Contraddittorio sul nudismo


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Coloro che hanno scelto di vivere nella nudità hanno di certo dovuto affrontare episodi di opposizione, accorgendosi che raramente è possibile attivare un contraddittorio positivo, il più delle volte ci si scontra con una barriera, con il rifiuto categorico, con un rigetto delle nostre considerazioni.

In parte questo è dovuto ai BIAS cognitivi che portano a prendere in considerazione solo ciò che conferma le proprie opinioni e, qualora qualcosa riesca a passare questo primo potente filtro, a rigettare le prove che sconfessano le proprie opinioni.

In altra parte entra in gioco la reticenza di molti nudisti a parlare di nudismo, a comunicarlo, a far sapere che sono nudisti; tale più o meno celata ma sempre rilevabile difficoltà viene percepita o strumentalmente rielaborata come vergogna, come manifesta consapevolezza d’essere inadeguati, peccaminosi, colpevoli.

In ultima e spesso maggior parte abbiamo l’ utilizzo di una comunicazione distratta e poco efficiente: alcune formulazioni sintattiche possono portare l’altro a percepire un messaggio anche totalmente opposto a quello di partenza, oppure possono essere rigirate ad arte da chi abbia una certa dimestichezza con il contraddittorio. Faccio solo tre esempi: 1) il “non” tende a scomparire e così la frase “il nudismo non è esibizionismo” può diventare “il nudismo è esibizionismo”; 2) evidenziare sempre e spesso che il nudismo non ha niente a che vedere con l’attività sessuale appare come un tentativo di depistaggio, quindi viene rielaborato in una conferma del nudo uguale sesso; 3) dire che chi si oppone al nudismo ha una mentalità chiusa viene facilmente rimaneggiato in “siete voi che avete una mentalità chiusa verso chi si veste”. Bisogna mollare il lato della lama e imparare a essere dalla parte del manico, invece di giocare in difesa, operare all’attacco: mai spiegare cosa non è il nudismo, ma insistere su cosa è; mai rispondere direttamente alle accuse e alle illazioni, ma chiederne il motivo; mai controbattere, ma portare la controparte a pensare obiettivamente sul suo modo di vedere le cose e cercarsene in autonomia le conferme (essendo spesso inesistenti, dovrà necessariamente abdicare e venire, più o meno consciamente e rapidamente ma sicuramente, dalla nostra parte).

Insomma, bisogna essere comprensivi, empatici, disponibili, e bisogna fare attenzione non solo a quello che si dice ma anche e soprattutto a come lo si dice: no “i vestiti sono il male”, “il mondo tessile è corrotto”, “nudo obbligatorio”, ma “vestiti è bello, nudi è meglio”, “rinormalizza il mondo”, “vestiario opzionale sempre, comunque e ovunque”.

Informazioni su Emanuele Cinelli

Insegno per passione e per scelta, ho iniziato nello sport e poi l'ho fatto anche nel lavoro. Mi piace scrivere, sia in prosa che in versi, per questo ho creato i miei tre blog e collaboro da tempo con riviste elettroniche. Pratico molto lo sport, in particolare quelli che mi permettono di stare a contatto con la natura, seguendo i suoi insegnamenti ho imparato a lasciar respirare il mio corpo e il mio spirito.

Pubblicato il 4 febbraio 2024, in Atteggiamenti sociali, Società con tag , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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