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Aforismi per nudi e… vestiti

Tutti lo sanno ma molti, per convenzione o per opportunismo, lo nascondono: i vestiti sono barriera per gli occhi ma non per la mente!
#rinormalizzailmondo

Tutti lo percepiscono ma pochi ci ragionano: aborrire la nudità è una curabile fobia, averne fastidio è un superabile condizionamento!
#rinormalizzailmondo

La vista di persone nude potrà dare fastidio ma di certo non ammazza e nemmeno fa ammalare, anzi: educa e cura!
#rinormalizzailmondo

Genitali dipinti o scolpiti possono tranquillamente (e correttamente) essere esposti ovunque, quelli reali devono essere rigorosamente (e insulsamente) celati: logica perduta!
#rinormalizzailmondo

Ipocrisia di un mondo sessocentrico: si ripudia la nudità ma si gradisce, e talvolta s’impone, che vengano messe in evidenza le forme, specie femminili, con abiti attillati e profonde scollature!
#rinormalizzailmondo

La nudità personale ingenera autostima, confidenza con il corpo e rispetto per sé stessi: invece di temerla è doveroso praticarla!
#rinormalizzailmondo

La nudità sociale crea rispetto, profondo rispetto, rispetto per se stessi e rispetto per gli altri, rispetto in tutti i sensi: invece di ostacolarla è necessario favorirla!
#rinormalizzailmondo

La rinormalizzazione della nudità, ben lungi dal provocare danni, può fare solo del bene: invece di contrastarla è indispensabile perseguirla!
#rinormalizzailmondo





#rinormalizzailmondo
Illogico ed insano pudore ecologista

A fronte di evidenti prove materiali, ecologia ed ecologisti evitano di parlare della necessità di minimizzare l’uso delle vesti, una delle principali fonti di microplastiche e inquinanti chimici (sia in fase di produzione che poi nel loro utilizzo e lavaggio).
Normalità sociale
Giusto gioire per ogni nuovo spazio, spiaggia o altro, in cui viene autorizzata la nudità, però non dimentichiamo che l’isolamento del nudo in spazi confinati è pur sempre una situazione anomala, la normalità dovrebbe essere, anzi, è quella del nudo libero sempre, comunque e ovunque!
#nudiènormale











































Corpo nudo
Un corpo nudo è solo un corpo nel suo stato di normalità: senza vestiti. Ogni altra attribuzione è solo una innaturale illazione di chi la genera, la attribuisce, la concepisce!

L’ebbrezza
Come graditissimo regalo di Natale ricevo questo bel racconto di (auto) iniziazione al nudo e con immenso piacere lo giro a tutti i miei lettori, in particolare a quelli che, ancora, sono titubanti, che, ancora, esitano a prendere la decisione di togliersi le vesti e assaporare il piacere di un corpo interamente libero, l’incredibile sensazione di respiro totale che solo il nudo può dare.

Avere 19 anni e trovarsi di fronte ad un annullamento quasi totale di momenti “forti” nella propria emotività è devastante. E non parliamo di un alienato, ma di un teenager quasi normale, se non fosse per una patologia purtroppo tanto comune quanto atroce: il diabete, diabete tipo 1 per l’esattezza. Che giusto per far chiarezza è una malattia autoimmune scaturita per lo più da “falle” genetiche, e che non dipende assolutamente, come spesso si sente dire, dall’aver mangiato troppi dolci o cose del genere. Per farla in parole povere una parte del pancreas non funziona più, perché il tuo stesso sistema immunitario la vede come qualcosa di estraneo, e la distrugge! Già qui siamo davanti a qualcosa di molto triste se ci fermassimo a pensare… Tutto ciò porta a non produrre più l’insulina che altro non è che l’ormone che permettere di mantenere costante (insieme al glucagone) il livello di glucosio nel sangue, ovvero lo zucchero che le nostre cellule utilizzano come fonte di energia. Ora detta così non porta con sé tutti i reali problemi che per un diabetico effettivamente esistono dietro la parola diabete. Dietro di sé ci sono, infatti, tante altre problematiche di tipo fisico ma anche psichico.
Ma non è di tristezza e rassegnazione che si voleva parlare, quanto dell’ebbrezza, quella bella e sana, che alla fine dei conti muove realmente in mondo. Si parte dall’essere un diciannovenne diabetico quasi atrofizzato al dolore per poi ri-trovarsi ri-svegliato dai piaceri che soltanto la vita da nudista riesce a donarti, ancor meglio se il nudismo va oltre e si spinge in una concezione naturista. Ecco a voi le “memorie”:
Tutto è iniziato una mattina di luglio di due anni fa. Senza un motivo ben preciso mi sveglio molto presto, ancor prima che il sole faccia il suo arrivo e decido categoricamente di testare la filosofia naturista che ormai da qualche anno avevo attentamente studiato tramite internet, attraverso articoli e forum, all’interno dei quali leggevo quelli che in realtà erano stati dai sempre i miei pensieri e le miei idee. L’unico rammarico era quello di dover vivere l’esperienza da solo, senza alcuna figura che facesse me da mentore o semplicemente da compagno di avventure. Ma non mi ci soffermo su molto. Prendo il necessario e parto. Mentre sono alla guida sono carico di incertezze e allo stesso tempo euforico. A tratti ho una sorta di spasmi che non ho mai capito se dovuti all’ebbrezza o al fresco di prima mattina. La mia meta è la tanto decantata spiaggia del Troncone di Marina di Camerota, a circa un’oretta di auto dal posto in cui vivo. Arrivo che non sono nemmeno le 6 e 30 e stranamente trovo già qualcuno. Un signore che ha del pittoresco già con l’ombrellone bello che piantato nella spiaggia, un piccolo zainetto di quelli per contenere la colazione e naturalmente nessun costume. A parte la stranezza di trovare già qualcuno che popolasse la silenziosa e mitologica spiaggia, contenuta tra altissimi costoni di roccia ed un mare da far invidia le tanto paparazzate isole tropicali, inizio a sentirla, anzi ri-sentirla (visti i tremori avverti in auto) la tanto agognata ebbrezza: mi libero immediatamente di tutto e testo, avido di quelle emozioni che tanto ricordano il momento in cui venni al mondo, l’accarezzare gelido del mare di prima mattina sul mio corpo. Ma per davvero, non come ero abituato a fare, per davvero. L’ebbrezza e lì che prende il sole al mio fianco, mi accompagna per tutta la giornata e la cosa mi gratifica non poco. Ormai quella spiaggia fa parte di me ed ho imparato a conoscerla insieme ai tanti siti dedicati ai “nudi” disseminati in tutta Italia, ma di questo magari ne riparleremo…
Dove sono? Diritto al nudo!
Dove sono le nuove spiagge nudiste che le tanto blasonate leggi regionali promulgate negli ultimi anni avrebbero dovuto produrre? Svanite nel nulla, siamo nella stessa identica situazione di prima, anzi, qualcosa è persino peggiorato.
Dove sono i tanti personaggi che ci avevano in malo modo apostrofati quando scrivemmo che quelle leggi erano fatte male e avrebbero prodotto zero risultati? Fuggiti con la coda fra le gambe!
Inutile raccontarcela, c’è una sola strada per difendere il diritto alla nudità (anche pubblica): normalizzarla, ovvero smettere di differenziarla dallo stare vestiti e pretendere che sia praticabile sempre, ovunque e comunque!
In giardino
Al ritorno dal giro col cane,
sempre mi faccio una doccia in giardino;
come ho fatto anche stamane:
è tempo franco, le sette al mattino:
piccoli fatti, il quotidiano mio pane,
dica che vuole l’occhiuto vicino.
Riprendo appieno il mio spazio privato,
non m’importa del pubblico che mi tiene guardato.
Mi scoppian di dosso i vestiti,
pudori e vergogne come mai esistiti.
Sono nudo e sincero all’acqua ed al sole,
alla brezza m’asciugo, del pudore eversore.
Nulla da fare col sesso, come bimbi siam casti;
puri e innocenti da quando siam nati… e rimasti.
Si gonfia nel petto un inno alla vita ed al mondo,
incrocio le mani dietro la nuca, felice e ritondo.
Mi veda pur anco la gente che passa,
ho la mente disgombra, sbrogliata matassa.
Mi sento docile e buono, come bianco agnellino:
Natura mi ha fatto e vestito, mi sento tornato bambino.
Non velerei le penne d’un’ara, i colori d’un fiore
mi ferisce quell’ingrato cupo grigiore,
ma questo abbiam fatto inventando il pudore.
Un verme superbo ci rode dentro la testa…
Liberi al sole, all’aria, alla pioggia facciamo gran festa.
Sia pur solo una doccia, un’anguria in giardino, un caffè:
mille piccoli gesti a riprender quel che Natura ci diè.
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