifferente numero di persone è riuscito a sganciarsi dai condizionamenti sociali e vive in armonia con il proprio corpo, la restante parte sono persone che, coscientemente ma più spesso incoscientemente, permangono nel disagio della disarmonia.

Molti sono segnali di un cattivo rapporto con il proprio corpo. Alcune persone non riescono a conviverci e ci finiscono in malattia, alcune cercano di ignorarli e vivono nel costante disagio, altre li mascherano imponendosi innaturali regole comportamentali e vivono nella subdola convinzione d’essere in armonia con il proprio corpo.

Infine, purtroppo, sussiste una minoranza, sufficientemente rumorosa da farsi supportate dalle istituzioni e da amministratori più attenti a sé stessi che al diritto comunitario, che del suo disagio accusa gli altri e, nella pretestuosa convinzione d’essere infallibilmente giusti, tali innaturali regole comportamentali non le impongono solo a se stessi ma, con più o meno esplicita prepotenza, le impongono anche all’intera comunità, costringendo tutti a vivere nel disagio dell’innaturale e spesso ipocrita costante copertura del corpo, quantomeno di una sua, più o meno estesa a seconda della situazione, parte.

Per i primi, purtroppo, è necessario un intervento psicoterapeutico anche se comunque possono trovare rinforzo nella pratica della nudità personale e sociale, per tutti gli altri c’e…

VivAlpe

un programma di escursioni sui monti del bresciano (con qualche uscita fuori dai confini provinciali), escursioni inclusive per rieducare a un corretto vivere naturale, per riequilibrare il rapporto che le persone hanno con il proprio corpo, per rinormalizzare la nudità e con essa il mondo.

Partecipa anche tu!

La nudità non è obbligatoria e potrai eventualmente arrivarci con i tempi che ti necessitano, l’accoglienza è sempre confortevole e immediatamente ti sentirai parte del gruppo, non ci sono costi di iscrizione e costi di partecipazione (salvo le spese vive di viaggio da gestirsi in autonomia), se hai bisogno di passaggio auto basta segnalarlo al momento della registrazione all’uscita e si cercherà di fornirtelo.

Ovviamente servono una discreta abitudine al cammino in montagna (devi aver già fatto qualche decina di escursioni su sentieri di montagna), un buon allenamento fisico generale (essere in grado di camminare in salita su fondo irregolare per quattro ininterrotte ore), l’abbigliamento mimino indicato in ogni scheda descrittiva dell’escursione (reperibile nella pagina Eventi di questo blog), e si, abbigliamento: a parte il fatto che purtroppo ad oggi non è possibile stare nudi ovunque, siamo in montagna e la montagna non ammette leggerezza, bisogna essere sempre pronti ad ogni evenienza

Ti aspetto!

Te pareva: carcere ai nudisti!


Li aspettavo al varco, ne ero certo che sarebbe saltato fuori qualcosa contro il nudismo, non mi aspettavo, però, addirittura il carcere:

Wired 27/01/2023 “Fratelli d’Italia vuole il carcere per i reati di buon costume“: la proposta di legge di Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, prevede da 3 mesi a 3 anni per, tra le altre cose, il nudismo.

Crescere, no eh.

Va beh, io propongo 5 anni di carcere per chi, pur rivestendo un ruolo che imporrebbe di non parlare a vanvera, invece di informarsi preferisce rimanere nella sue beata ignoranza e profondere immani stupidate!

Egregio Signor Viceministro la invito ad una delle uscite di VivAlpe, potrà rendersi facilmente conto delle notevoli elevate qualità morali del nudismo, dei suoi tanti indiscutibili vantaggi personali e sociali, di quanto il mondo e soprtatutto l’Italia abbiano bisogno di nudo libero, di nudo rinormalizzato, eh si ri perchè un tempo non molto lontano il nudo era normale!

Photo by Kindel Media on Pexels.com

Nudo è…


Meno spesa in vestiti!

Zero sudore quando fa caldo!

Sudare solo il necessario!

Non temere di bagnarsi!

Non temere di sporcarsi!

Poco da lavare!

Meno detersivi!

Meno consumi!

Grande risparmio

Meno microplastiche!

Zero veleni per l’ambiente!

Zero tossicità per la pelle!

No zone bianche sul corpo!

Essere sempre sé stessi!

Poche cose in valigia!

Photo by Vlada Karpovich on Pexels.com

Viaggiare leggeri!

Inclusione!

Non si possono nascondere armi!

Essere innocqui!

Il piacere dell’infante!

Educazione della mente!

Correttezza comportamentale!

Migliore termoregolazione!

Massima traspirazione!

Respiro per il corpo!

Zero batteri sulla pelle!

Zero funghi sulla pelle!

No irritazioni della pelle!

Maggiore resistenza al freddo!

Meno malattie!

Migliore visione posturale!

Maggiore percezione muscolare!

Felicità immensa!

Mimetismo in natura!

Massima percezione del mondo circostante!

Rispetto dell’ambiente!

Rispetto di sé stessi!

Rispetto degli altri!

Rispetto di genere!

Assenza di violenza!

Un mondo migliore!

Buon Anno Nuovo


Facciamo che sia l’anno della rinormalizzazione del nudo.

Buon 2023 di libertà totale!

Auguri


Dopo una pandemia che ci ha costretti a coprire persino naso e bocca bisogna assolutamente superare l’assurda vergogna del corpo e sperimentare il respiro a tutta pelle. Quale miglior momento se non le feste di fine anno.

VIVERE NUDI


Praticità

Salute

Ecologia

Rispetto

Tranquillità

Socialità

Empatia

Inclusione

Di tutto di più contro la nudità sociale, ma…


Quanto segue è una non mediata raccolta di affermazioni relative al nudismo. Per qaunto in alcuni casi possa sembrare incredibile, sono tutte reali, cioè le ho io stesso sentite pronunciare o le ho personalmente lette sui forum e sulle reti sociali. Per ognuna ho inserito un mio commento, non tanto per rispondere alle palesi falsità o alle stupide offese, non ce n’è bisogno, ma per aiutare chi non è nudista a comprendere la realtà del nudismo e chi è nudista a rafforzarsi nella propria verità.

Bella immagine di felicità, ma dovevano essere vestiti.

Si tratta di un commento su Youtube al video di una mamma che, coperta dall’acqua fin quasi alle spalle, danza nella piscina di un villaggio nudista tenendo in braccio la figlia.

Perchè mai dovevano essere vestiti? Evidente la volontà di non accettare l’evidenza (il nudo rende felici genitori e figli di certo quanto ma magari anche più dei vestiti) o/e di trovare a tutti i costi qualcosa da ridire.

Poveri bambini costretti a vedere tutti quei cosi ciondolanti.

Altro commento su Youtube a un video su una festa nudista, ma ne ho letti altri anche sulle reti sociali.

Il fatto di usare termini aspecifici per fare riferimento al pene o alle mammelle la dice lunga sul cattivo rapporto che ha costui e hanno costoro con il corpo proprio e altrui, detto questo è facile osservare che i bambini, finché non vengono diversamente e forzatamente condizionati dai genitori, si trovano a loro pieno agio nella nudità e proprio non badano alla nudità altrui, ivi comprese le parti ciondolanti.

I documentari sugli animali sono sempre istruttivi.

Commento a un video che illustra un villaggio nudista francese e che vorrebbe chiaramente risultare offensivo verso i nudisti, mentre dimostra solo l’ignoranza di chi l’ha scritto o di chi la pensa allo stesso modo.

Evidentemente costui si crede un vegetale o un minerale, oppure, più probabilmente, ha studiato poco o nulla le scienze naturali: in natura esistono solo tre regni (animale, vegetale e minerale) e gli esseri umani, volenti o nolenti, nudi o vestiti che siano, appartengono al regno animale.

I vecchi, i ciccioni, i brutti dovrebbero avere la decenza di stare vestiti.

Ho raggruppato vari commenti in uno solo.

Affermazione discriminatoria generata da una visione sesso centrica del corpo (tramite le reti sociali è abbastanza facile appurare che costoro siano abituali frequentatori dei siti pornografici) e palese l’intenzione di offendere chi pratica il nudismo. Le due cose portano a suggerire a costoro innanzitutto di applicare a se stessi la decenza (pornografia e offese sono sempre indecenti, stare nudi no) e poi di regalarsi una lunga e altamente istruttiva, nonchè salubre, immersione nel nudo sociale.

Le spiagge nudiste attirano guardoni.

Vero, ma non per volontà dei nudisti che, al contrario, li allontanano. Per altro i guardoni sono presenti anche in luoghi frequentati solo da persone in costume da bagno o vestite dove spesso nessuno li allontana. Bisogna però chiedersi cosa ha generato le turbe sessuali che spingono alcune persone a diventare guardoni ed è facile capire che sono stati i tabù del corpo. L’esposizione alla nudità, annullando tali tabù e rieducando alla corretta sessualità, porterà inevitabilmente alla sparizione (guarigione) dei guardoni.

I nudisti sono per metà esibizionisti e per metà guardoni.

Assolutamente falso dato che in un ambito dove tutti sono completamente nudi si vede ma, inevitabilmente, non si guarda e dove nessuno guarda l’esibizionista si sente fuori posto e si allontana, o perde la sua tendenza esibizionistica: il nudismo è medicina per questi e altri mali sociali.

Tutti scambisti.

Innanzitutto l’utilizzo di “tutti” è sempre sbagliato: tutti non li puoi conoscere. Detto questo, inutile negarlo, vero che anche tra i nudisti ci sono scambisti e che alcuni scambisti amano la nudità sociale, d’altro canto non tutti gli scambisti sono nudisti. Per altro gli scambisti sono ovunque, magari anche tra i vostri colleghi, amici o famigliari.

Pervertiti e pedofili.

Sinceramente questi sono molto più numerosi fuori dagli ambiti nudisti: il nudismo è prevenzione e cura delle devianze sessuali.

Quelli che ce l'hanno corto possono fare a meno di mostrarlo, nessuna se li fila.

Visione sessocentrica e, comunque, non ci si mette nudi per trovare compagnia sessuale.

La gente scappa da quel posto per colpa dei nudisti.

Classica scusa addotta, anche dalle istituzioni, per agire contro il nudismo; viene però sconfessata dall’alto numero di presenze vestite nei luoghi dove i vestiti sono facoltativi e anche nelle spiagge nudiste pubbliche: essendo, per legge, aperte a tutti tantissimi sono i non nudisti che, senza nessunissimo problema, vi transitarvi o vi si fermano.

Maledetti nudisti, m'impediscono di frequentare quella spiaggia che a me piace tanto.

Nei luoghi nudisti privati, villaggi e qualche spiaggia, come meccanismo di autoprotezione e autodifesa dalla forzata e talvolta violenta invasione dei vestiti, spesso vige l’obbligo alla nudità e questo in effetti risuona come una limitazione d’uso a chi nudo non vuole stare, ma la stragrande maggioranza delle spiagge nudiste pubbliche, ufficiali o no, è liberamente fruibile da chiunque, nudo o vestito che sia. Consideriamo anche che i luoghi nudisti sono molto pochi e sempre di limitata estensione, chi non vuole stare nudo o non vuole vedere persone nude ha, ovunque, a disposizione una grande estensione di spiagge e di territorio. La vera limitazione della libertà personale è che, con un trattamento “due pesi, due misure”, il nudo non è ammesso o è addirittura palesemente vietato fuori dai luoghi ad esso specificatamente dedicati. Appare così chiaro essere vero il contrario di quanto espresso dall’affermazioe in esame: per colpa dei non nudisti la stragrande maggioranza del territorio risulta indisponibile a chi vuole starsene tranquillamente, semplicemente e salubremente nudo.

Per colpa dei nudisti non posso portare i miei figli in quella spiaggia.

Già detto, i bambini non hanno nessunissimo problema con la nudità, casomai sono i genitori ad averne, ad aver timore che i figli possano desiderare di mettersi a loro volta nudi (estremamente probabile per bimbi sotto i sei anni), ad aver paura di eventuali domande scomode da parte dei figli.

Vergogna, mostrare il proprio corpo ad altri.

Ci rendiamo conto di dove alcune correnti di pensiero ci hanno portati? Aver vergogna del proprio naturale corpo? Vergogna, piuttosto, di aver vergogna del corpo.

Ci sono stati nudisti, non posso più andarci io.

Perché? Qual’è il problema?

Mi dovete pagare pulizie supplementari: dovrò pulire a vapore tavoli, sedie e pavimenti, lavare più volte le tovaglie.

Richiesta che mi è stata fatta da un ristoratore quando gli ho chiesto se ci concedeva la sala per una cena nudista: chissà cosa pensava facessimo! In ogni caso, il corpo nudo è sicuramente più pulito e igienico dei vestiti, non sono necessarie pulizie straordinarie.

Mi fate scappare i clienti.

Questione tutta da provare, stando alle esperienze fatte nessuno dei locali che ci ha accolto o che ha accolto altri nudisti ha poi dovuto lamentare un calo di presenze, anzi, ha trovato nuova clientela nei nudisti che sono tornati anche da vestiti.

Questo è un luogo di cultura non potete mettervi nudi.

Frase che ci è stata rivolta come motivazione per negarci la nudità durante una nostra esclusiva visita a un museo. Invero, come testimoniato dai sempre più numerosi eventi nudisti tenuti presso musei o teatri, la nudità è cultura: la cultura di un sano rapporto con il corpo.

Questo è un luogo sacro bisogna dargli rispetto.

Affermazione che si trova sempre più spesso appesa fuori da chiese e santuari con evidente riferimento alle minigonne, ai top, ai torsi nudi, figuriamoci cosa potrebbe succedere per un nudo integrale. Questi parroci dimenticano la sacralità del corpo che fa peccato del suo celare non del suo mostrare, dimenticano che Gesù si mise nudo per farsi battezzare e che, per molti secoli, il battezzo si faceva stando nudi, dimenticano che la nudità era, e sarebbe ancora, forma di devozione e rispetto (vedi episodio di San Francesco), trascurano le tante statue e i tanti dipinti presenti nelle chiese dove domina la nudità.

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Gli verranno tette e scroto flaccidi.

Mi spiace dirvelo ma vengono anche stando vestiti.

Non è igienico.

Tutt’altro, è molto più igienico che stare vestiti e lo hanno dimostrato vari studi scientifici.

Che fastidio la sabbia dappertutto.

Invero da nudi la sabbia, non compressa e strisciata dal costume, non provoca assolutamente nessun fastidio. Poi asciuga molto più rapidamente e, quindi, resta attaccata alla pelle per molto meno tempo.

Ti si infila la sabbia negli orifizi.

Questo può succedere solo per bocca, occhi, orecchie e naso, che sono scoperti anche per i non nudisti. Nell’ano, nell’uretra e nella vagina la sabbia può arrivarci solo se ve la si spinge dentro a forza, e questo è caso mai provocato dalla pressione del costume.

Dulcis in fundo, l’affermazione più balzana che abbia letto. Giuro, letta su Youtube a commento di un video su un villaggio nudista nell’ interno della Francia che ha la spiaggia lungo un fiume, ma letto e sentito anche in altre occasioni….

A fare il bagno nudi gli si infilano pesciolini, serpentelli e vermi su per la fica e l'ano.

Ma dai, non è possibile credere a cose di questo tipo: narici, orecchie, occhi e, orifizio più grande in assoluto, bocca sono decisamente più accessibili e in posizione meno protetta eppure non ricevono tali sgradite visite.

Il tempo delle balle


Senza farne un riferimento partitico preciso visto che è abitudine assolutamente trasversale, in questa sede pongo attenzione a un solo ambito, quello al momento più appariscente e a mio parere più deprecabile, ma la questione ha sviluppo decisamente orizzontale e coinvolge tanti altri ambiti, compreso quello dei comuni rapporti interpersonali.

Già da qualche lustro la propaganda politica, in una evidente povertà ideologica e valoriale, si è trasformata dalla corretta promozione dei propri programmi alla scorretta e spesso incivile delegittimazione dei programmi altrui. Inevitabile, sotto la spinta di un paio di personaggi, l’evoluzione in quello che, purtroppo, da molti viene oggi considerato assolutamente normale: il reiterato e programmatico ricorso alle balle, alias notizie false o, per altra insulsa abitudine, più comunemente fake news.

Dato che al peggio non c’è mai fine, ecco che sono nati i diffusori di notizie false, in primo momento persone pagate dai partiti per creare spazio alle loro balle attraverso la specifica disinformazione, ma presto, per moto più o meno incredibilmente spontaneo, vi si sono associate persone che nulla hanno a che fare con i partiti o i politici di riferimento, ne sono solo dei ciechi sostenitori. Costoro, senza nessun guadagno se non quello di dare una parvenza di importanza alla loro silente esistenza, prendono tali balle, le fanno proprie e le diffondono a tutto spiano. L’idea comunicativa dietro a tale pratica è che una balla se ripetuta tante e tante volte diventa verità, e, purtroppo, nel costante immiserimento culturale che rende le persone incapaci di ragionare con la propria testa, i fatti danno loro ragione.

Potrà il futuro cambiare strada?

Si dice che una volta toccato il fondo si possa solo risalire, purtroppo l’esperienza insegna che nelle questioni ideologiche il fondo è qualcosa di imnateriale, qualcosa che si sposta senpre più in basso. Si può solo sperare che tale fondo decida di materializzarsi e, da solido, possa diventare base di spinta per la risalita.

Sconvolgente rivelazione


Eh si, vi devo dare una notizia sconvolgente, l’affermazione che dagli oppositori viene usata per screditarli, per convincere le persone ad averne ribrezzo e per istigare le istituzioni a contrastarne l’esistenza è assolutamente vera: i nudisti fanno sesso.

Toh, guarda, evidentemente per costoro i non nudisti sono tutti e tutte casti e caste vergini? Eh, no, non è così, altrimenti ci saremmo estinti da secoli, non esisterebbero gli articoli e le consulenze sessuali, non ci sarebbero prostituzione, riviste di sesso e siti pornografici.

Emanuele, guarda che ad essere puri verginelli e verginelle sono quelli e quelle che con tale argomento danno addosso ai nudisti! Uhm, ne siamo sicuri? Qui è forse meno semplice dimostrare il contrario, però è quantomeno probabile che in maggioranza non lo siano: molti degli oppositori (ne conosco alcuni dal vivo e altri ho avuto modo di conoscerli tramite le reti sociali) hanno figli e i figli, salvo non siate ancora convinti che vengono portati dalla cicogna, derivano dalla copulazione che, penso siate tutti d’accordo, è atto sessuale.

Beh, qualcuno osserverà, con quella frase intendono dire che i nudisti sono dedidi al libertinaggio sessuale, ovvero si intende che fanno sesso in pubblico, con forme esibizionistiche e praticando lo scambismo. Uhm, innegabile che i luoghi nudisti siano talvolta frequentati da persone dedite al libertinaggio sessuale, così come del resto succede, in maggiore misura, in ogni altro luogo del pianeta, ma come fanno i nostri oppositori a saperlo? Sono forse loro stessi abituali frequentatori di luoghi nudisti e se si perché li frequentano? Che forse sono essi stessi a essere quei guardoni o quegli smanettatori o quegli scambisti che usano come arma per denigrare i nudisti? La loro è magari solo una ritorsione per essere stati cacciati (eh, si perché è questo che succede a tali personaggi) dai luoghi nudisti?

Qui possiamo fare solo ipotesi, comunque è certo che alcuni, con lo scopo di difendere la loro obsoleta mentalità e/o il loro brutto rapporto con il corpo, mentano spudoratamente e altri, per la stessa ragione, vadano a ruota parlando solo per sentito dire. Però in effetti, per quanto detto sopra, in qualche caso potrebbero anche parlare per esperienza diretta: il nudismo è parte della società di conseguenza ne raccoglie in debita percentuale parte delle abitudini, ovvero una certa percentuale di esibizionisti e scambisti sono anche nudisti e viceversa. Eh, si, magari non si sono accorti che inibizione sessuale, esibizionismo e scambismo sono presenti in società distintamente dal nudismo: i numeri del libertinaggio sessuale vanno ben oltre i numeri del nudismo e le strutture appositamente create per ospitare guardoni, esibizionisti e scambisti sono ben più numerose di quelle dedicate al nudismo. D’altra parte, come è facile verificare attraverso le reti sociali, alcuni degli oppositori al nudismo sono frequentatori di ambienti pornografici e/o (qui mi rifaccio anche a conoscenze personali) si pronunciano spesso in commenti entusiastici sotto i post e le foto (queste si esibizionistiche) che mostrano sederi, mammelle e peni coperti, si fa per dire, da attillatissimi e sottilissimi tessuti.

Insomma, prima di (s)parlare è sempre bene conoscere ciò di cui si vuole parlare, è sempre opportuno accertarsi di non avere scheletri nel cassetto, è sempre necessario chiedersi se le cose sentite siano vere o quale reale impatto abbiano sulla società e prima di dare credito a chi sparla chiedersi sempre perché lo faccia, chi esso sia, quali interessi abbia, se siano o meno affidabile.

La verità sulla promozione del nudo, in Italia e non solo


Premessa

Quanto segue deriva da anni e anni di lettura di forum e di reti sociali, dall’aver letto e sentito migliaia di lamentele verso la mancanza di opportunità per stare nudi, dall’aver letto messaggi di nudisti contrari alle immagini di nudo, dall’analisi puntuale della situazione, dal confronto pseudo statistico tra i numeri delle parti in gioco, il tutto mediato da vent’anni di nudismo attivo, partecipativo e propositivo.

Certo la libertà d’azione e di pensiero è diritto naturale di ogni persona, d’altra parte bisogna anche avere coscienza che, in un mondo sociale il nostro pensiero e il nostro agire, volenti o nolenti, trasmettono messaggi e, quindi, determinano risposte. La comunicazione corretta e vantaggiosa è solo quella che si preoccupa di gestire non solo i messaggi ma anche le risposte.


Non è vero che in Italia la legge è contro il nudismo, casomai esiste un vuoto legislativo e nel vuoto ci si può navigare comodamente (purtroppo persiste una ottusa convenzione giuridica oppostiva, ma molte, comunque, sono le sentenze a favore della nudità pubblica).

Non c’è vera opposizione alla nudità sociale, più che altro ci sono nudisti paranoici che vedono opposizione ovunque.

Le reazioni di chi, girando la curva di un sentiero o lo spigolo di una rupe, si trova davanti qualcuno nudo sono assolutamente comprensibili e, per il novantanove per cento delle volte, sono solo reazioni di stupore, non di fastidio o di opposizione, tant’è che durano giusto un attimo e si risolvono in pacifica indifferenza o, addirittura, in domande interessate: al momento non è comune vedere persone nude fuori dagli specifici contesti nudisti.

Non mancano le opportunità di stare nudi, mancano le persone che vogliano sfruttarle a pieno.

Non è pensabile che le persone si spoglino quando gli si ventila loro conseguenze nefaste come il dover vivere nella vergogna o addirittura nella paura.

I principali nemici della nudità sociale sono quei nudisti che professano una nudità nascosta e silenziosa.

Non sono corretti, ma (comprensibilmente) sottomessi (e negativamente timorosi) quei nudisti che all’arrivo di altri si rivestono ancor prima che questi altri abbiano manifestato fastidio.

Professare lo spogliarsi solo all’interno dei villaggi all’uopo dedicati ha come unico effetto quello di rinforzare l’idea che il nudo sia cosa sporca assolutamente da chiudere in opportuni recinti.

Appoggiare l’oscuramento delle aree nudiste da sostegno a chi afferma che queste siano solo dei luoghi di svago sessuale, tali e quali ai club privè del sesso.

Insensato che, da nudisti, anche quando la situazione consente una nudità agevole si debba sentire il bisogno di vestirsi, vedi ad esempio in un villaggio nudista lo spostarsi dalla tenda alla spiaggia, il passare la sera d’innanzi alla propria casetta, il ballare tutti insieme, eccetera.

Il nudismo può essere compreso solo spogliandosi in un contesto sociale.

Pretendere la nudità obbligatoria nei villaggi nudisti nega a molti la possibilità di capire e spogliarsi.

Pretendere anche nei luoghi nudisti non privati la nudità obbligatoria provoca solo la rivalsa di chi, da non nudista, vorrebbe comunque poter frequentare quei luoghi (spesso sono i più belli di una costiera o di un fiume o di un torrente o di una montagna).

La nudità non sarà mai vista come normale finché negli ambienti nudi saranno imposte limitazioni comportamentali aggiuntive a quelle esistenti negli ambienti vestiti, ad esempio (e prima fra tutte visto che è cosa fortemente desiderata da chiunque vada in vacanza o a fare una gita) il divieto di fare fotografie e riprese video.

Impossibile trasmettere un valido messaggio nudista senza usare immagini di nudo.

Per avere bisogna dare: non è la silenziosa sottomissione che ci può portare rispetto, bensì la rumorosa manifestazione di presenza, di diritto e… si, anche di pacifica ribellione.

VivAlpe 2022, tiriamo le somme


Domenica 16 ottobre 2022 si è effettuata l’ultima escursione di VivAlpe 2022, una radiosa giornata ha accompagnato me, Maria, Giancarlo e Gianluigi prima tra i boschi di Bovegno poi sui pascoli sottostanti Monte Campione: arrivati al Roccolo di Bertaedo con ampio anticipo sul previsto si è deciso di salire ancora un poco. La temperatura ci ha imposto il cammino vestito, ma alla pausa pranzo, un’ora sugli assolati pascoli di Malga Gandina Bassa, non ci siamo lasciati sfuggire il forse ultimo bagno di sole. Ad un certo punto un fruscio mi fa notare due cani da caccia che salgono verso di noi, mi alzo e immediatamente incrocio lo sguardo di un cacciatore: lo saluto con la mano e lui, tranquillamente e cordialmente, risponde al saluto. Cinque minuti dopo notiamo una coppia sul pendio sopra di noi, salita dietro il crinale è uscita su di un pianetto abbastanza discosto ma comunque ancora abbastanza vicini da poter notare la nostra nudità: nel fermarsi per prendere fiato ci osservano con attenzione, presumibilmente per focalizzare quello che la distanza lascia intuire, poi tranquillamente riprendono il loro cammino.

Questi ultimi innocui incontri tra nudo e non nudo vanno a sommarsi, sia nell’ambito delle uscite di VivAlpe sia in quello delle mie numerosissime uscite individuali, agli altri di quest’anno e ai molti degli anni precedenti, rinforzando, anzi, consolidando l’idea di una società oggi pronta a considerare assolutamente normale la nudità: seppure restino importanti sacche di resistenza, decisamente molto più numerose sono le persone che già si comportano con totale indifferenza verso chi è nudo e il loro numero cresce costantemente. Ovviamente manca ancora l’abitudine alla condivisione del territorio e, pertanto, l’incontro con escursionisti nudi può generare momenti di stupore e, talvolta, di leggero disagio, comunque presto superati se chi è nudo si comporta come se fosse vestito: sorrisi e cordiali saluti, magari anche fermate dialogative, eventualmente con la scusa di chiedere informazioni sul percorso.

Purtroppo, per varie ragioni, si deve rilevare una quasi inesistente crescita di coloro che tornano alla nudità quotidiana, nonostante questo, dopo anni di stasi, quest’anno dal blog sono arrivati una ventina di nuovi contatti, si è incrementato di dodici il numero delle iscrizioni alla lista degli “Amici di Mondo Nudo” approssimandosi a quota cento (98), alle uscite ci sono state dieci nuove presenze (tra le quali uno studente di giurisprudenza) e si è registrato un discreto innalzamento del totale presenze quest’anno arrivato a 57 (64 iscrizioni):

  • Valle delle Pule – 15 iscritti, 11 presenti
  • Maniva – 14 iscritti, 12 presenti
  • Bazena – 12 iscritti 12 presenti
  • Valle dell’Adamè – 5 iscritti, 5 presenti
  • Tonale – 9 iscritti, 9 presenti
  • Campiglio – 5 iscritti, 4 partecipanti
  • Bovegno – 4 iscritti, 4 partecipanti

Penso di poter affermare che questo 2022 sia stato una buona annata per VivAlpe, per l’escursionismo nudista e per la rinormalizzazione della nudità, la qual cosa, nonostante le statistiche del blog siano da diversi anni costantemente in calo e veda un grande e costante disimpegno dei nudisti a promuovere la rinormalizzaizone della nudità, ha ridato forza alla mia voglia, negli ultimi anni scesa ai minimi termini, di proseguire nella mia iniziativa: ho già predisposto il programma VivAlpe 2023 che pubblico qua sotto.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato alle uscite, a quelli che seguono il blog e agli iscritti su Telegram.

Ciao.

Programma VivAlpe 2023

30 Aprile

Villanuova sul Clisi (Val Sabbia) – Anello Baorsi di Mezzo

Lunghezza 7 km

Dislivello positivo 650 m negativo 650m

Quota minima 210 m massima 750 m

28 Maggio

Inzino (Val Trompia) – Malga Casera

Lunghezza 8 km

Dislivello positivo 750 m negativo 750 m

Quota minima 400 m massima 1060 m

25 Giugno

Pezzaze (Val Trompia) – Anello del Vivazzo

Lunghezza 12 km

Dislivello positivo 900 m negativo 900 m

Quota minima 600 m massima 1250 m

30 Luglio

Campiglio (TN) – Malga Vaglianella

Lunghezza 8 km

Dislivello positivo 450 m negativo 450 m

Quota minima 1630 m massima 2000 m

27 Agosto

Val Dorizzo (Bagolino) – Anello di Brominetto

Lunghezza 10 km

Dislivello positivo 900 m negativo 900 m

Quota minima 1170 m massima 1960 m

24 Settembre

Tonale (Val Camonica) – Laghetto di Bles

Lunghezza 9 km

Dislivello positivo 750 m negativo 750 m

Quota minima 1760 m massima 2500 m

29 Ottobre

Sabbio Chiese (Val Sabbia) – Valle di Monte Corvino

Lunghezza 5 km

Dislivello positivo 350 m negativo 350 m

Quota minima 320 m massima 520 m

Ma perchè gli italiani…


L’algoritmo di Youtube è fatto in modo da mostrarvi sempre più gli argomenti che visionate, così sulla mia pagina ormai appaiano diversi video che trattano il tema del nudo. Molti sono pubblicati da associazioni nudiste o naturiste, altri da nudisti, ma alcuni sono di persone, youtuber, vlogger, che capitano più o meno casualmente su spiagge dove il nudo è richiesto o ammesso.

Ultimamente ne ho trovati parecchi di americani, o altri stranieri, e tutti, indistintamente tutti, si mostrano indifferenti al problema della nudità, di più, finiscono con manifestare quanto si siano sentiti bene nel mettersi a nudo. Recentemente, per la prima volta, sono incappato in un video di una coppia italiana e…

ma cavolo, perchè gli italiani devono essere così ottusi?

questi, appena arrivati in spiaggia, precisiamo che si tratta di Barcellona, quindi Spagna, una nazione dove per legge la nudità è ammessa pressochè ovunque, subito partono manifestando il loro dissenso per la presenza di persone nude: “non abbiamo nulla contro il nudo” classica frase che, unita a quanto poi si fa seguire, invero dice proprio l’opposto di quello che vorrebbe affermare, “ma perchè dobbiamo sorbirci la visione di persone nude, le zone dovrebbero essere nettamente separate”.

Ma guarda te, come si vede dal video su quella spiaggia ci sono migliaia di persone e nessuno si lamenta, arrivano loro due e volgiono cambiare tutto, ma va! Perchè non cambiate voi, perchè non siete voi a spsotarvi in una zona priva di persone nude, ma ancora meglio perchè non sfruttate l’occasione per provare a mettersi nudi così come hanno fatto le decine di youtuber e vlogger di altra nazionalità?

Ovviamente non intendo sparare nel mazzo ma in un articolo opinionista non posso nemmeno perdermi in mille differenziazioni, per cui…

Come spesso, troppo spesso, accade, gli italiani si vogliono distinguere dagli altri, almeno lo facessero in bene ma no, lo fanno in male!

VivAlpe 2022: cinque e sei!


Altre due uscite messe in saccoccia: VivAlpe 2022 continua imperterrito a inanellare successi.

Nell’uscita di agosto ci siamo trovati in nove per salire al Castellaccio, piccola e ardita punta posta sopra il noto valico del Passo del Tonale. Partito dal grande parcheggio posto sotto il passo sul suo versante bresciano, il bel gruppo, del quale facevano parte ben quattro nuovi amici, si è incamminato per discendere fino al simpatico laghetto della Case di Poi. Qui la sterrata terminava per lasciar posto a un sentiero, questo, però, contrariamente alle aspettative moriva quasi subito nel pascolo, che si è dovuto discendere camminando nell’erba alta che a tratti nascondeva zone acquitrinose. Superato il piccolo imprevisto si è giunti alla malga sottostante dove, presa una bella strada cementata, cerchiamo il sentiero che dobbiamo imboccare che, però, è inesistente. Con l’aiuto del gps, aggiriamo la zona di pascolo recintata per cercarlo più a valle, all’interno di una bella conifera: pochi minuti ci bastano per trovarlo.

Seguendo la larga traccia perveniamo a un ponte che ci acconsente di attraversare senza problemi il largo torrente Ogliolo, sull’altra sposta s’inizia a salire. Una bella e dolce salita su fondo reso morbido dagli aghi della conifera ci porta a scavalcare un largo costone per scendere leggermente nella larga Val Sozzine, poi si riprende a salire. La comoda mulattiera di guerra sale dolcemente con vari tornanti e fa ipotizzare una tranquillissima camminata, invece… invece ad un certo punto la mulattiera diviene un sentiero che, sebbene con vari tornanti, prende il pendio più direttamente, in particolare nei vari tornanti dove proprio bisogna salire sulla linea di massima pendenza, infine alcuni punti parzialmente franati rendono il tutto ancor più faticoso: qualcuno inizia a segnare il passo, comunque stringendo i denti e incitato da quelli di noi che gli sono rimasti a fianco, continua a salire. Arriviamo alla sommità di un bel dosso erboso a pochi metri dall’altro sentiero, quello che seguiremo in discesa, su questo stanno salendo alcune persone che, passandoci davanti, non si mostrano per nulla disturbate dalla nostra nudità, solo una giovane coppia chiede se non temiamo di scottarci.

Il gruppo si ricompatta, io decido di restare con l’amico che, seduto a terra, è palesemente in crisi energetica e indico agli altri di procedere. Saliamo ancora qualche centinaio di metri di quota per portarci a una baracca di guerra dove è possibile trovare un posto comodo per fermarsi e mettersi al riparo dalla forte insolazione. Qui si sono fermati anche altri due di noi, poco dopo rientrano quasi tutti gli altri, alla fine solo hanno proseguito per la vetta. Li attendiamo un poco ma poi la fame si fa sentire e con tranquillità iniziamo in nostro meritato pranzo, al cui termine eccoci tutti riuniti. Mentre gli ultimi due mangiano, prendiamo un poco di sole e scambiamo ancora qualche chiacchiera, poi ci rimettiamo in cammino per rientrare alle auto. Discesa comoda, durante la quale incontriamo una donna dal viso montagnino che, priva di zaino, sta velocemente salendo, io e Stefan, già in parte rivestiti, siamo avanti discosti dal resto del gruppo r la avvisiamo che dopo la curva avrebbe incontrato persone nude: “e che problema c’è” la sua semplice risposta. Senza altri incontri arriviamo alle auto: giornata finita, alla prossima.

Eccoci alla sesta uscita, quella di settembre. Sarà stato il brutto tempo della settimana, sarà stato l’annunciato forte calo delle termperature, saranno stati malanni e impegni vari, fatto sta che a Madonna di Campiglio siamo solo in quattro. Dopo una bella colazione al bar e avuto conferma del fatto che nel grande piazzale antistante il parcheggio è possibile solo per due ore, saputo che non ci sono parcheggi gratuiti, ci spostiamo al parcheggio dello Spinale, fortunatamente poco distante.

Finalmente in cammino, stimolati dalla bassa temperatura, solo tre gradi centigradi, con passo spedito risaliamo l’erto pendio occidentale del Monte Spinale, il sentiero è molto bello e si cammina bene. Man mano che saliamo la vegetazione si fa più rada e la temperatura meno rigida, la parte finale della salita avviene prima su un a tratti non più tanto comodo sentierino che, con ampi diagonali, taglia più volte la pisca di sci “Direttissima dello Spinale”, poi per verdi e morbidi dossi erbosi. Eccoci in vetta e ci concediamo una parca merendina al bar qui presente, grandiosa dal suo ampio terrazzo la veduta sulle montagne circostanti: Monte Cevedale, Presanella, Adamello, Lobbia, Dos del Sabbion, l’intero gruppo del Brenta imbiancato dalla recentissima nevicata; sconcertante la visione dei due ghiacciai dell’Adamello più grigi che bianchi e ridotti quasi a una misera chiazza.

Si riparte per percorrere i verdi dossi erbosi che caratterizzano il vasto altopiano che dal Monte Spinale si estende a est verso i pendii che conducono al notissimo e larghissimo Passo del Grostè. Passato il piccolo Lago Spinale prendiamo la deviazione che, dopo un poco di salita, porta a scendere verso il piede della Corna Rossa, apprezzata palestra di arrampicata: non me l’aspettavo, anche questo sentiero, che ricordavo completamente selvaggi e solitario, è ora particolarmente frequentato. Superata una conca popolata da alcune marmotte, ancora pochi minuti di cammino e siamo sul largo sentiero che dal Grostè scende verso Vallesinella. Sono le undici, presto per fermarsi a mangiare così decido di proseguire e portarci possibilmente in zona meno affollata.

A mezzogiorno siamo all’inizio del raccordo che permette di evitare la discesa fino alla Malga di Vallesinella Alta, qui non c’è un buon posto per fermarsi e proseguiamo. La traccia, già poco evidente, diviene subito molto labile, dopo un momento di esitazione decido comunque di proseguire. Un canalone e un albero caduto costringono a delicato un aggiramento, ma presto siamo nuovamente sulla traccia buona e la seguiamo fino a un largo canalone erboso dove un masso e piccoli terrazzini erbosi ci consentono una comoda sosta al tepore del sole, che ora ha inziato a picchiare con forza. Mentre gli altri inziano a mangiare io vado il perlustrazione per verificare se la traccia sia percorribile, lo è ma poco dopo è sbarrata e potrebbe essere più comodo scendere direttamente per il pendio sottostante. Mangio e poi verifico la cosa: si, si può scendere ma non è comodissimo, meglio seguire il sentierino piano fino alla sua interruzione per poi scendere con un più comodo sentiero.

Così raggiunto la Malga di Vallesinella Alta, si decide una ulteriore modifica all’itinerario e, invece di imboccare subito il piano sentiero degli Orsi, scendiamo per il caratteristico sentiero delle Cascate Alte di Vallesinella. Purtroppo c’è poca acqua ma comunque, specie per gli amici che mai sono passati da qui, si può osservare qualcosa di bello. Eccoci al rifugio Vallesinella, qui prendiamo il racordo con il sentiero degli Orsi a cui arriviamo con un poco di non ripida salita passando in mezzo a una affascinante faggeta. Con lungo pianeggiante e morbido cammino rientriamo a Madonna di Campiglio e alle auto: anche questa è fatta, paghiamo il parcheggio e ci si saluta.

Grazie amici, grazie della vostra partecipazione, qualcuno ogni tanto si dimentica o non comprende che sono escursioni e se oggi questo termine viene spesso utilizzato in modo improprio per definire addirittura dei viaggi in treno, un’escurisone è un cammino di montagna non inferiore alle due ore, con salite anche importanti e discese anche complesse, richiede sempre abitudine al cammino su fondo irregolare, un buon allenamento fisico, forza nelle gambe, un rapporto peso potenza adeguato e la rinuncia ad alcuni accessori che non indispensabili al cammino rendono lo zaino inutilmente più pesante, ad esempio le stuoie per prendere il sole (si possono sostituire con i pantaloni lunghi e la giacca da pioggia che invece devono sempre esserci nello zaino).

Alla prossima: domenica 16 ottobre, quando torneremo sui monti della Val Trompia per una bella escursione sopra l’abitato di Bovegno.

TappaUnica3V: il libro!


Sentiero 3V "Silvano Cinelli"

Come idea l’avevo già ventilata qualche anno fa, poi per varie ragioni era rimasta nel limbo, ora mi sono dato una mossa e in una settimana di intenso lavoro finalmente il libro è impostato. Ovviamente c’è ancora molto lavoro da fare ma dovrei poter uscire ai primi di gennaio 2023. Per ora eccovi quella che sarà la copertina.

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Essere ecologisti


C’è chi manifesta contro cave e cementifici ma poi non rinuncia alla casa in cemento.

Si protesta per le discariche ma non si attuano quei comportamenti che possono ridurre i rifiuti indifferenziati.

Ci si lamenta del traffico ma si usa l’auto anche per fare poca strada.

Si fa un gran parlare di esaurimento delle risorse naturali ma ci si ribella contro chi evidenzia che questo problema è determinato, in maggior percentuale, dall’eccesso di popolazione.

Si usano come il prezzemolo parole quali ecologia, sostenibilità, ecoturismo, rispetto ambientale poi non solo ci si ostina a usare l’abbigliamento, sicura fonte di inquinamento ambientale, ma addirittura si ostacolano o si criminalizzano coloro che, stando nudi, realmente vivono in modo ecologico, sostenibilte, rispettoso.

Invece di lamentarsi sarebbe opportuno cambiare innanzitutto il proprio modo di agire, si inizi con la cosa più facile, economica e salutare: l’abbandono delle vesti!

Ambientalismo criminale


Trasmissione sulla natura in televisione, un esperto parla di come sia necessario tornare a curare la montagna per contenere gli effetti disastrosi delle piogge intense, peccato non venga detto che a questo si è arrivati a seguito dell’idea ambientalista “la natura va lasciata a se stessa, il bosco si arrangia da solo”. Ecco come si arrangia da solo: migliaia di alberi morti e di rami secchi che al minimo colpo di vento crollano a terra aggiungendosi ai quintali di foglie morte per formare uno spesso strato di materiale impenetrabile alle piogge e da queste trascinato a valle dalle piogge andando a sfondare ogni ostacolo incontrato e a ostruire ogni forma di contenimento provocando inestimabili danni (e non solo alle strutture costruite dall’uomo, ma anche a quelle costruite dagli altri essere viventi).

Altra trasmissioni televisiva, presentatori e ospiti si accaniscono contro la plastica ree di inquinare l’ambiente, peccato che siano tutti vestiti e, per di più, con abiti sintetici e colorati. Se le botttigliette si possono gestire in modo adeguato ed ecologico, le microplastiche rilasciati dall’abbigliamento e dal suo lavaggio non si possono gestire: infatti rappresentano più di un terzo delle microplastiche in esso presenti.

Il tam tam mediatico ambientalista ed ecologista ha indotto molte persone a colpevolizzare le bottigliette usa e getta o le borracce in plastica per pubblicizzare le bottiglie in vetro e le borracce in metallo aventi il pregio di poter essere riutilizzate. Peccato nessuno tenga conto dell’elevata produzione di CO2 legata ai processi produttivi di tali prodotti e del fatto che prima o poi non potranno più essere riutilizzati: andranno a quel punto smaltiti, processo che presenta con maggiore complessità rispetto a quello della plastica (comunque riutilizzabile a lungo), oggi realizzabile con sostanza naturali assolutamente biodegradabili e con un bassissimo impatto sulla CO2.

Ambientalisti scendono in piazza per impedire l’apertura di nuove cave di marmo o cemento, peccato nessuno di loro rinunci alle case in cemento, ai pavimenti in marmo, eccetera, eccetera.

Non esiste un programma o un documentario naturalistico che evidenzino i danni prodotti dai veleni rilasciati in natura da chi ci cammina vestito: gli abiti per effetto della luce, del calore e del sudore rilasciano tonnellate di veleni. Certo si possono ridurre utilizzando vestiti non colorati e tessuti naturali, ma perchè non azzerarli (a costo zero) eliminando gli abiti?

Mi fermo qui ma si potrebbero fare altri esempi.

Benissimo aver cura dell’ambiente, ottimo cercare di essere ecologici, ma facciamolo con la testa: il sentito dire, il propagandato, l’inculcato da media e associazioni varie non sempre sono le soluzioni migliori, non sempre sono proposte valide, non sempre sono azioni esenti da difetti, spesso sono proposte fondate sull’effetto dirompente e forme di convenienza economica e/o politica.

Il vero ambientalismo, la corretta ecologia:

  • prevedono un impegno globale, non solo dove conviene;
  • necessitano di testa, non solo di cuore;
  • impongono il superamento di tabù sociali, come quello del nudo.
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