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VivAlpe 2022, e siamo a quattro
Anno di regolarità, finalmente, pur con la dovuta attenzione ad una situazione non ancora del tutto normalizzata, ma senza lasciarsi dominare dall’isteria giornalistica.
Anche le uscite di giugno e luglio sono andate a buon fine ed eccone la dovuta relazione.
19 giugno si sale al Costone di Valbona, un crinale inizialmente erboso che dalla cima Trabucco, alternando tratti piani ad altri particolarmente ripidi, sale fino a raggiungere la cresta occidentale del Monte Frerone. La zona è prossima alla frequentatissima Bazena e la prima parte dell’itinerario è in comune con la salita al Lago della Vacca, ma poi ci si discosta per addentrarsi in una conca dove in genere s’incontrano solo le mandrie al pascolo.
Arriviamo al parcheggio della Bazena in orario non propriamente matttiniero e, pertanto, a fatica troviamo posto per le nostre auto, ma alla fine ci riusciamo e possiamo metterci in cammino. Mescolati a decine di altri gruppetti di escursionisti, minimamente vestiti risaliamo il ripido tratto iniziale. Giunti a Malga Val Fredda abbandoniamo la numerosa compagnia tessile e il poco tessile che ancora avevamo addosso. Passiamo Malga Valbona, dove ancora i pastori non sono saliti, e ci inoltriamo nella verde conca che conduce al crinale del Costone di Valbona. Sul finire della salita, quando abbiamo da poco abbandonato il sentiero per puntare alla prima gobba del costone, dal Monte Trabucco arriva una numerosa comitiva che, senza scomporsi o dare segni di ostilità, passa un centinaio di metri sotto di noi.
Giunti sul crinale rivelo la nostra meta, la già citata prima gobba del costone di Valbona, che ci sovrasta con un ripidissimo pendio erboso. Sono solo duecento metri di dislivello ma la forte pendenza mette alcuni in apprensione e li induce a fermarsi in un punto piano e panoramico, sebbene assolato. In una decina raggiungiamo la meta, lascio il tempo ai miei compagni per godersi la vista e riprendere fiato poi, con un largo giro per sfruttare pendii meno ripidi, ritorniamo al resto del gruppo. Questi, grr, non ci hanno atteso e si sono già rifocillati per bene, poco male, abbiamo parecchio tempo diponibile per la sosta. Mentre mangiamo e ci godiamo momenti di frescura creati dal passaggio delle classiche nuvole del mezzogiorno, dal Trabucco arriva un numerosissimo plotone di persone, quando passano sotto di noi notiamo essere composto da molti ragazzi, probabilmente trattasi di una escursione della colonia Pian di Campo sita poco sopra Campolaro. Pure tranquilli passano, molto più vicine, tre persone arrivate dai pendii alle nostre spalle, forse cacciatori visto che dalla loro direzione di arrivo non ci sono sentieri, comunque gente del posto.
Dopo circa un’ora e mezza riprendiamo il cammino, la discesa avviene per lo stesso percorso di salita eccetto nell’ultimo tratto dove prendo un sentiero, ancora a me sconosciuto, che ci permette di evitare una risalita. Qualche infido passaggio e siamo alla base del pendio dove un torrente invita a una pausa rinfrescante. Giunti a pochi metri dalla Baita del Pastore Rasmulì, dove pare stiano facendo le pulizie, ci rivestiamo per percorrere l’ultimo tratto e reimmergerci nell’incomprensibile, specie visto il sole e il caldo, distesa di tessuti, tra i quali alcuni mini costumi che ben poco lasciano all’immaginazione.
Birretta al rifugio Tassara e poi via, ognuno verso casa propria. Questa escursione rinnova un insegnamento: quando nudi s’incontrano persone vestite, mantenendo un atteggiamento di spontanea naturalezza (cosa che non è il frettoloso rivestimento, specie dopo essere stati visti nudi) si induce sempre una risposta positiva, pur nel comprensibile attimo di sorpresa o anche di titubanza.



Passano le settimane ed eccoci al 17 luglio, dovevamo essere una decina ma, alla fine, a Malga Lincino, punto di partenza per l’itinerario odierno, ci ritroviamo in cinque. La temperatura al momento è decisamente gradevole, per non dire freschina, ma il cielo terso fa presagire che ben presto le cose cambieranno.
Con la dovuta calma, sorpassati da decine e decine di altri escursionisti (ma siamo noi ad andare troppo piano o sono tutti diventati dei corridori?), risaliamo le famose Scale dell’Adamè: un’antica mulattiera che, con tratti gradinati e parecchi tornanti, risale il ripidissimo salto che separa la parte bassa della valle da quella alta. In cinquanta minuti abbiamo superato i quattrocento metri di dislivello e d’innanzi a noi appare la lunghissima piana della Valle Adamè. Ignorando il rifugio posto sul’altro lato dell’impetuoso torrente, ci incamminiamo nella verdissima piana e, come immaginavo, siamo in compagnia di molte persone, cosa che ci invita a non togliere anche gli ultimi minimi rimasugli di vestiario: spero che più avanti, superato il secondo rifugio, le cose cambino.
Eccoci al secondo rifugio, senza sosta proseguiamo verso quello che sembra il paradiso nudista e invece… invece è un continuo stillicidio di persone, alcune che salgono altre che scendono, non c’è fine, riusciamo a metterci nudi solo una volta che, arrivati a fondo valle, in una bellissima piana conca erbosa troviamo un posto tra i massi leggermente (trenta metri, più o meno) discosto dal sentiero principale.
Una lunga sosta (un’ora e mezza) per mangiare e godere del sole e dell’aria e poi si ritorna a valle, un lungo ritorno visto che il lungo pianoro iniziale non differenzia i tempi e anche la complessità delle Scale dell’Adamè di poco rende il passo più veloce che in salita (anche per il peso dei formaggi comprati a Malga Adamè).
Escursione molto vestita quella di oggi, ma non per questo meno bella, d’altra parte non andiamo in montagna per stare nudi ma ci mettiamo nudi per meglio apprezzare la montagna, cosa che non esclude lo stare vestiti: l’obiettivo è pur sempre la montagna e il piacere del cammino. Per ora e probabilmente ancora per tanto tempo (secoli di condizionamento non si superano in pochi anni), è e saranno necessari dei compromessi e delle rinunce: intanto sappiamo che questa zona non è adatta al cammino nudo, quantomeno non la domenica del periodo centrale dell’estate.





#TappaUnica3V 2019
Dopo le batoste la voglia di ripartire a volte sorge immediata, altre volte ci mette un poco di tempo. Così, dopo il secondo tentativo del 2018 (quarto in assoluto), ero molto dubbioso sulle mie possibilità ed ho lasciato decantare la questione per alcuni mesi, continuando, però, ad allenarmi: ormai il lungo cammino è diventato parte integrante del mio stesso essere e in esso ha sempre preso più spazio la corsa. Con passare dei mesi la mia velocità media è aumentata nettamente e, con essa, sono calati i dubbi, ora c’è lo spazio per la voglia profonda di riprovarci, di rimettermi in cammino su questo particolare tracciato.
Cambieranno alcune cose, però: così come già fatto nel 2018 per il secondo tentativo non programmerò una data di partenza, bensì partirò quando mi sembrerà il momento migliore, e pochi lo sapranno; partirò senza una tabella di marcia, camminando al ritmo del mio corpo e fermandomi ogni qual volta lo senta necessario, ovviamente sempre rispettano la natura della tappa unica.
In questa modalità non avrò assistenza, che alla fine pone dei condizionanti vincoli di tempo e di orario, dovrò pertanto portarmi appresso fin dalla partenza tutto ciò che mi servirà sul giro, sia esso abbigliamento che alimentazione che accessori vari; per il ripristino dell’acqua mi appoggerò alle poche fontanelle e bar presenti sul percorso: dovrò sopportare un discreto peso e, comunque, non potrò disporre della perfetta quantità d’acqua, un viaggio nel viaggio, il viaggio della sete nel viaggio della fatica, il viaggio della conoscenza nel viaggio dell’esperienza.

VivAlpe 2019
Quest’anno, per miei impegni e problemi, le uscite torneranno ad essere quantitativamente limitate (indicativamente una al mese per il periodo maggio-ottobre, più un paio di sabati), ma la qualità resterà sempre quella, anzi, cercherò di alzarla ulteriormente proponendo uscite in ambienti ancor più selvaggi e interessanti, ambienti dove lo sguardo possa liberamente spaziare fin verso l’orizzonte, ambienti dove la montagna sia montagna, dove sia possibile ascoltare i suoi messaggi, dove poter percepire il senso d’inclusione nella montagna che solo la nudità può portare.
Al momento non sono ancora definite le date, ma presto le potrete conoscere attraverso le schede descrittive che appariranno nella sezione eventi, nel frattempo, in ordine non cronologico, un’idea sulle destinazioni e i possibili itinerari:
- Anello Stabio-Frerone-Val Fredda, una due giorni con pernottamento al rifugio Prandini
- Soggiorno di cinque giorni al rifugio Prandini con tre escursioni in zona (anello della Val di Braone, Lago della Sorba, Laghetto di Mare)
- Anello del Dragoncello da Nave (BS)
- Anello del Dosso Alto (Maniva) su percorsi antichi e sentieri militari (15-18)
- Anello est della Val Bertone, una brevissima escursione lungo sentieri quasi abbandonati
- Altre in via di definizione
Alle escursioni si aggiungerà qualche evento statico, quali cene o pranzi e un pic-nic ferragostano in una valle inizialmente affollata ma che risalendola lungo il torrente diviene presto solitaria e selvaggia.
Confido in una massiccia presenza dei soliti e di nuovi amici, soprattutto confido nella partecipazione di nuovi amici che ancora legati alla necessità dell’abbigliamento desiderino provare cosa significa abbandonarlo, che chi già da tempo ci segue senza aver ancora provato a mettersi a nudo finalmente si decida a farlo: non obbligo nessuno a spogliarsi ma è chiaramente mio intento spingerlo a farlo, quantomeno una volta, che poi l’esperienza insegna che diviene immediatamente la prima volta per essere seguita da tante, tante altre volte.
A presto!
P.S.
Chi, al fine di distribuzione, volesse una copia ad alta risoluzione della locandina VivAlpe 2019 deve solo richiedermela tramite il modulo di contatto o, per chi li conosce, attraverso gli altri miei contatti (indirizzo e-mail, cellulare, whats-app, social, a voce) e provvederò a fargliela avere.

Natura
Molti parlano di natura o propongono attività naturali, ben pochi vivono la natura.
#nudiènormale #nudièmeglio
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#VivAlpe 2017 – Riepilogo fotografico
Siamo alla fine di questo 2017, un anno che ci ha visti impegnati in numerose escursioni, uscite che hanno occupato tutti i mesi dell’anno e che si sono concluse con una magnifica giornata si sole sulla vetta del Castello di Gaino, dalla quale la vista sul Lago di Garda è sempre affascinante ed emozionante.
Per ringraziare tutti i nostri fedeli lettori, nonché tutti coloro che partecipano alle nostre escursioni, e per incitare altri a partecipare ecco un resoconto fotografico di VivAlpe 2017.
Grazie!
Nudo e montagna
Rispettare la montagna è integrarsi con la montagna, integrarsi con la montagna è vestirsi come lei, vestirsi come la montagna è mettersi a nudo, mettersi a nudo è diventare montagna!
#nudièmeglio
#nudiènormale
#VivAlpe 2018 siamo pronti
Anche questo anno volge al termine e con esso stanno per terminare le attività del programma VivAlpe 2017, è ora di pensare al seguito ed infatti sono già due mesi che ci si sta lavorando sopra, le prime schede descrittive sono già state completate e pubblicate , molte altre sono in fase di completamento comunque già reperibili nella pagina eventi.
Il nuovo programma, così come quello del corrente anno, si estende su tutti i dodici mesi dell’anno: l’escursionismo non è solo estivo e la montagna per essere ben apprezzata va vissuta in tutte le sue stagioni. La cadenza delle uscite sarà all’incirca di una ogni tre settimane in modo da guadagnare e mantenere l’adeguato allenamento, allenamento molto basilare visto che è stato ridimensionato l’impegno di ogni singola uscita: la possibilità di partecipazione è di fatto allargata a tutti coloro che hanno una minima base fisica e un poco di esperienza di cammino.
Una precisazione è doverosa il merito alla questione del nudo, quel nudo che è stato talvolta frainteso, quel nudo che, pur avendoci piacevolmente portato un certo interesse mediatico, ha anche spinto alcuni a formulare più o meno ipocrite e preconfezionate opinioni. Non andiamo in montagna per metterci nudi, ci andiamo per la montagna, per il piacere di camminare, per gustare il profumo delle sue mille essenze, per assaporare le sensazioni del sole e del vento sulla pelle, una volta in montagna, però, ci mettiamo nudi perché siamo persone che il nudo non lo praticano ma lo vivono, persone che il nudo non lo intendono come un momento della vita ma come parte integrante della propria vita, persone che hanno saputo oltrepassare quel fastidio che viene inculcato da una società che insensatamente vive e vede il corpo solo attraverso la malizia, che ipocritamente vive e vede i genitali come qualcosa di sporco, qualcosa da nascondere.
Non obblighiamo nessuno a mettersi a nudo, già molti sono coloro che ci hanno affiancato pur restando vestiti, alcuni sono diventati fedeli presenze, vogliamo solo che si rispetti il nostro diritto di stare nudi pressoché ovunque, quantomeno, per ora, nei giardini (privati e pubblici) e in tutte le aree extraurbane, come spiagge, parchi, campagne, colline e monti: tanto si parla di turismo ecosostenibile e di rispetto per l’ambiente, orbene, sono due processi che, per essere tali, devono necessariamente prendere in considerazione il mettersi a nudo, l’unico vero modo per integrarsi con l’ambiente, per vivere la montagna (e non solo quella) da pari a pari, per rispettarla, per generare piena sostenibilità ecologica.
Vestiti può essere bello, non lo neghiamo, vestiti talvolta può essere necessario, ma… nudi lo è altrettanto, anzi per noi è anche molto meglio e lo diventerebbe anche per voi se solo dedicaste due secondi della vostra vita a spogliarvi in mezzo alla natura, per poi immergervi in un lago o in un mare, esporvi al sole e all’aria, camminare lungo i sentieri del monte, VivAlpe è il programma che vi aiuta a farlo!
#nudièmeglio
#nudiènormale
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Intervistato da #RadioPopolare @radiopopmilano
Finalmente, dopo due settimane di attesa a causa di miei impedimenti e un rinvio per problemi loro, stamattina alle sei e quaranta sono stato intervistato da quelli di Radio Popolare nell’ambito del programma giornaliero Snooze. In origine l’intervista doveva andare in onda nell’ambito del programma sportivo “Olio di Canfora” che ha luogo una volta alla settimana al lunedì a cavallo delle dieci, poi è stata spostata e forse è anche meglio: pare che la mattina presto ci sia più gente in ascolto e probabilmente anche intenta a mansioni che rubano meno spazio alla concentrazione e alla successiva rielaborazione di quanto ascoltato.
Non sapevo che domande mi avrebbero fatto, d’altra parte era abbastanza semplice prevederle. Solo una, la prima, quella sulla differenza tra naturismo e nudismo, non l’avevo messa in conto e mi hanno preso un poco alla sprovvista, anche perchè l’emozione un poco si è fatta sentire. Mi ci sono perso via un attimo e solo pochi secondi dopo la chiusura del collegamento mi sono ricordato che avevo coniato una frase semplice e chiara che ho utilizzato più volte e che, ora, ho pensato bene (seguendo un vecchio consiglio di mia sorella) di scrivere in un punto del blog che la tenga sempre in visione. La riporto anche qua sotto:
Naturismo: corrente letteraria del romanticismo che scriveva di natura; in ambito nudista stile di vita che usa il nudo come mezzo per avvicinarsi alla natura.
Nudismo: stile di vita che ha il nudo come fine.
Va beh, è andata, per il resto, tenendo sotto controllo un leggero tremore e sfruttando al meglio il poco tempo disponibile, mi sembra d’essere riuscito a dire quello che c’era da dire. Alcune domande che speravo mi venissero fatte sono mancate, qualcosa sono comunque riuscito a inserire , altro no, ma… da cosa nasce cosa, potrebbero seguire altre opportunità, magari con più tempo. Nel frattempo chi vuole può trovare tantissime cose qui sul blog oppure, meglio ancora, partecipare alle nostre escursioni e ottenere le risposte dal vivo: non c’è obbligo alla nudità, ognuno segue la propria confortevolezza e nel gruppo ci sono anche amici che preferiscono stare vestiti o che si spogliano solo parzialmente.
Ringrazio Dario Falcini che è stato il primo a contattarmi per conto di Radio Popolare, poi tutti i conduttori della trasmissione, in particolare Alessandro Braga che ha gestito l’intervista: è stato gentilissimo e mi ha fatto belle domande. Grazie!
(Ri)Ascolta l’intervista, tramite il sito di Radio Popolare, cliccando sull’immagine sottostante.
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