Archivio mensile:ottobre 2011

Arriva l’inverno!


Novembre, ormai delle spiagge, del mare o del lago, delle piacevoli camminate sulla rena, delle nuotate, del relax e del caldo resta solo il ricordo. Per quanto questo possa essere intenso e piacevole, non basta a compensare il bisogno si togliersi da dosso la conformità degli abiti quotidiani, l’esigenza di fare movimento o, al contrario, di starsene bellamente in panciolle a godersi il lento scorrere delle ore. Ecco che si risveglia l’interesse per le strutture salutistico-ricreative atte a riprodurre le condizioni e gli ambienti estivi: centri benessere, saune, palestre, piscine e via dicendo.
Tutto questo vale anche per i praticanti del nudismo, con l’aggravante che l’abitudine a stare completamente senza vestiti fa sentire ancor più forte la costrizione che gli stessi apportano: il corpo si ribella pesantemente alla ridotta traspirazione, allo sfregamento coi tessuti, all’assenza di aria e di sole. Così si sviluppa la ricerca di strutture che permettano di tornare nudi almeno per alcuni giorni, alcune ore della settimana.
Purtroppo trattasi d’una ricerca assai vana, a parte alcune rarissime eccezioni che si vengono a creare per l’interessamento di alcune Associazioni Naturiste, di strutture che concedano un seppur esiguo spazio alle esigenze invernali dei nudisti non ce ne sono, non in Italia quantomeno.

Nelle saune trentine e altoatesine è d’obbligo il nudo all’interno delle cabine sauna, ma all’esterno è altrettanto obbligatorio indossare qualcosa. Nelle saune del resto d’Italia, purtroppo, persino all’interno delle cabine sauna è, salvo rarissimi casi, obbligatorio non esporre alla pubblica visione i genitali e, per le donne, le mammelle. Nulla l’attenzione di tali centri alla bassa qualità e alla nulla igienicità d’una sauna effettuata indossando il costume o anche un semplice telo che non sia in tessuto naturale, invece d’educare il cliente alla giusta pratica saunistica si preferisce lasciarlo macerare nel proprio sudore invocando un ormai superato concetto di decenza.

Analogo il discorso in merito alle altre strutture, dove oltre al già detto arcaico concetto di decenza si sollevano altre opinabili problematiche.

Nelle piscine s’è perfino arrivati al divieto, altamente antigienico, di fare la doccia senza costume; un divieto ancor più inconcepibile dato che nelle piscine italiane vige ancor oggi la netta separazione tra gli spogliatoi maschili e quelli femminili. Riguardo all’uso della vasca natatoria in nudità si registrano obiezioni alquanto comiche come quella dei peli che si perderebbero dal pube e dai genitali, a nulla serve osservare che ci sono piscine dove pur con il massimo rispetto per l’obbligo d’indossare la cuffia, sul fondo si trovano masse di capelli, mentre in altre piscine dove non vige l’obbligo della cuffia i capelli non si vedono galleggiare o affondare, dato che la pulizia dell’acqua non è data da questi piccoli accorgimenti (costume e cuffia) ma da adeguati sistemi di ricircolo e filtraggio dell’acqua. A proposito, non è informazione che i gestori delle piscine amino far circolare, ma l’odore di cloro che si sente entrando in molte di esse non è assolutamente sintomo di pulizia, dato che non è generato dal cloro immesso in acqua, bensì è prodotto dai batteri in assenza di un adeguato ricircolo dell’acqua.

Nelle palestre il discorso della frequenza nudista è novità recentissima e se all’estero qualcosa si sta muovendo in Italia, figuriamoci, s’è subito sollevata l’aperta opposizione sulla presunzione, assolutamente errata, di minore igienicità nell’uso degli attrezzi. Che forse il sudore filtrato da una maglietta o dai pantaloncini è diverso da quello non filtrato? Che forse il sudore di un gluteo è diverso o minore da quello dei genitali? Che forse non è possibile stendere sugli attrezzi adeguati lenzuolini di cotone, che gli stessi frequentatori possono portarsi al seguito così come oggi tutti si portano appresso un piccolo asciugamano?

Purtroppo c’è da osservare che la colpa di quanto sopra riportato è in parte anche degli stessi nudisti, infatti a fronte dei pochissimi che si adoperano per spezzare le viste illogiche obiezioni, ce ne sono molti che non riescono a svincolarsi da un atteggiamento sottomissivo e autocensorio:

  • Siamo solo una minima percentuale di pubblico, non possiamo campare pretese!
  • Saune, piscine, palestre non hanno nulla a che fare con il naturismo e il nudismo!
  • In sauna non ci si va per stare nudi, la sauna si fa nudi motivi igienici.
  • Non possiamo imporre agli altri la nostra nudità!
  • E via dicendo.

Ora, mi risulta che:

  • In Italia anche le minoranze abbiano il diritto di chiedere spazio sociale (e commerciale), molti sono gli esempi di come ciò avvenga, peraltro “chiedere è lecito, rispondere è cortesia” e poi nulla ottiene se nulla si chiede.
  • Se è vero che saune, piscine, palestre eccetera non abbiano nulla a che vedere con il naturismo, non è altrettanto vero che non abbiano rapporti con il nudismo, dato che nudismo non è stare nudi qualche giorno dell’anno su di una spiaggia o in un prato, bensì nudismo è un atteggiamento di vita globalizzante, un’esigenza di liberazioni fisica e mentale dalla costrizione degli abiti, una scelta che si ripercuote su ogni istante della vita di un nudista e questi desidera, anzi, ha la profonda e pressante esigenza di starsene in nudità sempre e ovunque, si autoviolenta per rispettare le attuali regole sociali ma nel contempo giustamente cerca d’arrivare a poter soddisfare la sua esigenza.
  • E perché mai in sauna non ci si dovrebbe andare per stare nudi? Che differenza formale ci sarebbe tra lo stare nudi per l’esigenza di starci e lo stare nudi per motivi igienici? E poi, allargando il discorso all’esterno delle stanze sauna, m’hai visto nudo nella cabina e cosa cambia uscendo dalla stessa? Che forse il nudo cambia significato se è interno alla cabina della sauna o esterno?
  • Analogamente gli altri non possono imporre la loro non nudità a chi nudo è o vuole stare! Per altro la mia specifica nudità non obbliga nessuno a cambiare stato, non obbliga gli altri a togliersi i vestiti, ma caso mai gli aiuta a superare le loro barriere psicologiche, mentre la loro pretesa di non nudità generalizzata obbliga qualcuno a modificare il suo stato, obbliga qualcuno a violentarsi per starsene vestito quando il suo corpo esige liberazione, rafforza le limitazioni psicosociali. Il punto d’incontro tra nudismo e non nudismo non è il divieto alla nudità (che apporta un netto sbilanciamento tra i due diritti in quanto rispetta totalmente il secondo ma impedisce completamente il primo), ma è l’ambiente misto (quello che viene definito clothing optional, abbigliamento facoltativo), cioè il consenso alla nudità senza obbligo della stessa messo in evidenza e progressivamente ampliato (che apporta il pieno rispetto di ambedue i diritti: chi vuole stare nudo può farlo e chi non vuole può fare altrettanto, chi proprio non ce la fa a vedere altre persone nude, che sono pochissimi, potrà evitarlo essendo informato preventivamente della loro presenza e avendo comunque spazi a lui riservati).
  • E via discorrendo!

Il paese delle banane


In questi ultimi tempi sono molti coloro che, per inciso giustamente, si lamentano di come vanno le cose in Italia, sia in senso socio-economico che in quello amministrativo-governativo.
Si contestano le scelte fatte dal nostro Governo; si mettono in discussione le strutture politiche; si criticano le affermazioni dell”uno o dall’altro dei nostri personaggi politici, siano essi di maggioranza che di opposizione; si mette il becco, e anche il naso, nelle vicende private di deputati e parlamentari; e via dicendo.
Quello che pochi, però, fanno è della sana autocritica: insieme ai diritti ci sono anche i doveri e tra questi quello di mettere sul piatto della bilancia tutto quello che il popolo combina, quello che non fa o fa nel modo sbagliato, quelle che sono le abitudini, tanto radicate quanto sbagliate, che contribuiscono a fare dell’Italia un paese incivile e sempre più invivibile.
Non sono cose complicatissime da annotarsi, non sono cose difficili da vedere, eppure sembra che molti, troppi, le ignorino.

Come ogni giorno sto percorrendo la tangenziale per andare da casa al luogo di lavoro, ovviamente la mia velocità è perfettamente rispettosa del limite massimo, ma nel contempo nemmeno d’intralcio alla circolazione essendo esattamente coincidente con detto limite. Mi trovo in seconda corsia e sto superando una fila di camion che intralcia completamente la corsia più a destra. Improvvisamente nello specchietto retrovisore mi vedo fare i fari da un tizio che viaggia ben oltre il limite di velocità e che pretenderebbe che io trasgredissi al codice della strada solo perché lui dello stesso se ne frega bellamente.

Poco dopo mi avvicino ad un punto d’ingresso nella tangenziale e una macchina spunta da questo obbligandomi a frenare quando invero avrei il diritto di precedenza.

Qualche chilometro più avanti c’è la coda: “mannaggia proprio oggi che sono in ritardo”. Pazientemente e diligentemente mi accodo, ma ecco arrivare il solito furbone: un furgone, totalmente incurante dell’educazione altrui, procede come se nulla fosse in contromano per sorpassare la coda.

Sempre in tangenziale, sto tornando a casa dopo una lunga e pesante giornata di lavoro, mi mancano ormai pochi chilometri. Nella corsia opposta una lunga fila di vetture procede a velocità regolare. Ma cosa c’è la davanti? Oh ma questo è pazzo! Una vettura sta sorpassando la fila e, pur essendomi ormai vicinissima, non accenna a rientrare; potrebbe (e dovrebbe) farlo, per altro sta superando delle vetture che non sono strettamente appressate tra loro, invece… invece mi fa i fari e mi vedo costretto a sfiorare il guard-rail per evitare lo scontro frontale.

Sono in forte anticipo ad un appuntamento, per ingannare il tempo mi faccio due passi per le strade della città. Mi addentro in un parco che ben conosco: da bambino ci venivo a giocare, c’era la buca della sabbia, una bassa fontana appositamente allestita per fare da piscinetta bagna piedi e tanto prato verde. Ora non si vede un solo bambino, non possono più giocarci: la piscinetta è stata rimossa, la buca della sabbia pure perché era diventata la cloaca di cani e gatti, così come lo sono i pezzi di prato che contornano le stradine sui quali decine e decine di cani vengono lasciati liberi di scorrazzare e lordare con le proprie deiezioni liquide e solide. E provaci a far presente che la legge prevede che i cani devono stare al guinzaglio, che gli escrementi vanno raccolti, al meglio che ti vada vieni mandato a quel paese, a volte rischi anche d’essere menato.

E’ giunta l’ora dell’appuntamento e, con estrema puntualità, mi presento allo stesso. La segretaria molto gentilmente mi dice che la persona con cui mi devo incontrare non è presente, ha avuto un contrattempo: “sa, deve comprendere, è una persona molto impegnata!” E già perché io non avevo altro da fare, vero? Perché io non sono altrettanto impegnato?

Amareggiato decido di andarmene in una vicina gelateria per mangiarmi un bel gelato consolatore. Prendo il mio bel gelato e mi vado a sedere nel giardinetto della gelateria. Dopo pochi secondi arrivano due altre persone che si siedono al tavolino vicino al mio, s’accendono una bella sigaretta e m’intossicano con i loro fumi. Faccio loro presente che l’aria spinge il fumo delle loro sigarette verso di me e… “qui siamo all’aperto e abbiamo il diritto di fumare, se non le sta bene se ne vada!” Ma il mio diritto alla quiete, al gustarmi un gelato in santa pace, alla salute dove se ne è andato?

E’ arrivato il fine settimana, mi sto facendo una bella passeggiata sui monti vicino casa. Il sentiero, ben segnato e mantenuto, ad un tratto passa vicino ad un capanno di caccia. L’ultima volta che ero passato di qua il capanno era una piccola struttura di legno parzialmente ricoperta di vegetazione, oggi, sorpresa, c’è una piccola villetta metà in muratura e metà in legno. Una costruzione abusiva come tante ce ne sono e ne sorgono da queste parti, ricordo quello che mi spiegava un amico Guardia Forestale: all’esterno sembrano capanni di legno, ma all’interno vengono poco alla volta eretti i muri in cemento e, mese dopo mese, la struttura quasi invisibilmente si allarga finché un bel giorno ti trovi una casa fatta e finita, poi arriva un condono edilizio e i giochi sono fatti.

Tornato a casa trovo sul telefono l’avviso di una chiamata da parte di un amico che non sentivo da un paio d’anni. Lo richiamo e felicissimo mi mette al corrente del fatto che ha finalmente trovato lavoro per suo figlio. Mi spiega le cose e così vengo a sapere che c’è riuscito grazie alla raccomandazione d’un parente, non solo ma per liberare il posto l’azienda ha licenziato un ragazzo che aveva ormai terminato il suo periodo di apprendistato e si aspettava l’assunzione a tempo indeterminato. Ma che bello, e pensare che questo mio amico a parole s’è sempre manifestato contrario, assolutamente contrario, alle raccomandazioni, per giunta aveva più volte partecipato a manifestazioni di piazza contro i licenziamenti facili.

Sono in ferramenta per comprare del silicone, costa otto euro ma io ho solo una banconota da cinquanta e pago con quella. Il proprietario del negozio prende la banconota e mi restituisce 2 euro, pensando che debba prendere i restanti quaranta io me ne resto fermo davanti alla cassa e lo guardo, ma questi impassibile si allontana verso il retro del negozio. Lo richiamo e gli faccio notare che gli avevo dato cinquanta euro non dieci e lui, come se niente fosse, mi risponde “a si, ne è proprio sicuro?”

Mi fermo qui con gli esempi, ce ne sarebbero tanti altri, ma questi mi sembrano riepilogare un buon numero di cattive abitudini, anche perché ogni episodio s’è ripetuto più volte, alcuni (quelli relativi ai viaggi in auto) addirittura quasi quotidianamente.
Certo tutto il mondo è paese e l’Italia non è sicuramente l’unico paese al mondo dove si debbano registrare furberie e maleducazioni di vario genere, però questo non giustifica nulla e poi a noi il dovere di guardare noi stessi, gli altri pensino a se stessi. Quindi…

Italiani, un popolo di presuntuosi, di persone irrispettose e maleducate, un paese dove vige il detto “chi rispetta le regole è uno stupido, furbo chi se ne frega”. Orbene, parafrasando un vecchio detto e tornando al proposito di farsi autocritica, dobbiamo ben renderci coscienti che…

un popolo ha la classe politica e il Governo che si merita!

Parco di Rimigliano in pericolo


In Regione Toscana è in discussione il disfacimento del Parco di Rimigliano, sito in quel di San Vincenzo, in provincia di Livorno, sede anche della mitica spiaggia del Nido dell’Aquila.

Anche questo blog si associa al movimento di protesta per l’ennesimo scempio naturale, il quale, per giunta, viene ad essere discusso proprio in un periodo in cui gli effetti dell’estesa urbanizzazione del territorio si fanno sempre più frequenti e non sono più da ritenersi “casi eccezionali”!

Leggi l’articolo completo sulla e-Zine de iNudisti.

Raccolta alimenti “I Nuovi Poveri”


La solidarietà che i nudisti/naturisti esprimono da tempo ormai è nota ed è segno che la nudità ci abbraccia tutti come nostra casa dove alcuni stanno peggio di noi. Sono i nuovi poveri di oggi: famiglie prevalentemente italiane che perduto il lavoro dell’unico componente famigliare si trovano in una situazione drammatica; arrivare a fine mese e poter sfamare i figli diventa un’impresa quasi impossibile.

In coincidenza con il Raduno prenatalizio 2011, anche quest’anno viene proposta una raccolta di generi alimentari a scopo di beneficenza.

Leggi l’articolo nella e-Zine de iNudisti.

Raduno Natalizio di tutte le Ciurme


Dopo gli eventi che fecero saltare il raduno prenatalizio 2010 e i chiarimenti tra le parti in causa, giunti alla fine ad una corretta risoluzione delle questioni etiche e formali,  viene riprogrammato l’evento che, fra le altre cose, vedrà attiva una raccolta di alimenti per supportare un’associazione veronese che si occupa di dare sostegno ai bisognosi.

Raduno Natalizio 2011 di tutte le Ciurme dalla e-Zine de iNudisti.

Gardacqua chiede scusa ai nudisti!


Ci è voluto un anno, ma alla fine l’intesa s’è trovata e la Direzione del Gardacqua, nota struttura saunistica e natatoria di Garda (VR), ammette gli errori fatti nella gestione della problematica sorta nel dicembre 2010 in occasione di un programmato Raduno nudista. Tutti i dettagli della vicenda e la lettera di scuse sono riportati nel contesto dell’articolo pubblicato sulla e-zine de iNudisti…

Gardacqua chiede scusa

QUANDO UNITI SI VINCE
Finalmente conclusa la diatriba con la struttura di Garda. Storia
e attualità della magnifica soluzione di un evento scabroso.