Archivio mensile:gennaio 2013

Meglio nudi


Il sesso così martoriato mi fa sofferenza.
Chi dice di difender la vita, perché non difende anche il sesso?
Ma anzi lo reprime, lo umilia, lo fa capro espiatorio di tutto.
Di tutti i mali l’incolpa, esecrando abominio.
Ma proprio di questo voglio parlare – talia fando (1).

Mi metto nudo alla luce del sole ed ei m’accarezza.
Non sono “cosacce”, ma quel che Natura m’elegge di fare.
Son nudo-natura, pulito, più bianco del bianco.
Il corpo stesso amando la luce del sole m’ha indicato la via.
Nihil novi sub sole (2): sappiam bene come stanno le cose!

Perché dunque tanto ipocriti da cedere imbelli alla bianca pezzuola?
Non so chi ci vende, appena siam nati, al finto biancore,
linda e candida veste per contrasto al nefasto, all’orrore.
Non so chi ci strazia presentandoci al tempio,
senza chieder ci circoncide le carni – sia pur con rito simbolico -,
ci costringe a un contratto d’affitto del corpo, ci segna su un libro.

La natura ci fa uomini, appena siam nati, liberi e puri.
Incolpabile è il corpo che nudo-nato ha visto la luce.
Dettàmi “divini” ne vietan l’accesso, salvo eccezioni e quadri approvati.
Un corto guinzaglio ci stringe a una cuccia, al costume, alla legge.
Non mi sento falco addestrato alla caccia, col cappuccio sugli occhi.

Mi godo ogni raggio di sole, ogni giornata di vita, ogni parte di corpo.
Ci costringon la vita in canoni e leggi, come fosse condanna,
il corpo ad un carcere duro, viviamo da poveri Lazzari.
Imploriamo salvezza, ma da soli ci siam messi in catene.
Povero sesso, assomiglia alla spiga di grano dell’indovinello:

Nato e rinato
battuto e flagellato
coronato di spine
Dio non è
indovina chi è.

Più che i pannicelli, mettendoci nudi, ci siam tolti torvi pensieri.
È stata un’ascesi, una distillazione, un camminare sull’orrido:
abbiam fatto chiarezza, alleggerito lo zaino, sudato non poco.
Ci siamo stupiti nel vederci allo specchio più semplici e schietti.
Stiam bene col corpo che abbiamo, non finiam d’apprezzarlo.
Plancia comandi di tutto: mente, emozioni, inconscio e coscienza.
parla il linguaggio dei fatti, infrange paure e pudori.
Ci aiuta a fidarci di noi, ben piantati per terra, semplici e sobri;
a sentire entro noi il travaso di forze, di linfe e di scosse.

Che significa dunque quel drappo definito “decente”
se non anche garrota che ci stringe la mente.
Lo dico per primo: la vita è un grande mistero della natura;
diffido di chi se l’arroga, sospetto m’affibbi una corbellatura.
Vedo il mio corpo contento come da mo’ venuto alla luce;
non cedo a quel dito puntato, a quel volto sì truce.
«Sono libero» fra me stesso mi dico, «vivo e respiro.»
Sembra pura, sana follia, erasmiana, si vede di rado qui in giro.
Nudo di fuori come trasparente di dentro,
d’improvviso capisco che sono al mio centro.
Scoperto e come indifeso, mi sento al contrario più invulnerabile
stretto e compatto, forse anche bello, rido a chi dice «intollerabile».
Mi pare mi sian cadute le fette di salame dagli occhi
il salame ero io, che non capivo quali fossero i giochi.

«Meglio nudo, mi dico, mi faccio un regalo coi fiocchi.»

(1) Virgilio, Eneide II 6: quis talia fando | Myrmidonum Dolopumue aut duri miles Vlixi | temperet a lacrimis? “Chi dei Mirmìdoni, dei Dòlopi non piangerebbe parlando di questo… ed anche Ulisse, granitico combattente.”

(2) “Nulla di nuovo sotto il sole” Bibbia, Qohelet 1, 9

Misuriamo la febbre nudista italiana


Lo si dice spesso, lo dicono coloro che gestiscono gli affari di politica, lo evidenziano gli economisti, lo certificano i fatti: i numeri contano e per contare bisogna contarsi. Così ho voluto misurare la
situazione del nudismo in Italia.

Due sono i piani sui quali ho sviluppato il lavoro: quello associativo (comprendendovi pure le comunità e i forum) e quello delle strutture (spiagge, soggiorno, ristorazione, benessere, sport). Il primo dovrebbe dare la misura degli italiani che praticano nudismo; il secondo quella delle opportunità che l’Italia offre alla pratica e al turismo nudisti.

Devo subito dire che il risultato se per le strutture è attendibile, pur se non completissimo (non tutte provvedono a segnalare pubblicamente la loro offerta in merito), per l’associazionismo l’attendibilità purtroppo decade notevolmente non essendo possibile innanzitutto ottenere i numeri da tutte le associazioni (stranamente poche sono quelle che li mettono sul loro sito), poi essendoci sovrapposizione tra le iscrizioni (persone che si iscrivono a più associazioni, gruppi, comunità) e infine per qualche indicazione se non proprio palesemente falsa, quantomeno dubbia. Vedremo se in futuro si potrà arrivare a risolvere tali problematiche e rifare il conto in modo più preciso.

Veniamo senza altri indugi ai risultati, partendo da quelli associativi.

Associazioni, gruppi e comunità naturiste e nudiste

Le associazioni sono 20, di queste 9 hanno fornito i loro dati che portano a un totale di ca 3500 tesserati, considerando le 11 associazioni non computate e una possibile sovrapposizione delle iscrizioni pari al 10%, si può pensare ad un numero di tesserati pari a 5000, dando per buono il dato UNI che da solo coprirebbe quasi il 50% di tale numero (il sospetto di non affidabilità di tale dato scaturisce dalla considerazione che l’unica altra associazione di stampo nazionale, l’ANITA, pur essendo molto più attiva e presente arriva a tesserare solo un terzo di quanto dichiarato dall’UNI).

I gruppi sono 5 e raccolgono un centinaio adesioni.

Le comunità sono 3 per un totale di ca 53.000 iscritti, a cui si deve però aggiungere almeno un equivalente numero di persone che frequentano i siti e i forum di tali comunità senza esservi registrati. Se si considera anche qui un 20% di sovrapposizione possiamo riportare il valore a 50000 iscritti e 50000 visitatori.

Riassumendo…

100.000 sono le persone che frequentano le comunità e 5.000 quelle che risultano tesserate alle associazioni.

Risulta evidente che o gli italiani sono fortemente refrattari all’associazionismo o le associazioni italiane non sano catturare l’interesse del loro potenziale bacino d’utenza. Personalmente ritengo che siano vere entrambe le cose e che i primi debbano rendersi conto dell’importanza del loro supporto alle associazioni, mentre le seconde debbano capire che gli iscritti si devono catturare, non è più il tempo in cui arrivavano da soli, per pura dedizione alla causa, oggi è necessario dare loro un motivo materiale, qualche vantaggio. Devo aggiungere che qualche associazione, in particolare l’ANITA (vedasi sul suo sito la pagina delle convenzioni), si sta già muovendo in tale direzione, ma è ancora troppo presto per poterne definire l’effetto, ne potremo riparlare tra un anno.

Veniamo ora all’aspetto più affidabile e promettente: quello delle strutture.

I dati sono stati rilevati dalla Guida Naturista Italiana (Editrice Sylvia) recentemente pubblicata (leggine la recensione), integrandoli con altri di mia diretta conoscenza o rilevati attraverso alcune ricerche appositamente effettuate ai fini di questo articolo.

Spiagge e ambienti assimilabili (fiumi, torrenti, prati, “campi” ad uso esclusivamente diurno, eccetera)

Sono 95 di cui:

  • 6 a nudismo autorizzato; 56 a nudismo tollerato; 27 a nudismo occasionale; 6 a nudismo critico (ordinanze di divieto o fermi);
  • 4 in posizione isolata; 59 in posizione di contatto con spiagge o altri ambienti tessili;
  • 9 in qualche modo presidiate.

La loro distribuzione è…

Regione

Provincia

Tot.

Aut.

Tol.

Occ.

Cri.

Valle d’Aosta  

0

       
Piemonte  

0

       
Lombardia  

6

0

3

1

2

  Brescia

5

 

2

1

2

  Pavia

1

 

1

   
Trentino Alto Adige  

4

1

3

0

0

  Bolzano

1

1

     
  Trento

3

 

3

   
Friuli Venezia Giulia  

3

0

3

0

0

  Trieste

3

 

3

   
Veneto  

6

0

2

3

1

  Venezia

3

 

1

2

 
  Verona

3

 

1

1

1

Liguria  

3

0

1

2

0

  Genova

1

   

1

 
  Imperia

1

   

1

 
  La Spezia

1

 

1

   
Emilia Romagna  

4

1

2

0

1

  Bologna

1

1

     
  Ferrara

1

 

1

   
  Piacenza

1

 

1

   
  Ravenna

1

     

1

Toscana  

14

1

9

4

0

  Firenze

1

 

1

   
  Grosseto

6

 

3

3

 
  Livorno

7

1

5

1

 
Marche  

4

0

1

2

1

  Ancona

4

 

1

2

1

Umbria  

0

       
Lazio  

3

1

1

0

1

  Latina

1

     

1

  Roma

2

1

1

   
Abruzzo  

2

0

2

0

0

  Chieti

2

 

2

   
Molise  

0

       
Campania  

4

1

2

1

0

  Napoli

2

 

2

   
  Salerno

2

1

 

1

 
Puglia  

4

0

1

3

0

  Brindisi

1

   

1

 
  Foggia

2

 

1

1

 
  Taranto

1

   

1

 
Basilicata  

1

0

0

1

0

  Matera

1

   

1

 
Calabria  

1

1

0

0

0

  Crotone

1

1

     
Sardegna  

14

0

8

6

0

  Cagliari

5

 

4

1

 
  Medio Campidano

2

   

2

 
  Olbia – Tempio

3

 

2

1

 
  Oristano

2

 

1

1

 
  Sassari

2

 

1

1

 
Sicilia  

22

0

18

4

0

  Agrigento

3

 

2

1

 
  Palermo

1

   

1

 
  Siracusa

1

   

1

 
  Trapani (e Pantelleria)

17

 

16

1

 

Sono totalmente sprovviste di spiagge nudiste le province di: Alessandria, Aosta, Arezzo, Ascoli Piceno, Asti, Avellino, Bari, Barletta-Andria-Trani, Belluno, Benevento, Bergamo, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Caserta, Catania, Catanzaro, Como, Cosenza, Cremona, Cuneo, Enna, Fermo, Forlì-Cesena, Frosinone, Gorizia, Isernia, L’Aquila, Lecce, Lecco, Lodi, Lucca, Macerata, Mantova, Massa e Carrara, Messina, Milano, Modena, Monza e Brianza, Novara, Nuoro, Ogliastra, Padova, Parma, Perugia, Pesaro e Urbino, Pescara, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Prato, Ragusa, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Torino, Treviso, Udine, Varese, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Vibo Valentia, Vicenza, Viterbo.

Strutture di soggiorno (alberghi, villaggi, campeggi eccetera)

Sono 36 di cui:

  • 2 hotel/alberghi, 6 agriturismo, 5 case vacanza, 12 bed & breakfast e 11 villaggi/campeggi;
  • 17 in cui il nudismo è libero, 19 che pongono limitazioni alla pratica del nudismo (solo in certi periodi, solo in determinate aree, solo su prenotazione dell’intera struttura, eccetera);
  • 8 convenzionate con la federazione naturista italiana e dalla stessa pubblicizzate (solo un quarto del totale, perché?).

La loro distribuzione è…

Regione

Provincia

Tot.

Alb.

Agr.

Case

B&B.

Vill.

Valle d’Aosta  

0

         
Piemonte  

4

     

2

2

  Asti

1

       

1

  Cuneo

1

     

1

 
  Torino

2

     

1

1

Lombardia  

0

         
Trentino Alto Adige  

1

   

1

   
  Trento

1

   

1

   
Friuli Venezia Giulia  

0

         
Veneto  

2

 

1

 

1

 
  Belluno

1

 

1

     
  Verona

1

     

1

 
Liguria  

1

       

1

  Savona

1

       

1

Emilia Romagna  

3

 

1

   

2

  Bologna

1

       

1

  Modena

1

 

1

     
  Ravenna

1

       

1

Toscana  

8

 

3

2

2

1

  Firenze

1

   

1

   
  Grosseto

4

 

2

1

 

1

  Livorno

2

     

2

 
  Pisa

1

 

1

     
Marche  

0

         
Umbria  

4

 

1

1

2

 
  Perugia

2

   

1

1

 
  Terni

2

 

1

 

1

 
Lazio  

2

   

1

 

1

  Roma

2

   

1

 

1

Abruzzo  

0

         
Molise  

0

         
Campania  

3

2

     

1

  Napoli

2

2

       
  Salerno

1

       

1

Puglia  

3

     

2

1

  Foggia

3

     

2

1

Basilicata  

0

         
Calabria  

1

       

1

  Crotone

1

       

1

Sardegna  

2

     

1

1

  Nuoro

1

       

1

  Sassari

1

     

1

 
Sicilia  

2

     

2

 
  Trapani

2

     

2

 

Sono totalmente sprovviste di strutture di soggiorno nudiste o che, a date condizioni, permettono di praticare il nudismo le province di: Agrigento, Alessandria, Ancona, Aosta, Arezzo, Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Barletta-Andria-Trani, Benevento, Bergamo, Biella, Bolzano, Brescia, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Como, Cosenza, Cremona, Enna, Fermo, Ferrara, Forlì-Cesena, Frosinone, Genova, Gorizia, Imperia, Isernia, L’Aquila, La Spezia, Latina, Lecce, Lecco, Lodi, Lucca, Macerata, Mantova, Massa e Carrara, Matera, Medio Campidano, Messina, Milano, Monza e Brianza, Novara, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano, Padova, Palermo, Parma, Pavia, Pesaro e Urbino, Pescara, Piacenza, Pistoia, Pordenone, Potenza, Prato, Ragusa, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Siena, Siracusa, Sondrio, Taranto, Teramo, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Verbano-Cusio-Ossola, Venezia, Vercelli, Vibo Valentia, Vicenza, Viterbo.

Strutture del benessere (saune, SPA, eccetera)

Sono 10 di cui:

  • 9 saune; 1 SPA; mancano totalmente strutture quali parchi termali e centri massaggio;
  • 3 in cui il nudismo è libero, 7 che pongono limitazioni alla pratica del nudismo (solo in certi periodi, solo in determinate aree, solo su prenotazione dell’intera struttura, eccetera);
  • nessuna è convenzionata con la federazione naturista italiana e dalla stessa pubblicizzata.

La loro distribuzione è…

Regione

Provincia

Tot.

Sau.

SPA

Parchi T.

Mass.

Valle d’Aosta  

0

       
Piemonte  

0

       
Lombardia  

1

       
  Brescia

1

1

     
Trentino Alto Adige  

6

       
  Bolzano

4

4

     
  Trento

2

2

     
Friuli Venezia Giulia  

0

       
Veneto  

2

       
  Verona

2

2

     
Liguria  

0

       
Emilia Romagna  

0

       
Toscana  

0

       
Marche  

0

       
Umbria  

0

       
Lazio  

0

       
Abruzzo  

0

       
Molise  

0

       
Campania  

1

       
  Napoli

1

 

1

   
Puglia  

0

       
Basilicata  

0

       
Calabria  

0

       
Sardegna  

0

       
Sicilia  

0

       

Sono totalmente sprovviste di strutture del benessere nudiste o che, a date condizioni, permettono di praticare il nudismo le province di: Agrigento, Alessandria, Ancona, Aosta, Arezzo, Ascoli Piceno, Asti, Avellino, Bari, Barletta-Andria-Trani, Benevento, Belluno, Bergamo, Biella, Bologna, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Como, Cosenza, Cuneo, Cremona, Crotone, Enna, Fermo, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì-Cesena, Frosinone, Genova, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, L’Aquila, La Spezia, Latina, Lecce, Lecco, Livorno,
Lodi, Lucca, Macerata, Mantova, Massa e Carrara, Matera, Medio Campidano, Messina, Milano, Modena, Monza e Brianza, Novara, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano, Padova, Palermo, Parma, Pavia, Pesaro e Urbino, Pavia, Perugia, Pescara, Piacenza, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Prato, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari, Savona, Siena, Siracusa, Sondrio, Taranto, Teramo, Terni,, Torino, Trapani, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Verbano-Cusio-Ossola, Venezia, Vercelli, Vibo Valentia, Vicenza, Viterbo.

Al momento attuale mancano totalmente strutture della ristorazione e dello sport che consentano anche solo parzialmente di praticare il nudismo.

Orgogliosamente Nudi!


Come ci sono gli ottimisti e i pessimisti, così ci sono coloro che delle parole vedono sempre e solo un solo aspetto, dimenticando o ignorando totalmente l’etimologia delle stesse. E’ ben vero che il lessico evolve nel tempo, ma quello a cui si sta assistendo più che un’evoluzione è una contrazione, un impoverimento d’una lingua, l’Italiano, che era tra le più belle e valide del mondo.

Così succede che chi ha un lessico forbito si trova spesso ad essere frainteso o addirittura contrastato, si arriva al punto che chi ancora sa usare l’Italiano nella sua poetica e complessa interezza debba perfino giustificarsi di fronte a chi, invece, s’è addormentato sugli allori e, giustificandosi con il cambiamento dei tempi, ha contratto più o meno fortemente il proprio bagaglio lessicale.

Diverse sono le parole che, oggi, si vedono fortemente limitate o alterate nella loro accezione, tra queste quella di orgoglio, dai più vista solo come un atteggiamento di chiusura e prepotenza.

Invero la parola orgoglio ha anche altri e completamente diversi significati, come possiamo facilmente apprendere aprendo un qualsiasi vocabolario della lingua italiana, io userò uno dei più rinomati, il Devoto – Oli.

Orgoglio – 1) Sentimento unilaterale e eccessivo della propria personalità o casta, che isola l’individuo o ne altera i rapporti sociali o affettivi. 2) Con senso attenuato, sentimento non biasimevole della propria dignità, giustificata fierezza. (E su altro testo trovo anche: Coscienza della propria capacità).

Orgoglioso – 1) Chiuso nel proprio orgoglio. 2) Sostenuto ma legittimo compiacimento.

Sinonimi di orgoglio sono non solo alterigia, presunzione, superbia, ma anche: dignità, fierezza, gloria, vanto.

Sinonimi di orgoglioso sono non solo presuntuoso, saccente, superbo, ma anche: dignitoso, fiero, nobile, regale.

Così, presa piena coscienza che il nostro stare nudi non è atto riprovevole e vergognoso, giustificatamente fieri d’aver superato questo grande condizionamento sociale, compiaciuti d’aver recuperato la piena dignità del corpo, ecco che veniamo a proporre il programma, ovviamente aperto anche a coloro che nudisti non sono (anzi, è studiato proprio in ragione di una loro sperata e benvenuta presenza: il nudo non è obbligatorio), “Orgogliosamente Nudi”. Per ora siamo limitati alle escursioni in montagna, ma in futuro speriamo di poterci allargare anche su altre attività, prime fra tutte lo snorkeling.

0 - Orgogliosamente Nudi

Si partirà a giugno con la terza giornata dell’orgoglio nudista, di cui in coda all’articolo trovate la locandina e il rimando alla scheda informativa con modulo di adesione, poi seguiranno altre quattro uscite (anche di queste trovate le locandine in coda all’articolo, cliccando sulle quali verrete indirizzati alla realtiva scheda informativa con modulo di adesione):

1)      Luglio – weekend in Val di Braone, gruppo dell’Adamello (BS), con pernotamento in quota (bivacco autogestito). Gita di media montagna, su sentieri ben tracciati e mai ripidissimi; con un tempo di cammino di 4/5 ore al primo giorno e 7/8 al secondo (compreso rientro a valle).

2)      Agosto – Val Dorizzo, gruppo dell’Adamello (BS) con base al Campeggio Remal. Weekend lungo (3 giorni più 2 mezze giornate) con escursioni giornaliere nei dintorni.

3)      Settembre – Lago di Bos, gruppo dell’Adamello (BS). Gita di media montagna, in salita su sentiero in parte scomparso, ma pur sempre difficile da sbagliare, alcuni tratti ripidi; in discesa comoda mulattiera. La salita, che rappresenta i due terzi dell’escursione, si svolge in ambiente selvaggio dove il passaggio dell’uomo è assai raro. Giro ad anello di 6/7 ore.

4)      Ottobre – Periplo del Tigaldine, per ogni dettaglio leggi la relazione.

Vi aspettiamo.

P.S.

Doverosamente dobbiamo precisare che dietro a tale programma non esiste una società sportiva o d’altro genere, ma solo dei singoli individui. La partecipazione agli eventi è fatta in totale autonomia e ognuno è responsabile di sé stesso e solo di sé stesso.

Ed ora le locandine degli specifici eventi: cliccare sulle stesse per accedere alla relativa scheda informativa con modulo di adesione.

1 - 3a giornata orgoglio nudista

2 - Luglio

3 - Campo d'agosto

4 - Settembre

5 - Ottobre

Poesie di gioventù: Lontananza


Io a Ponte di Legno,
tu a Brescia.

Questo per sei giorni,
sei giorni e otto notti.

Troppo tempo,
troppo lontani.

Lontananza,
perché sei entrata nella nostra vita?
perché esisti?

Se non esistesse la distanza,
se tutto fosse vicino,
che bello sarebbe il mondo:
io, ora, vicino a te sarei
e tu, ora, vicino a me saresti;
noi due saremmo vicini
e insieme saremmo.

Ma la distanza esiste,
esistono le cose lontane,
esiste il dolore di non poter stare insieme.

Emanuele Cinelli – 6 marzo 1974

Lettera ai politici


letteraIn tempi di campagna elettorale ci potrebbe essere una maggiore recettività politica verso lo stato d’incertezza legislativa in cui si trova il nudismo, perché, allora, non provarci!

Eccovi una lettera che potete copiare, personalizzare e inviare.

Se poi qualche politico ci legge direttamente qua, benissimo, ci contatti pure.


Gentilissimo/a …..

Coscienti dei tanti gravosi impegni che di certo avrà in questo periodo, non volendo farle perdere inutilmente del tempo prezioso, sebbene l’argomento di cui siamo a parlarle sia ampio e complesso, veniamo a condensarlo in poche righe e puntiamo direttamente alla sostanza dello stesso.

Siamo a scriverle in rappresentanza di una sostanziosa fetta di italiani (all’incirca centomila persone) e di un altrettanto corposa quota di turisti stranieri, fetta che forma una comunità sociale importante e attiva, una comunità che, però, a fronte della sua totale innocuità, si vede da sempre osteggiata e vessata nella sua libertà di espressione e di azione solo ed unicamente perché dedita al nudismo.

Sebbene l’opinione comune di base sia oggi molto cambiata e veramente poche siano le persone che proprio non riescono a sopportare la nostra presenza, sebbene molti siano i giudici ordinari e di pace che si sono pronunciati a nostro favore, la Corte di Cassazione, chiamata in causa in soli due casi, ma pur sempre chiamata, ancora ragiona in modo obsoleto e un suo eventuale coinvolgimento mette la nostra comunità in condizione di incertezza giuridica. Un’incertezza resa ancora più evidente dalla vaghezza della legislazione. Analogamente diversi sono i sindaci che, o ignorano totalmente i nostri tentativi di addivenire a un dialogo, o addirittura emanando ordinanze specifiche, impegnano il personale di vigilanza in vere e proprie campagne punitive. Nulla da eccepire quando si tratta del fermo di qualcuno che realmente compie atti osceni in luogo pubblico, anzi, siamo i primi a chiedere in tal caso massima severità, anche più di quella attualmente in vigore, ma spesso e purtroppo si tende a fare erba comune e, per semplificarsi il lavoro, non si fanno distinzioni di sorta: sei nudo, quindi stavi facendo sesso in pubblico e ti fermo, stop!

Già ci sono state delle proposte di legge che volevano, anche se in modo opinabile, mettere chiarezza sulla questione, ma nessuna di queste è arrivata a compimento. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di una legge elaborata e, pertanto, complessa da formulare e gestire, anzi potrebbe bastare una semplice postilla in capo al Codice Penale. Questo, infatti, al Libro terzo, Titolo primo, Capo secondo, articolo 726 parla di atti contrari alla pubblica decenza senza però meglio definirli, così come non viene fatto in modo esplicito da nessun altro strumento giuridico. Il tutto viene lasciato alla libera interpretazione e decisione del personale delle forze dell’ordine e dei giudici.

Cosa siamo a chiederle? Semplicemente di volersi prendere carico della questione e sostenere una delle due possibili soluzioni, o, meglio ancora, ambedue:

a)      Aggiunta di una postilla all’articolo 726 del Codice Penale: “lo stato di nudità, ancorché pubblico, non è di per se stesso atto contrario alla pubblica decenza”

b)      Promulgazione di una legge poco più articolata sul nudismo (o naturismo), con la quale si renda a tutti gli effetti pienamente legale la nudità anche pubblica ovunque la stessa non sia appositamente e specificatamente vietata, quantomeno quella attuata fuori dai contesti strettamente urbani (con esclusione dei balconi e dei giardini privati), senza ulteriori limitazioni che possano comunque di fatto rendere la pratica del nudismo materialmente impossibile a tutti coloro che non possano sobbarcarsi ad ogni fine settimana lunghe trasferte per raggiungere i pochi luoghi ove il nudismo è consentito.

Restando a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e per l’appoggio materiale alla formulazione della specifica proposta di legge, porgiamo i nostri più distinti saluti

Firmato

Lo staff di Mondo Nudo e iNudisti

Desiderio, pudore e paure


Il sesso non è la prima ossessione della mia vita: ci metterei qualcos’altro al suo posto, la bellezza ad esempio – che poi non è un’ossessione.  Eppure siam cresciuti e viviamo in una società che ha fatto del desiderio e del sesso una leva che sposta le montagne, un grimaldello che apre tutte le porte. Non certo per condividere la varia umanità che ciascuno noi siamo… e insieme stupirne.

Ma per rubare. Fesso o spia chi non ruba in compagnia…

Siamo cresciuti bramosi: di sesso e possesso, di potere e piacere, di ricchezze e fortezze.

Se prendo a confronto il mio cane – sulle cose essenziali è mille volte più preparato ed equilibrato di me – dico che siam fatti tutto al rovescio. È spietata la “morale” canina, ma almen non ha maschere. Noi siamo anche peggio e ce ne facciamo mille ragioni: ce le facciamo, per costruirci una faccia accettabile: bulli, presuntuosi e crudeli che siamo.

Il desiderio dei cani è ben limitato: un osso ogni giorno, una femmina ogni sei mesi, a suo gentil gradimento. Il nostro è smodato, spudorato, immodesto; legittimato con marche da bollo dal Banco della Ragione.

Ipocriti fin nel midollo: di giorno in giacca e cravatta, rispettabil signori. Di notte, in vacanza, in privato, scatenati predatori, carnieri da esibire su Facebook. Non tanto perché davvero la lepre ci piaccia, ma più per quell’item da segnare sul libro dei conti.

Per aumentare lo sfizio del gioco ci siamo inventati ostacoli a iosa: altri timbri e consensi. E norma sublime: non tutto dev’esser per tutti, qualcuno è più uguale degli altri, i privilegi s’han da difendere, da condivider solo coi pari.

Da sempre il terrore è egregio strumento per tenere il popolo a bada (quanti ba-bau inventiamo ai bambini per “educarli” ubbidienti). La paura ci difende, ci dicono. Un popolo bue: del toro serve poi solo la forza-lavoro, n’est ce pas? Ma possono aggiungersi a personal discrezione fame o fatica, costrizione o dolore (così è forse nelle società più antiche, primitive o incivili e non nella nostra sana odierna democrazia occidentale).

L’inferno come spauracchio funziona: la fila dei dannati ogni giorno s’ingrossa!

Il paradiso, sublimato desiderio di tutta una vita, sarà nostra eterna ricompensa: anch’esso funziona – come carota.

Ghiribizzi che vengono in mente per provare a cambiare, vengon bruciati sul nascere come fanfaluche di carte d’arancio.

«Tu nudo?! Mai più!»

«Il diavoletto ti porta dritto all’inferno: via quelle mani da lì; tirati su le braghette!»

«Non toccarti o ti si staccan le mani?»

«Fai scappare l’angioletto!»

«Sei proprio un bel demonietto.»

«Gesummaria! Dove corri senza mutande?»

Giorno per giorno ci intossichiamo di nuove paure somministrate come elisir. Non prendono la via della ragione, che altrimenti le filtrerebbe, ma quello della presa emotiva, del ricatto affettivo, più ancestrali e indomabili.  Paure che sembrano frutto di oculata prudenza, di navigata esperienza, a spontanea insorgenza, di legittima istanza. E invece sono artificiali iniezioni, indotte pulsioni, psicofarmaci che agiscon men sulla mente ma dritte sul cuore, che fremente chiude tutti i battenti; tremante aspetta cessi il pericolo; ansante, fervente ed oblante fa voti e promesse che sarà bravo per sempre.

Se mi vedo nudo non mi faccio paura. Se faccio l’amore non mi vergogno. Se altri mi vedono culo e pisello non è la fine del mondo. Basta, per favore, con queste pantomime da esibir sulla pubblica piazza, da scherzi di birba che fa bau-sète. Basta con queste garrote che ci tengon col fiato sospeso in perenne agonia.

Sì sono un cane! Preferisco essere un cane, beato e pacifico. Son libero e nudo, come Diogene il cinico. Non sfido nessuno, non ce l’ho con nessuno. Solo, non voglio immaginarie paure che mi rendono angusta la vita, camicie di forza che mi fanno insanire. Per poi tenermi al guinzaglio con le stesse mie mani. Paralizzanti contratti di un sistema di vita che non ho mai sottoscritto. Mi ribello da me. Butto all’aria vestiti non miei, divise di esercito di una salvezza arretrata, compunte mutande che difendono un falso rispetto di sé.

Ceppi e catene svaniscon d’incanto solo che provi o m’azzardi a non pensarli esistenti, a pensarmi diverso. Non m’importa alla fine sapere o dar colpe a chi me l’ha imposti. Da oggi non sono e non saranno mai più. Non c’è fulmine che dal cielo m’inceneri al suolo: di Natura son figlio, naturali son “nostre vaghezze”; Natura non mi ha fatto lebbroso, piuttosto orgoglioso.

Son Giovannin senza paura, non temo gli scheletri che gli spettri mi gettan giù dal camino, e dico spavaldo: «Butta! Butta!» Passate tre notti nel castello stregato, mi sveglio il mattino padrone di tutto. «In fondo non è stato gran che! È bastato non abboccare all’amo di chi mi voleva metter nel sacco!»

Il nudismo mostra al mondo «di che lacrime grondi e di che sangue» il povero corpo dell’uomo, umiliato, martoriato proprio là dove altrimenti è fonte di vita e piacere. Chi è più alterato: la Natura che ci ha fatti così, o la società che ci vuole cosà? Mi vedo nudo dentro la mente: non ci sarei mai arrivato se non prima osando tramite il corpo, se non infrangendo cortine di vetro, ipocrisie; sfidando apparenze dissimulanti e mutanti.

Finché una paura ci oscura la vista, non riusciamo a vedere che qualcosa c’impedisce il libero azzurro del cielo.

Finché il pudore ci veste di timore e tremore, non sapremo davvero chi siamo. Se non proviamo a spogliarci, non sapremo mai come stiamo da nudi: ci potremmo stupire.

Finché avremo divieti, ci verrà desiderio d’infrangerli.

Sotto montagne di usi e costumi, fra desideri indotti e pressanti, che ci fanno indistinti nel “mucchio selvaggio”, dovendo poi sempre alla fine passare alla cassa, non sappiam più cosa sono personale unicità, biologica spontaneità, bestiale sincerità, naturale innocenza, umano candore… o ciò che meglio pensiamo di noi.

Lo dice la Bibbia


C’è una cosa che faccio molta fatica a comprendere e accettare, è quando qualcuno a fronte di una tua obiezione, un tuo pensiero, invece di risposte più o meno articolate ma comunque costruite si limita a dirti “lo dice la Bibbia” (o il Vangelo, il Corano, eccetera).

Come si fa ad annullarsi  così totalmente per affidarsi ciecamente alle parole scritte su un libro? Come si fa a rinunciare totalmente e irrevocabilmente al proprio raziocinio per affidarsi a quanto qualcun altro ha scritto molto, ma anche poco, tempo prima di noi? E poi, ma perché proprio la Bibbia, il Vangelo ,il Corano e non i Promessi Sposi, la Divina Commedia o altri sublimi ed elevati testi della cultura italiana e mondiale?

Tra costoro ci sono persone con un elevato grado culturale, ci sono manager e titolari d’impresa, ci sono persone che quotidianamente dimostrano di aver capacità di pensare  e ragionare per proprio conto, persone che scendono in piazza per  lottare, persone che sono in grado di autogestirsi, eppure, quando ci si deve confrontare con determinati argomenti o alcuni aspetti della vita ecco che, queste persone, queste persone intelligenti, queste persone colte, queste persone operose, semplicemente rispondono “lo dice la Bibbia”.

Non posso accettare che mi si vincoli a un pensiero, a un atteggiamento, a una regola solo ed unicamente perché lo dice un libro, qualunque esso sia. Specie quando, in barba alla coerenza, questo modo di agire è anche molto opportunistico: quando fa comodo il “lo dice la Bibbia” non esiste più!

P.S.
Si legga il tutto non solo nella forma prettamente religiosa, ma anche sotto forma di metafora rivolta a quanti raramente si espongono con pensieri propri ma parlano e ragionano quasi esclusivamente per citazioni o facendo riferimento a un singolo leader o  basandosi rigidamente sui regolamenti.

Chi controlla l’informazione in Italia e nel mondo?


Poesie di gioventù: Dopo tre giorni


È mercoledì,
con questo tre giorni son passati,
tre giorni senza vederti,
ti ho solo sentita per voce,
ti ho solo osservata in fotografia,
ti ho solo pensato nel cuore.

Mai ho potuto stringerti fra le mie braccia,
mai ho potuto posare le mie sulle tue labbra,
mai ho potuto cogliere la fulgida luce dei tuoi occhi.

Conto i gironi, le ore, i minuti,
perfino i secondi,
sono ansioso di rivederti.

Amore ti aspetto!

Emanuele Cinelli – 6 marzo 1974

L’età incerta (mica tanto)


I ragazzi sono bizzarri, non hanno le idee chiare, devono maturare, formarsi. Hanno un modo tutto loro di rapportarsi con le persone che li circondano. Un modo, tra l’altro, in quotidiano assestamento, in continuo aggiornamento (ogni giorno una novità, curiosa e appassionante, meglio di un blog).

Il ragazzo (chi può veda se il discorso vale anche per le ragazze) comincia ad avvertire, a marcare la propria presenza nel contesto sociale, a far sentire la propria voce: c’è col proprio peso (il corpo è un delirio a quest’età).

Misura costantemente forze e distanze, si dà obiettivi pazzeschi (o eroici) da raggiungere, è in gara di emulazione con se stesso, prima che col mondo esterno e coi coetanei. Esaspera i conflitti perché vuole vederci chiaro, per misurare le proprie forze, per vedere fin dove può arrivare, quali spazi di libertà può rivendicare, espropriare.

In orizzontale, coi coetanei, è riccio e spugna, continuamente alla ricerca del fare qualcosa insieme, qualsiasi cosa per pazza che sia, di una concretezza che lo radichi al reale, in grado di agire efficacemente – a cominciare dal divertimento, dallo sport (ormai sempre meno gioco/passatempo e più competizione, ricerca di un risultato, perché identificante per sé e per la squadra; per gettar nuova legna sul fuoco del proprio orgoglio personale e del gruppo).

In verticale, nel rapporto con gli adulti, conoscenti, parenti… e genitori in particolare, ha un atteggiamento variegato, va “a simpatie”, ma è netto, deciso e incisivo. È alla ricerca segreta di un modello con cui confrontarsi e eventualmente identificarsi, da emulare fin dove possibile, da cui apprendere (rubare) i tratti e i profili ideali che gli sono più congeniali. Pronto a puntare il tutto per tutto, scommettere la propria vita quando è in gioco non tanto la vita futura, ma l’attim d’adesso. Con una cocciutaggine, un’asprezza, una tenacia, un estremo dispendio di forze, che noi adulti giudicheremmo sproporzionati: ma in questi anni si metton le fondamenta di tutta una vita (dice un proverbio bresciano: «A dùdes agn a s’è pütèi, a setant’agn a s’è amò chèi» “A dodici anni si è ragazzi, a settanta siamo ancora gli stessi”).

Così, non comprendiamo gli sbalzi d’umore, gli scatti d’ira, le reazioni improvvise, la sfrontatezza, come pure certi momenti di scoraggiamento, di umiliazione, di avvilimento che mai, se non appunto alla loro stessa età, ricordiamo di aver mai noi stessi vissuto.

Con due grandi incognite: la riuscita e il sesso.

Mai come in questa età una bocciatura è una ferita cocente; così ogni altro insuccesso, la rottura di un’amicizia, il bando dal gruppo, la fine di una “storia” con una ragazza. Il gruppo dei pari diviene più importante della famiglia. In famiglia tutto è scontato, va tutto troppo bene: il dialogo è a pezzi, i genitori matusa, i rapporti da negoziare ogni giorno… ma un piatto di pastasciutta, una tana per dormire c’è ancora. I “vecchi” sempre sull’orlo di una crisi di nervi, esasperati, preoccupati, tirati, ma il “deca” alla fine te lo allungano sempre.

Con gli amici il legame è ridiscusso ogni giorno: sempre pronti a mollare o tener duro, è questione a volte d’inezie, o di gocce che finalmente traboccano. Con loro c’è da riaffermare se stessi e muoversi insieme. In base a leggi non scritte, ma di un ferreo rigore, di un vigore impietoso e impetuoso, i ragazzi si fanno le ossa l’un l’altro. Insieme è anche un’esplorazione di se stessi, un sopralluogo ai confini, un’ispezione alle mura, quasi si attendesse ogni ora un assalto. Di fronte alla steppa dei Tartari, ciascuno per sé diventa un capitan Drogo, fa l’inventario di sé, del proprio carattere, degli assi nella manica, del proprio coraggio e determinazione, del proprio autocontrollo, della propria immagine verso l’esterno. Ciascuno diventa fabbro di se stesso: sull’incudine dei fatti quotidiani si modella muscoli nuovi, si martella con forza e convincimento una nuova corazza, di cui andar fiero e soddisfatto, perché all’altezza delle incognite che la vita sta preparando.

Immaginarsi già adulti è una prospettiva astratta e lontana: il presente è mille volte più urgente. Ora e adesso ferve la vita. Un ribollimento incessante di nuove energie, nuove chiarezze, decisioni irremovibili, certezze assolute, impegno leale e totale… (Mi rendo conto che sto usando un linguaggio iperbolico, altisonante, forse anche retorico… Ma noi, alla loro età, come eravamo? Sempre eccessivi, intransigenti, caparbi, tutti d’un pezzo, pronti ogni istante a giocarci la testa… come forse facciamo anche adesso).

A quest’età il sesso prende il sopravvento su tutto. È la punta dell’iceberg di mille attenzioni a quello che capita, momento dopo momento.

«Chi è che comanda?» si chiede stupito del nuovo entusiasmo che in petto si sente. «Scavalco i muretti, il cuore mi preme contro la gola, mi tremano i polsi, son mezzo ubriaco… e felice da matto! Faccio finta di niente, se parlo balbetto, ho le ginocchia di burro, sempre irrequieto, impaziente… “Non sa concentrarsi” dicono i profe. Mi scopro son nuovo: arrivo alle stelle, mi calmo, e poi cambio l’umore. Han fame anche gli occhi – non mi bastano i porno: non è questo che voglio alla fine! Voglio una vita dal vero, una vita dal vivo. Perché anch’io sono vivo, ho il mio posto nel mondo. Ma come faranno i nudisti? Da schiattare all’istante, cardiopalmo continuo, infinite le corse nei bagni: ma quando si sazia il bricconcello? Mi comanda a bacchetta: è tutto istinto, non ha molto cervello, ma sa ben quel che vuole… e l’ottiene! Ok! è primavera, cantano i merli… Il curato ormai mi conosce: sempre e un solo peccato… “Quante volte, figliolo?” Non tengo più il conto…»

Immaginatevi ora uno di questi “mortaretti” in una delle nostre escursioni, a Gardacqua, in un campeggio nudista, al Newt o al Wnbr!

Dialogo col “mortaretto”

Il “mortaretto” si immagina un fuoco di fila di sguardi e attenzioni tutti concentrati sul suo sesso, lì in bella mostra!

Mortaretto: Ah, bella roba!

Diviene verde, viola, paonazzo, di tutti i colori. Da morir d’imbarazzo! Soprattutto se ci son coetanei (e coetanee!)

M.Me l’han visto! – gli crolla il mondo addosso.

M.Uno ci può rimanere! – pensa fra sé.

Vittorio: – È lì il tuo punto debole, il tuo punto più vulnerabile, più delicato? E già ti credevi un grand’uomo! Come ti avessero rubato un tesoro, violato la privacy, messo alla gogna sulla pubblica piazza, ludibrio di tutti.

M.Avevo in mente un altro programma. Pensavo a un regalo per la mia “prima volta”. Offrire cioè la mia nudità come dono esclusivo in cambio di…

V. – Tutto lì quel che sai dare?…

M. Sarebbe stato il nostro segreto. Così è tutto rovinato! Mi si ribalta tutto, tutto da rifare. Proprio ora che cominciavo a capirci qualcosa. Era un buon biglietto da visita. Come facevamo all’asilo: “Io ti faccio vedere il mio, tu mi fai vedere il tuo (la tua)”.

V. – E la “seconda volta” come farai? Il tuo buono l’hai speso. Quanto costa l’ingresso?

M. Non siamo al parco delle meraviglie! Non faccio strip-tease.

V. – A me pareva di sì: come al mercato dei buoi. Non hai nient’altro di meglio?

M. Non hai proprio capito. Lo strip, come tu lo chiami, (ehm! sento che sto diventando rosso…) mi serve per caricarmi un po’, mettere in circolo un po’ di adrenalina, farmi coraggio. Non far brutte figure.

V. – Alla tua età!

M.Se mi abituo al nudo, potrei avere delle difficoltà. Se manca l’eros, capisci? Se il mister non fa il suo dovere quando è il momento, addio! “Ridatemi le mie mutande!” Ah, mio povero nìnnolo… non ti vorrà più nessuna.

V. – Boh! Non c’è solo l’idraulica, mi pare. Non pensi ci sia anche altro? Qualcosa di nuovo, di tuo, di vivo, palpitante…

M.Dici: i sentimenti?

V. – Bravo! Lo sapevi, birbante!

M.Lascia stare il can che dorme. A suo tempo verranno anche loro, quando mi sarò chiarite le idee.

V. – Non si tratta di idee! Ci vuole anche un po’ di testa, non dico di no. Non puoi far solo calcoli e tirar delle somme. Lascia un po’ fare: che anche se ti bagni i calzoni, sull’altra riva te li puoi asciugare.

M.Il fatto è che nudo così mi sento indifeso: è delicato il marmocchio!

V. – Puoi anche chiamarlo agnellino se pensi che qui intorno non vedi che lupi.

M.Avanti, fate di me quel che volete, sbranatemi pure.

V. – Chi t’ha messo in testa queste panzane?

M.Ok! Tu, voi nudisti siete lupi buoni, ma gli altri? Tutti gli altri? Perderei dei bei punti così scostumato, ti pare? La “decenza” mi avrebbe difeso, non trovi?

V. – È normale che ti senti così. Tu hai ha voluto vedere, provare, fare questa esperienza, tu hai accettato di venire con noi: tu hai deciso di metter tutto in discussione. Non lamentarti se ora ti senti in tempesta.

M.Volevo vederci più chiaro… E la frittata si è rivoltata. Non è più come prima.

V.C’est la vie, caro mio! Nessuno a parole ti avrebbe mai fatto convinto. Noi che non ti guardiamo, che non siamo curiosi, che non ci arrapiamo vedendo una bella donzella; quasi eremiti… Non ci avresti creduto. Che effetto ti fa essere nudo fra nudi?

M.Niente. Anzi, c’è maggior confidenza. Siamo molto più amici.

V. – E col sesso?

M.Ehi! Son mica…

V. – Va bene. Adesso che hai provato, che cosa ne dici?

M.Bisogna proprio mettercelo, il sesso! Eh, eh!

V. – Allora è come se fossimo vestiti; essere nudi non fa differenza. Tu sei sempre tu, nudo o vestito che sia. Non cambi chi sei. Né fa di noi dei lupi bramosi e bavosi. Stai pur tranquillo su questo.

M.L’avevo pensato, sai. Mi vedevo stretto fra le vostre manone, incapace di reagire, di gridare, incantato, paralizzato…

V. – Male! In campana e sangue freddo! Cominci a capire, adesso?

M.Son senza fiato. Non ero mai arrivato sin qui. Pensavo al peggio. Grazie per la simulazione…

V. – Hai visto quanti strati di magliette, mutande, pigiami, camicie, costumi, bermuda… per non parlar di idee, disegni, progetti, preconcetti, modelli… E tutto questo par che funzioni, e sta in piedi da secoli.

M.Ma ora, ce n’è uno di meno: io! Ah, respiro un po’ meglio. È bello guardarti senza aver degli ostacoli. Senza che tu ti senta a disagio, infastidito dal mio sguardo invadente… 

V. – La curiosità passa subito.

M. – È che siamo abituati da una vita… Scusa…

V. – Di che? E noi allora?

M. Voi cosa?

V. – Anche per noi è bello guardarvi: … la bellezza dell’asino!

M. Questa me la paghi!

V. – Si dice così! Io non ne ho colpa.

M. Però adesso sono un asino libero! E io che pensavo di essere brutto e sformato!

V. – Non metterti in dosso nessun altro vestito, bell’asinello, che vai bene così!

Perchè il nudismo non eccita sessualmente


In spiaggiaAnche se, a dire il vero, a me è capitato raramente e comunque sempre più per ironizzare che per fare affermazioni precise e categoriche, leggo che ad altri capita, anche spesso, che parlando di nudismo si sentano accusare di essere degli esibizionisti dediti all’attività sessuale pubblica o, comunque, si sentano obiettare che il nudismo lo si faccia solo per cuccare, come si dice in gergo.

A parte che, tra i non nudisti, sono in tanti, specie tra i giovani, coloro che in spiaggia, alle feste, in discoteca, eccetera ci vanno se non proprio esclusivamente per cuccare, comunque con la speranza di farlo. Cosa, questa, che tutti ben sanno e, di conseguenza, tutti dovrebbero ben capire che innanzitutto il desiderio di cuccare non è poi un desiderio così strano e malsano, ma poi anche e soprattutto che non c’è bisogno di essere nudi per cuccare e magari passare anche alle vie di fatto proprio li sul posto. Che per fare sesso normalmente ci si metta nudi non vuol dire che chi è nudo stia per fare sesso (di fatto nudi ci si mette anche per fare la doccia, allora uno che è nudo sta per fare la doccia? Perché proprio il sesso e non la doccia?). La matematica ammette la scambiabilità dei fattori, la logica lessicale no (altrimenti, ad esempio, dire “la mela rossa” starebbe a dire che “il rosso è una mela”)! In realtà per fare sesso non c’è nemmeno bisogno di spogliarsi e, in un contesto pubblico, si può arrivare a farlo senza che chi sta attorno se ne possa rendere conto, motivo per cui, ai tempi della mia giovinezza, gli adulti proibivano alle ragazze di sedersi sulle gambe dei ragazzi.

Ma non è di questo che voglio specificatamente parlare, mi voglio piuttosto soffermare sulla questione che sorge quando il nudista, all’obiezione di cui sopra, risponde affermando che invero sulle spiagge nudiste non ci si va necessariamente per fare sesso o per cuccare, risposta alla quale, mi dicono, spesso venga obiettato con “ma allora il nudismo ti rende impotente” o con “ma come si fa a non eccitarsi in mezzo a tante donne (o uomini) nude (nudi)”.

Capita anche che ci sia chi, specialmente tra gli uomini, si tiene alla lontana dai luoghi nudisti (vorrebbe praticare ma non lo fa) solo perché teme di non poter reggere all’eccitazione e di trovarsi improvvisante e vistosamente eccitato li in mezzo a tutti. In alcuni casi questa è anche la preoccupazione di chi si accinge per la prima volta a frequentare un incontro nudista. Anche qui le rassicurazioni di un nudista ormai navigato spesso sortiscono poco effetto e ci si chiede perché.

Ecco di questo voglio parlare, del perché ci sono persone che non possono credere al fatto che in un gruppo nudista non ci si ecciti sessualmente e del perché, dato che così è, la nudità pubblica non ci eccita sessualmente.

Dobbiamo partire considerando il contesto in cui nasce la preoccupazione di eccitarsi vedendo altre persone nude: il mondo tessile. Cosa succede, infatti, nel contesto tessile? Essendo costantemente coperte le parti, diciamo, sessualmente critiche, si finisce istintivamente col guardarle e, soprattutto, col ricostruirle mentalmente, un processo, quest’ultimo, abbastanza lungo, durante il quale la nostra mente rimane concentrata su quei dettagli anatomici che sono obiettivo principale dell’attività sessuale, si evocano così immagini d’azione sessuale e con esse scatta l’eccitazione sessuale.

Spostiamo tutto il ragionamento in un contesto nudista. Qui i dettagli anatomici sono ben visibili quindi l’osservatore, perché per chi è alle prime volte è ovvio che scatti il meccanismo dell’osservare, non ha bisogno di attivare meccanismi mentali di ricostruzione, non attivandosi questi meccanismi la mente non si concentra sui dettagli anatomici e, di conseguenza, non evoca immagini d’azione sessuale, per cui non scatta l’eccitazione sessuale. Passati i primi momenti di assuefazione, esaurita la curiosità inziale verso certi dettagli figlia dei tabù tessili (alla fine visti alcuni, visti tutti), accertata la totale assenza dei pensieri sessualmente attivi e della relativa eccitazione, pian piano l’istinto all’osservazione si attenua fino a svanire del tutto e, a quel punto, la persona vede (questo è ovvio, mica si può accecare per non vedere!), ma non sente più l’esigenza di osservare, non, per lo meno, ai fini dell’indagine sessuale: magari osservo quello che una persona sta facendo, noto che si è tagliata i capelli o che si è depilata dove prima non lo era, ma il resto non ha più attrattiva e ci si comporta come, anzi meglio, che in un contesto tessile. Ricorderò sempre le parole scritte da una avvenente e prosperosa ragazza dopo la sua prima esperienza nudista: “è stato splendido, per la prima volta mi sono sentita guardare negli occhi invece che nel seno”!

Ecco spiegato l’arcano del mistero, a questo punto che dire per chiudere se non…

Buon nudismo a tutti!

2013… a big project for me!


Hello 2013, you brought me a big, big idea: writing a history of nudism (and naturism) in the world!

It is a big project and I need of many documents from any world states, but it is a work very hard and difficult. So I ask to my followers, readers and contacts to send me everything is usefull: link, documents, bibliography, articles, etcetera.

I mentioning in my final work all those who help me.

Thanks!


Salve 2013, mi hai portato una grande, grande idea: scrivere la storia mondiale del nudismo (e naturismo)!

E’ un grande progetto a mi servirà molta documentazione da ogni stato del mondo, è chiaramente un lavoro duro e difficile. Così chiedo a tutti coloro che mi seguono, mi leggono e che sono in contatto con me di inviarmi qualsiasi cosa ritengano possa tornarmi utile: link, docuemnti, biblografia, articoli, ecceetra.

Menzionerò nel mio lavoro finale tutti coloro che mi avranno aiutato.

Grazie!