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Raduno Nazionale 2017 de iNudisti
Dopo due anni di giustificata assenza, io e mia moglie siamo tornati a questo importante raduno ritrovandovi una piccola parte di conoscenze e tante persone nuove, in particolare si nota una sensibile diminuzione dell’età media, con la presenza di almeno quattro bambini (dai pochi mesi ai sei anni), e un bell’incremento delle presenze femminili, due inequivocabili segni di quanto il nudismo stia educativamente (ri)allargandosi nel tessuto sociale italiano.
Partiti da casa nel primissimo pomeriggio del venerdì, seppure infastiditi dal forte calore di una giornata afosa, il viaggio andava svolgendosi nel migliore dei modi finché, approssimandosi a Carpi, compaiono le segnalazioni di coda: la solita coda che qui si forma a causa (mannaggia a chi s’inventa certe cose) di una strozzatura da due corsie di marcia ad una sola, oggi per giunta complicata dalla presenza di un cantiere (ma perché in Italia non si riesce mai e ripeto mai, a fare un viaggio superiore ai cento chilometri senza trovare cantieri?). Finalmente eccoci in A1, qui le quattro corsie permettono di viaggiare agevolmente nonostante un traffico abbastanza sostenuto e la presenza dei soliti intelligentoni che viaggiano a bassa velocità mantenendosi, nonostante le corsie più a destra perfettamente libere, costantemente in terza o quarta corsia (ma lo conoscono il Codice della Strada?). A fronte di tutto siamo comunque quasi a Bologna e, vedendoci ormai a destinazione, felicemente imbocchiamo l’Adriatica. A destinazione? Giammai! Eccoci incolonnati in otto chilometri di coda causati da un incidente (scopriremo poi che si tratta di un camion rimasto in panne nel bel mezzo della prima corsia di marcia), alla fine il superamento del tratto che aggira la città di Bologna ci porta via quasi quanto il ben più lungo tratto da Desenzano a Carpi. Passata anche questa, velocemente perveniamo all’uscita di Castel San Pietro Terme (che bello avere il Telepass, fuori in pochi secondi), mancano solo una trentina di chilometri all’arrivo, possiamo dirci arrivati. Nuovamente la realtà è ben diversa dall’immaginato: quasi subito mi trovo davanti uno scuola bus che viaggia a passo d’uomo, impossibile il sorpasso, poco dopo un altro scuola bus esce da un piazzale e s’infila davanti: devo restare dietro per una decina di chilometri. Quando i due scuola bus finalmente cambiano strada, pochi metri e un trattore mi si piazza davanti: cavolo, mica poteva aspettare che passassi? Un paio di chilometri e finalmente ho strada libera. Faccio sfogare il motore affrontando il bel tratto di collina in modo sportivo e velocemente mi avvicino sempre più alla meta odierna: l’agriturismo Cà del Becco, collocato sulla sommità di una rotondeggiante collina dalla quale lo sguardo naviga su e giù per le altre colline tagliate da varie variazioni di colori e cosparse di isolati cascinali. Piantiamo la tendina e attendiamo l’orario di cena. Nel frattempo arrivano altri radunanti e l’attesa diviene più movimentata, saluti e chiacchiere si sommano uno all’altro. Vengono aperte le danze: un saporitissimo antipasto a base di salumi, tra i quali un inusuale e buonissimo salame di capriolo, e formaggio di capra insaporito con erbette, il tutto accompagnato dal gustoso e morbido gnocco fritto; un doppio primo altrettanto gustoso; un più classico roast-beef all’inglese ci conduce con leggerezza alla dolcezza finale. Si paga e tutti a dormire.
Sabato mattina ore sei, dopo una notte tranquilla, anche se per me in parte insonne e dolorosa (nonostante la tenda piccola ho scelto di usare i materassini gonfiabili alti e ho dovuto dormire rannicchiato), in attesa della colazione io e mia moglie percorriamo il sentiero che, discendendo la collina e passando tra diversi biotipi, porta al Santuario della Madonna del Rio: sono, tra andata e ritorno, tre chilometri di strada con un duecento metri di dislivello (andata in discesa, ritorno in salita), abituati a camminare li percorriamo in meno di un’ora, compreso il tempo per leggere i vari cartelloni descrittivi, quello perso per individuare la strada corretta ad un primo bivio dove un cancello appariva non apribile, altra breve digressione per attendere l’allontanamento di un toro e la brevissima sosta in fondo al percorso. Rientrati all’agriturismo facciamo la colazione condita da ottimi pasticcini fatti in casa e da una saporitissima frutta (invero c’erano anche latte di capra fresco e caldo e diversi tipi di yogurt, in ottemperanza al nome della struttura sempre di capra, che noi, però, non abbiamo assaggiato). Si parte per il luogo del raduno che raggiungiamo senza problemi in meno di mezz’ora, siamo tra i primi e possiamo parcheggiare sul lato del piazzale che resterà all’ombra per tutto il giorno. Tolti tutti i vestiti e preso quanto ci serve, ci incamminiamo per il breve sentierino che adduce all’Oasi di Zello, piccolo cascinale circondato da prati e boschi quasi incontaminati destinato dai suoi proprietari, quelli del Villaggio della Salute Più, alla nuda frequentazione. Maria, mia moglie, individua subito due sdraio piazzate in posizione strategica sotto le ampie e ombrose fronde di un grosso castagno, mentre io pago l’ingresso lei le raggiunge e le occupa: qui, salvo brevi allontanamenti per salutare gli amici che man mano arrivano, passeremo comodamente sdraiati
l’intera mattinata, prima soli poi in compagnia di alcuni compagni di escursione: quest’anno ho ufficialmente coinvolto anche gli Amici di Mondo Nudo e nella mattinata qui ci ragigungono Angelo, Daniela, Pier e infine Vittorio. Nel pomeriggio prepariamo la zona per la prima parte del momento dedicato a Mondo Nudo, purtroppo l’unico punto dove poter appendere i pannelli fotografici creati da Vittorio è in pendenza e quando chiamiamo a raccolta le persone ci viene richiesto di spostarci finendo, con disappunto di Vittorio, il nostro magnifico lettore, col fare la presentazione e la lettura lontani dallo scenario faticosamente allestito. Mi aspettavo una bella partecipazione a questo momento, invece solo una dozzina di persone seguono la mirabolante “esibizione” di Vittorio che, con fare altamente professionale, esegue le letture e, nonostante non abbia potuto usufruire di microfono e casse, sebbene un paio di persone presenti nei dintorni non si facciano riguardo e continuino rumorosamente a chiacchierare tra di loro, ci dona un piacevolissimo susseguirsi di sensazioni.
Risuonano nel prato i meritati applausi, pian piano usciamo dal limbo emotivo in cui Vittorio ci aveva condotti: è ora di passare al momento dedicato all’escursionismo! Prendo le fila del discorso, anticipo quello che andremo a fare e invito le persone interessate a indossare calzature più adeguate delle ciabatte. Alcuni di coloro che hanno seguito la lettura si allontanano, sostituiti da pochi altri: deludente il limitato numero di persone che mi seguono per il prato in direzione del sentiero che sale la collina, soprattutto considerando che ci troviamo in un’oasi definita naturista, che la maggioranza dei presenti amano definirsi naturisti piuttosto che nudisti, uhm evidentemente il naturismo non è amare e praticare la natura ma piuttosto osservarla da lontano restandosene immobili sulle sdraio! Approfitto d’una zona ombreggiata per fare il primo punto didattico: quali scarpe usare? come allacciarle? Ripartiamo e ci portiamo alla base di una salita più sostenuta, secondo punto didattico: come si mettono i piedi? come ci si muove? come si affronta una salita? Nasce qualche domanda, in particolare attorno al camminare a piedi nudi. Percorriamo la salita, ci prolunghiamo oltre i limiti dell’oasi per allungare un poco il breve anello disponibile e per disporre di una prima discesa non particolarmente accentuata. Come si affronta una discesa? Spiegazione e sperimentazione, inizia la parte più delicata del momento didattico: se in salita più o meno tutti assumono un atteggiamento sostanzialmente corretto, in discesa avviene l’esatto opposto, i più assumono un atteggiamento scorretto. Nel traverso che porta alla seconda e ben più ripida discesa spiego l’atteggiamento da usare camminando sui diagonali, purtroppo alcuni si stanno perdendo in chiacchiere diverse: già, le cose che sto dicendo appaiono scontate e molti, spesso proprio quelli che più ne avrebbero bisogno, le considerano banali e inutili. Eccoci al lungo discesone finale ed eccoci alla cosa più difficile da farsi eppure la più utile e necessaria: alcuni ci provano e alcuni ci riescono, tutti dovranno comunque lavorarci sopra, qui l’obiettivo non è quello d’insegnare ma solo di far capire che esistono delle tecniche di cammino e che non sono scontate. Al secondo più breve giro una buona parte si dilegua: fa troppo caldo è vero, ma… l’escursionista si vede in questi frangenti!
Comunque mi sembra che il segnale sia arrivato a destinazione, verificheremo nelle prossime uscite di VivAlpe e, per i discoli, saranno bastonate eheheh. Ancora un’oretta, Vittorio deve ripartire per casa, lo aiutiamo a caricare i bagagli, lo salutiamo e poi ci appropinquiamo alla semplice cena (piadina e salsiccia) organizzata dallo staff de iNudisti con l’aiuto dello staff dell’oasi. Arriva Cristina, reduce da un matrimonio gli mancano molte cose, innanzitutto i viveri, poi materassino e sacco a pelo, rimediamo alla meglio. Inizia il momento serale, parte la musica e iniziano le danze: chissà mai perché, seppure la temperatura sia decisamente confortevole, a questo punto saltano fuori, in particolare per le donne, ma anche per diversi uomini, parei o addirittura vestiti interi, è un condizionato atteggiamento che, insieme a quello analogo che si osserva ai pasti, sconfessa alcune delle affermazioni tipicamente fatte a sostegno della nudità e rende assai più difficile sostenere il confronto con quei pochi che si oppongono strenuamente alla diffusione del nudo sociale!
Domenica mattina, come mio solito mi sveglio prima delle sei, poco dopo si sveglia anche Maria seguita a breve da Pier e Cristina. La sera prima Pier era uscito per un giretto e aveva incontrato diversi caprioli, quindi si arma di tutto punto e parte per una caccia fotografica, noi la prendiamo un poco più comoda e ci avviamo poco più tardi su per la collina. Incrociamo Pier che ridiscende dopo aver incontrato e filmato tre caprioli che pascolavano in un prato più in alto, proviamo ad andarci anche noi ma dei caprioli non c’è più segno, peccato. Ridiscendiamo e a un certo punto incappiamo nell’istruttivo segnale della natura: a lato del sentiero, troviamo un piccolo di capriolo, il ventre aperto mostra le costole e l’assenza d’interiora, ancora il sangue è rosso e poco rappreso, il fatto è successo da poche ore, alcuni piccoli fori sulla gola, certamente è stato ucciso da una volpe. Giunti a valle Pier ci mostra le riprese di un piccolo di capriolo che gli ha attraversato la strada poco dopo il nostro incontro.
Facciamo colazione e smontiamo la tenda, riprendiamo la nostra postazione strategica e, alternando dormitine a chiacchiere, facciamo passare la giornata. Nel pomeriggio, su sollecito di Francesca (già partita a metà mattinata insieme al marito e alla figlia), avrei dovuto ripetere il momento didattico escursionistico per altri tre radunanti, più volte mi porto alla loro collocazione ma non li trovo o non li riconosco, ma nemmeno loro mi contattano: forse non ne sono veramente interessati? Mi faccio il giro in solitaria provando la corsa che, salvo due brevi pause all’inizio e alla fine del tratto di più ripida salita, riesco a portare per l’intero anello. Si approssimano le sei della sera, è ora di prepararsi alla partenza, una bella doccia, si recuperano tutte le cose, si salutano gli amici, si carica l’auto e… partenza per un viaggio di ritorno assai più sereno di quello dell’andata: temperatura più confortevole, traffico meno intenso e nessuna coda. Siamo a casa, restano solo i ricordi di questo ennesimo bel raduno, meno intenso dei precedenti (quando ero parte dell’organizzazione) ma proprio per questo più rilassante e goduto.
Raduno Nazionale de iNudisti, un’esperienza da fare, un’esperienza da ripetere, un’ottima occasione per chi, anche temendo di non essere subito in grado di spogliarsi, volesse avvicinarsi al nudo sociale, una splendida opportunità per chi non comprende il motivo del mettersi a nudo. Raduno Nazionale de iNudisti, non una legenda bensì una realtà, una grande, magnifica realtà!
Intervistato da #RadioPopolare @radiopopmilano
Finalmente, dopo due settimane di attesa a causa di miei impedimenti e un rinvio per problemi loro, stamattina alle sei e quaranta sono stato intervistato da quelli di Radio Popolare nell’ambito del programma giornaliero Snooze. In origine l’intervista doveva andare in onda nell’ambito del programma sportivo “Olio di Canfora” che ha luogo una volta alla settimana al lunedì a cavallo delle dieci, poi è stata spostata e forse è anche meglio: pare che la mattina presto ci sia più gente in ascolto e probabilmente anche intenta a mansioni che rubano meno spazio alla concentrazione e alla successiva rielaborazione di quanto ascoltato.
Non sapevo che domande mi avrebbero fatto, d’altra parte era abbastanza semplice prevederle. Solo una, la prima, quella sulla differenza tra naturismo e nudismo, non l’avevo messa in conto e mi hanno preso un poco alla sprovvista, anche perchè l’emozione un poco si è fatta sentire. Mi ci sono perso via un attimo e solo pochi secondi dopo la chiusura del collegamento mi sono ricordato che avevo coniato una frase semplice e chiara che ho utilizzato più volte e che, ora, ho pensato bene (seguendo un vecchio consiglio di mia sorella) di scrivere in un punto del blog che la tenga sempre in visione. La riporto anche qua sotto:
Naturismo: corrente letteraria del romanticismo che scriveva di natura; in ambito nudista stile di vita che usa il nudo come mezzo per avvicinarsi alla natura.
Nudismo: stile di vita che ha il nudo come fine.
Va beh, è andata, per il resto, tenendo sotto controllo un leggero tremore e sfruttando al meglio il poco tempo disponibile, mi sembra d’essere riuscito a dire quello che c’era da dire. Alcune domande che speravo mi venissero fatte sono mancate, qualcosa sono comunque riuscito a inserire , altro no, ma… da cosa nasce cosa, potrebbero seguire altre opportunità, magari con più tempo. Nel frattempo chi vuole può trovare tantissime cose qui sul blog oppure, meglio ancora, partecipare alle nostre escursioni e ottenere le risposte dal vivo: non c’è obbligo alla nudità, ognuno segue la propria confortevolezza e nel gruppo ci sono anche amici che preferiscono stare vestiti o che si spogliano solo parzialmente.
Ringrazio Dario Falcini che è stato il primo a contattarmi per conto di Radio Popolare, poi tutti i conduttori della trasmissione, in particolare Alessandro Braga che ha gestito l’intervista: è stato gentilissimo e mi ha fatto belle domande. Grazie!
(Ri)Ascolta l’intervista, tramite il sito di Radio Popolare, cliccando sull’immagine sottostante.
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I cavi tra di noi
Interessantissimo articolo, di una semplicità straordinaria ma allo stesso tempo di una verità profondissima.
Concorso per opere sul nudismo: Il sole è Nudo
Attraverso la sinergia tra l’Associazione culturale BraviAutori e la comunità de iNudisti, prende avvio un mirabile concorso per opere sul nudismo finalizzato alla realizzazione di un prezioso libro antologico sul tema del nudismo.
Di seguito riportiamo per esteso il bando di concorso, altrimenti scaricabile da qui!
Partecipate, partecipiamo, numerosi, grazie!
Il sole è nudo
ovvero: quando ci si veste di libertà
bando di concorso per opere sul nudismo (da un’idea di Angelo Manarola)
Opere ammesse
Sono ammesse opere in italiano che mettano a nudo la pratica del nudismo, raccontate attraverso qualsiasi prospettiva, realmente vissuta, ipotizzata o di fantasia.
Stare nudi al mare o in montagna o dovunque, da soli o accanto ad altri, avvolti dalla sensazione della sola natura addosso. Raccontateci le vostre esperienze, le opinioni e tutte le riflessioni che questa pratica può suggerirvi. Chi pratica nudismo o naturismo? Chi ha mai pensato di provare? Chi lo ha fatto? E se sì, perché è successo? Quali sono state le personali sensazioni o esperienze? Cosa lo ha spinto a diventare o provare a essere un nudista?
Sicuramente chi lo vive o l’ha vissuto, sostiene che non si tratti di sesso o esibizionismo. Chi non vuole provare, d’altro canto e qualunque siano le sue argomentazioni, è sicuramente incontestabile. Fatto sta che tale pratica in molti Paesi Europei è una consuetudine; in Italia, invece, nonostante ci siano migliaia di praticanti, è osteggiato.
Questo tema non vuole essere un dibattito pro o contro; questo non ci riguarda. Vi invitiamo, invece, a proporre un testo, una poesia o una raffigurazione grafica su un vostro pensiero oppure un’esperienza o anche, perché no?, un sogno.
Gli autori, se vogliono, possono inviare fotografie, disegni o lavori grafici originali per corredare il loro testo (vedi nota sulle immagini).
L’opera, solo una per autore, deve essere inedita. Per “inedita” intendiamo un’opera i cui diritti siano pienamente nelle mani dell’autore. Il contenuto dell’opera non deve essere pornografico, pedofilo, antireligioso, politico, razzista, diffamatorio o eccessivamente scurrile.
I documenti da inviare sono i seguenti:
il testo,
in formato .odt, .docx, .rtf o .doc (LibreOffice, OpenOffice, Word), non oltre le 10.000 battute spazi inclusi, senza formattazioni del testo (nessun corsivo o grassetto). Se è necessario evidenziare una parola, è meglio usare le virgolette;
dichiarazione di proprietà e di unicità dell’opera
Il sottoscritto “…” dichiara che l’opera in allegato intitolata “…” è inedita e di mia esclusiva proprietà. In fede… “firma” (per “firma” intendiamo il nome per esteso dell’autore);
dati anagrafici e biografia
dati pubblici: l’autore può allegare una nota personale o una breve biografia, l’indirizzo email e il sito personale che, in caso di pubblicazione dell’opera, potrebbero essere inseriti sotto il proprio nome;
dati riservati: se l’autore non desidera che i propri dati personali vengano resi pubblici, dovrà specificarlo chiaramente nel corpo dell’email o nei dati personali.
Dati anagrafici ed e-mail sono obbligatori e non saranno utilizzati in alcun modo se non nella normale amministrazione del concorso e per eventuali comunicazioni con l’autore;
autorizzazione a pubblicare l’opera
in caso di valutazione positiva da parte della Commissione interna, l’opera sarà inclusa nella raccolta “Il sole è nudo”:
Autorizzo la pubblicazione dell’opera intitolata “…” per i soli fini del concorso per l’antologia “Il sole è nudo”. In fede… “firma” (per “firma” intendiamo il nome per esteso dell’autore).
Invio dell’opera
Il materiale deve essere inviato a solenudoconcorso@libero.it.
Il concorso scade quando la redazione selezionerà sufficienti opere idonee alla pubblicazione. La lettura e la selezione avverrà man mano che le opere perverranno presso la nostra email. Sul forum di BraviAutori.it potrete informarvi in qualsiasi momento su quanti e quali racconti saranno stati selezionati.
Ogni email pervenuta riceverà una conferma di ricezione. Se non riceverete entro una settimana tale conferma, vi invitiamo a rispedire l’opera.
È possibile partecipare con uno pseudonimo. In questo caso tale volontà deve essere specificata chiaramente nella email usata per l’invio dell’opera, o nell’opera stessa. I reali dati anagrafici, in ogni caso, sono obbligatori.
È possibile partecipare con opere a più mani.
I testi selezionati, se ce ne saranno a sufficienza, saranno inseriti nell’antologia “Il sole è nudo“. L’antologia sarà autoprodotta da BraviAutori.it mediante il POD (Print On Demand).
Ecco la nostra vetrina su Lulu: www.lulu.com/spotlight/BraviAutori
e la vetrina su BraviAutori.it: www.braviautori.com/pubblicazioni.
Nota sulle immagini
L’ immagine può essere una fotografia, un disegno o un elaborato digitale di qualsiasi peso e formato grafico. È preferibile un taglio quadrato. L’immagine deve essere vostra e dovrete specificarlo chiaramente nella dichiarazione di paternità.
Commissione di valutazione
La Commissione che valuterà i lavori da pubblicare è formata da:
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rappresentanza di esperti della pratica, etica e realtà oggettive del nudo/naturismo:
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Staff tecnico del sito inudisti.it:
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Andrea Galvan (gestore e proprietario)
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Massimo Lanari (amministratore)
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Emanuele Cinelli (caporedattore rivista elettronica interna)
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Domenico Corradin, Mauro Esposito e Gian Piero Salvatore (moderatori);
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Andrea Mirabilio segretario ANAB (Associazione Naturista Abruzzese);
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Leonardo Rosso presidente Unione Naturisti Sicilia;
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Francesco Ballardini presidente A.N.ITA (Associazione Naturista Italiana);
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Vincenzo Barone referente ufficiale di UNI Campania;
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Lorena Franchi consigliere in A.N.E.R. (Associazione Naturista Emiliano Romagnola);
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Stefano Morra consigliere in UNI Lazio;
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Angelo Manarola ideatore del concorso;
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Consiglio amministrativo dell’associazione culturale BraviAutori;
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la SALVO, ovvero la Squadra Anonima Lettori Volontari Onnivori, che tanto bene ha lavorato finora per tante altre antologie;
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singoli autori e appassionati, che preferiscono restare anonimi.
Le opere pervenute saranno sottoposte, in maniera anonima, alla Commissione. Le sue valutazioni saranno insindacabili. La Commissione interna si riserva la facoltà di suggerire alcune modifiche ai testi inviati, che l’autore sarà libero di accogliere o meno. In tal caso l’autore potrà sottoporre nuovamente l’opera al vaglio della commissione.
Premi in palio
Pubblicazione dell’opera nell’antologia “Il sole è nudo“.
Eventuali altri premi potrebbero aggiungersi durante lo svolgimento del concorso.
Quota di partecipazione
La partecipazione è gratuita e non c’è alcun obbligo di acquisto.
Questa antologia, così come tutte le nostre iniziative, non è a scopo di lucro ma ha l’obiettivo di valorizzare l’impegno e il talento degli autori e sostenere l’associazione culturale BraviAutori che, da quando è nata, si impegna a pubblicare opere online e a fornire gratuitamente molti servizi utili agli scrittori/artisti. Ecco perché, seppur non obbligatorio, gli autori selezionati e l’associazione culturale contano di essere premiati con l’acquisto e la lettura. Aiutateci, in ogni caso, a diffondere i titoli delle nostre antologie negli spazi sociali che frequentate.
Privacy e diritti d’autore
I dati personali, in base alla legge per la privacy, saranno utilizzati solo ed esclusivamente per la gestione del concorso ed eventuali contatti tra http://www.braviautori.it e gli autori partecipanti.
Le opere pervenute non saranno divulgate in altri modi all’infuori, in caso di selezione, della loro pubblicazione in “Il sole è nudo“.
I testi restano di proprietà degli autori e sono da intendersi “in prestito” esclusivamente per questa pubblicazione. Questo vuol dire che, se dopo aver pubblicato nella nostra antologia riceverete altre proposte di pubblicazione da parte di altri siti o editori, per quanto ci riguarda sarete liberi di accettare senza chiederci alcun permesso. Anzi, siamo i primi a suggerirvi di non fermarvi a questa nostra iniziativa e farvi leggere il più possibile partecipando ad altre iniziative simili e gratuite!
Contatti
Per qualsiasi informazione e per inviare le opere: solenudoconcorso@libero.it.
Sito: http://www.braviautori.it/
Raccomandiamo una partecipazione massiccia e un’altrettanta massiccia divulgazione di questo concorso che, ne siamo certi, si concluderà con un bellissimo libro!
Ringraziamenti
Alcuni siti web e Associazioni nudo/naturiste hanno voluto ospitare e promuovere questa nostra iniziativa nelle loro pagine e nei vari gruppi Facebook e similari. Di seguito, in ordine cronologico, chi ha comunicato, nero su bianco, il proprio appoggio:
iNudisti – un grazie particolare a tutto lo staff dei loro collaboratori che hanno prontamente ed entusiasticamente condiviso e spronato la nostra avventura fin da quando era solo poco più che un’idea, con un affettuoso pensiero al Sig. Massimo Lanari (A_fenice), che ha provveduto in prima persona, attraverso le sue amicizie e conoscenze, a diffondere e sponsorizzare l’eco della nostra iniziativa.
Associazione Naturista Abruzzese
Associazione Naturista Italiana A.N.ITA
A. N. E. R. Associazione Naturista Emiliano Romagnola
Unione Naturisti Italiani – sez. del Lazio
Cordialmente
Angelo Manarola e
lo Staff di BraviAutori.it
Orgogliosamente Nudi: ultima escursione 2013
La mattinata si presenta con cielo parzialmente sereno e temperatura gradevole, larghe chiazze d’azzurro spezzano la monotonia della nuvolaglia nera che si alterna a deliziosi spruzzi di panna montata, ehm nuvolette bianche. Sotto a questa tela pittorica verdi montagne placidamente riposano asciugandosi dalle acque delle recenti piogge e sotto a queste i tetti rossi delle case di Avenone, tra le quali quattro viandanti e un cane s’incamminano con passo sicuro e celere, inerpicandosi lungo la stradina che solca i dolci pendii del monte Valsorda.
Undici s’erano invero iscritti, ma, ancora una volta, le previsioni del tempo sono intervenute a smorzare entusiasmi e partecipazioni. La realtà appare essere invece molto più favorevole all’ennesima escursione nudista a cui i nostri si stanno appressando, certo non sono le calde giornate di piena estate, però male non stanno e ben presto le giacche svaniranno negli zaini, seguite dopo poco anche dalle maglie e dai pantaloni, resteranno, ultimo baluardo tessile, solo le magliette: nudisti sono, non impudenti votati alla polmonite.
La salita ora s’è fatta più dura e il passo è sensibilmente calato, sopra le teste le rudi pareti del Monte Tigaldine, all’orizzonte i monti che separano la Val Sabbia dal Lago di Garda, più lontano il monte di Gavardo. L’azzurro ha purtroppo abbandonato il cielo, ora uniformemente grigio, un grigio non minaccioso, ma comunque nemmeno invitante ad un lungo cammino: decidono di invertire il giro, aprendosi così la possibilità di una comoda via di fuga qualora la pioggia dovesse farsi più minacciosa.
La variante li porta velocemente a Malga Piombatico, dove la presenza di alcuni cacciatori impone l’uso del pareo o dei pantaloncini. Poco oltre si dovrebbero alzare sulla destra per ripidissimi pascoli, ma le condizioni atmosferiche consigliano un’altra variazione. Trovano un posto dove fermarsi a mangiare qualcosa e poi, ritornati a Malga Piombatico, giù verso valle per un comodo sentiero con scorci fantastici nel colorato bosco autunnale ricco di funghi, una varietà di specie incredibile: Lepiota Procera, Russula Cyanoxantha, Armillariella Mellea, Cortinarius Traganus, Lactarius Sanglifluus, Clavaria Flava, Clavaria Truncata, Clitocybe Clavipes, Coprinus Comatus, Geaster Fimbriatus, Lactarius Blennius, Lactarius Controversus, Lycoperdum Saccatum, Lycoperdum Piriforme, Pleurotus Ostreatus, Russula Aurata ed almeno altre 5 o 6 che non sono riuscito a identificare.
Ripresa la carrozzabile che porta in paese i nostri viandanti si rivestono e, fra mille chiacchiere, placidamente rientrano alle autovetture, dove si salutano dandosi appuntamento alla prossima occasione: il pranzo conclusivo del programma Orgogliosamente Nudi del 9 novembre.
Campeggio Sangro
Campeggio Sangro
12 settembre 2013. Puntuale arriva a Rovato il treno da Bergamo. L’amico Sandro di Oggiono (Lecco) cammina anchilosato verso l’uscita (ha la sua età e acciacchi relativi… personali, possessivi, collettivi, indefiniti, promiscui, dimostrativi, di cortesia…). Non vuole che gli porti il borsone. E via! Si parte. Con noi c’è anche un cane, Drago, vecchierello canuto e stanco, che mi ha seguito in due Newt in Austria, in varie escursioni locali (Bruffione, Braone, Monte Guglielmo) e soprattutto mi segue ogni mattina nel giretto al vigneto. Nella sua ignoranza e “inciviltà” vive libero e sereno, sempre à poil come direbbero i Francesi: non sopporta mantelline, cappottini, toelette. Vive con me da oltre dodici anni e dire che è un cane “di compagnia” sarebbe riduttivo, sia per la parola compagnia, che per lui.
Si parte, dicevo. Meta il campeggio Sangro, in Abruzzo, tra Chieti e Vasto, che in collaborazione con il sito iNudisti, Anita, l’Associazione naturista dell’Abruzzo (Anab) e del Lazio (Uni Lazio) dal 1° al 15 settembre ha aperto sperimentalmente ai nudisti/naturisti e dove si tiene quest’anno il Grande Raduno Naturista di fine estate. Nella vicina Chieti ha sede la casa editrice Sylvia che di recente ha pubblicato la Guida naturista italiana e avviato pionieristicamente la Rivista naturista.
Dopo la Transpolesana (strada statale 434), e passata Ferrara, ci immettiamo sull’Adriatica (strada statale 16) che secondo i tratti viene chiamata Reale (fino a Ravenna) e poi Romea. Si passano un dopo l’altro i luoghi tipici delle vacanze al mare: dalle colonie marine di Cervia, Cesenatico, alla classicissima Rimini.
Verso le 18 siamo a Civitanova Marche, imbottigliati nel traffico delle ore di punta. Sandro offre il pedaggio autostradale e per ora di cena arriviamo al campeggio. Lui ha prenotato una casetta prefabbricata, io ho la mia tendina canadese anni ’70, un po’ vintage.
Del menu della cena capiamo poco, dobbiamo farci descrivere ogni piatto: eppure siamo sempre in Italia. Ai tavoli altri ospiti del campeggio: sappiamo solo che devono essere qui per il Raduno, ma dato il freschino sono vestiti con pantaloni e maniche lunghe e qualche signora porta un golfino sulle spalle.
13 settembre. Il mattino seguente il chiarore diffuso dell’aurora mi sveglia verso le 6:20. L’arietta pizzica un poco ma è gradevole, un bagno d’aria oltre alla doccia. A colazione sono l’unico senza nulla indosso. Mi ritorna lo slogan del forum francese VivreNu «Respectez la nudité dans un lieu naturiste» (“Osservate la nudità in un centro naturista”): «Ma non hai freddo?» mi chiedono.
Con Sandro ci diamo appuntamento all’ingresso per scendere alla spiaggia vicina, appena al di là dell’Adriatica. La spiaggia è lunga e deserta, qualche sagoma di pescatore o bagnante a due-trecento metri; ciottoli bianchi arrotondati dalla risacca. Irresistibile la tentazione: mi tolgo i bermuda hawaiani e subito in acqua! L’acqua è tiepida, carezzevole, avvolgente, una goduria. Il sole è a metà della sua salita meridiana: non è più il sole dardeggiante e rovente della piena estate: godibilissimo, ma la prudenza suggerisce di rimettere i pantaloncini.
Arriva presto l’ora di pranzo: ordiniamo un po’ alla cieca. Tutto è buono, compreso il rosatello.

Tratto del lido Le Morge, spontaneamente nudista.
Nel pomeriggio perdo il pulmino-navetta: il gestore del campeggio (Tony) porta chi vuole ad una spiaggia poco lontana (4 km) dove si può fare il bagno in tutta libertà, prendere il sole e poi abbronzarci integralmente. Scherzosamente potremmo anche definirci “diversamente abbronzati”. Rimango al campeggio alternando bagni in piscina alla lettura, disteso su una sdraio in un praticello assolato e panoramico: la quiete assoluta.

Nel prato del campeggio presso la piscina.
Verso sera, con Sandro, un giretto a Torino di Sangro. Sulla strada del ritorno troviamo inaspettatamente l’indicazione per il Lido le Morge, questo il nome della spiaggia dove siamo “tollerati” (questa parola mi graffia la pelle come carta-vetro). Rientriamo per l’ora di cena. Col buio la temperatura è scesa sotto i 20 gradi. Per il mattino dopo ho in mente una foto sulla spiaggia al sorger del sole.
14 settembre. Accidenti! Il cancello è chiuso… Usciamo verso le nove. Gabriella, vice-presidente dell’Anab, ci ha dato istruzioni su come raggiungere la spiaggia “libera” (e se fossero tutte “libere” le spiagge!? e i sentieri di montagna!? e le stradine di campagna!?). Il cancello è ancora chiuso. Provvidenzialmente arriva Tony e ci spiega che in realtà il cancello è sempre aperto, il lucchetto è una finta: basta alzare i catenaccini a terra e spingere.
Troviamo il cartello «Costa dei Trabocchi» [vedi cos’è un “trabucco” fra le foto a rotazione sulla home page del campeggio; proprio da qui inizia la spiaggia per noi]. Arriviamo per primi alla “nostra” spiaggia e subito un tuffo – senza altri pensieri.

Il piacere di un bagno nel mare.
L’acqua è ottima (diceva già Pindaro), non troppo salata. Per Sandro una vera rigenerazione. Il cane osserva incuriosito le onde e un poco le teme, o meglio ne è come ipnotizzato. Dopo un’oretta vediamo arrivare anche la troupe del campeggio, in gran parte ragazzi del Lazio. Tra noi e loro un giovane nudista isolato col suo ombrellone: quando se ne andrà a mezzogiorno, si fermerà un poco a parlare. Ha cominciato coi bagni a mezzanotte con gli amici e gli son troppo piaciuti e ora continua da solo, di giorno. Non sa della legge regionale, delle associazioni, dei forum, dell’iniziativa del campeggio.

Drago contempla le onde.
Nel pomeriggio rimaniamo al campeggio. Sandro ha bisogno di riposare. Il campeggio si va affollando: per la sera è prevista la gran cena del Raduno. Presentazioni, saluti, commenti, chiacchiere, aiuti nel montare le tende. Il campeggio è molto ombreggiato: vi sono alberi alti, slanciati: querce, quercioli, cornioli, cerri, faggi, roverelle, carpini, farnie, lecci…

CI si aiuta nel montare le tende.
Gran cena: sala gremita (70-80 persone – le presenze in campeggio nella giornata di sabato sono stimate almeno il doppio): Gabriella distribuisce un pensiero di saluto a tutti gli ospiti: una poesia di Alda Merini (La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri). Fisarmonica, tamburello, qualcuno azzarda una danza popolare. Si fa mezzanotte.

Silhouette all’alba.
15 settembre. Domenica mattino: usciamo per veder l’alba dalla spiaggia. Un punto all’orizzonte pian piano s’infuoca, aumenta d’intensità, finché scoppia di luce all’apparire della prima porzione incandescente del sole: uno spettacolo! Qua e là dei pescatori con lunghe canne da lancio. Qualche autoscatto veloce, forse manco m’han visto. E se anche fosse, non me n’importa: ci siamo anche noi: discreti, rispettosi, gentili, ma non invisibili. Un poco alla volta dobbiamo affermare la nostra presenza, la nostra esistenza. Personalmente non ho la vocazione del carbonaro. Ma senza rubar nulla a nessuno, usare in comune gli spazi comuni, senza sentirci clandestini, un po’ fuorilegge, sempre nel dubbio, nel rischio o “tollerati”.
Rientriamo per la colazione e poco dopo ritorniamo alla spiaggia “spontanea”. Siamo i primi. Alla spicciolata arrivano altri bagnanti, probabilmente “locali”; torna anche il ragazzo con cui abbiamo parlato ieri. Sul tardi riconosciamo un gruppo del campeggio. Molti hanno approfittato della domenica per rientrare, sono già partiti o partiranno in giornata. La piscina è ancora affollata.

La piscina del campeggio.
A pranzo arriva la giovane coppia col bimbo di nemmeno due mesi: orgogliosa la mamma che se lo stringe al seno per la poppata; orgoglioso il papà: nemmeno il suo largo sorriso riesce a contenere tutta la felicità e la soddisfazione che prova. Uno spettacolo!
A cena rimaniamo quattro gatti. Michele di Castellaneta con la moglie partirà subito dopo.
Nella notte una pioggerellina leggera, nulla di disagevole.
16 settembre. Lunedì mattino il solito terso sereno marino. Si parte. Il paesaggio è ben diverso rispetto a quello padano, alpino, lacustre cui siamo abituati. Colline arate sui versanti come esotici giardini zen, vigneti, uliveti, girasoli… Il profilo degli Appennini in lontananza, la Maiella (! un’escursione l’avrebbe meritata), le alte chiome dei pini marittimi, fichi, cipressi, vigneti, fichi d’india, agave… e sempre la calma verde distesa del mare a man dritta.
Risaliamo l’interminabile Adriatica. A Rovato proseguo per Lecco per fare una sorpresa alla moglie di Sandro. E anch’io, poi, son subito a casa. Il cane, paziente, stranito, non ha dato un guaito; riprende possesso del giardino e di casa. Mangia, si sdraia e non si muove più sino al mattino. Poco dopo anch’io faccio lo stesso.
I commenti a domani.
La Sablière – Ascensione 2013
Con una trentina di amici conosciuti sul forum di VivreNu ho trascorso tre giorni a La Sablière, uno dei più grandi e conosciuti camping francesi per nudisti. C’erano famiglie intere con bambini e ragazzi, approfittando di un lungo ponte (8: Fête de la Victoire – corrispondente al nostro 25 aprile; 8: Ascensione) con chiusura delle scuole.
La camaraderie francese è delle più accoglienti e aperte. L’effetto sorpresa passando da una conoscenza superficiale attraverso gli pseudo, avatar e gli interventi sul forum a quella reale non poteva essere maggiore. Era come ci conoscessimo da tantissimo tempo e non si attendesse l’occasione per una stretta di mano e lo scambio di cordialità.
1. Il ghetto. È una parola sbagliata. Da fuori può anche apparire così. Fuori si è in un modo, dentro e solo dentro si può stare in un altro. Una volta presa familiarità col luogo, la sensazione di essere “reclusi” scompare. Scompare anche l’idea che sia un luogo “speciale”. Effettivamente lo è, solo qui possiamo rimanere legalmente senza vestiti, fare il bagno nudi, prendere il sole, mangiare nel patio o fuori la tenda. Userei piuttosto la parola riserva, o anche ritiro, ma sono inadeguate, perché rimandano a situazioni similari, ma ciascuna connotata da tratti leggermente negativi: non siamo né indiani, né eremiti. Siamo semplici cittadini che godono appieno dei diritti personali e civili garantiti dalla Costituzione (italiana ed europea) e dalla Carta dell’Onu. Abbozziamo: la legge al momento questo consente, prendiamocelo. Frequentando le strutture italiane, ne assicuriamo il futuro economico, la redditività, aumentiamo consenso e domanda. E ciò aiuterà a cambiare la mentalità corrente: nel senso che non saremo più quei quattro gatti stravaganti che amano ’ste cose (“e chissà che cosa fanno là dentro!”), ma persone pacifiche che si godono le vacanze a lor modo: né additati dalla maggioranza come casi, come pecore nere, né tollerati.
2. Nudi o vestiti: come più piace. Camminando per i vialetti del campeggio, andando alla spiaggia del torrente Cèze, al piccolo supermercato (neologismo: supérette – mininarket sa troppo di inglese), a seconda dell’ora del giorno e del tempo atmosferico, si incontrano altri campeggiatori, nudi o vestiti, come più piace. In un campeggio nudista dovrebbe far sorpresa vedere persone vestite, invece non succede. Non mi vien da pensare a “invasione tessile” – solo che ai primi di maggio, lungo un torrente incassato in una gola calcarea fitta di vegetazione, l’aria la sera può essere umida e freschina, e così al mattino. Fa bene frequentare un campeggio nudista per misurare dal vivo le nostre reazioni di fronte alla libertà nel vestire (clothing optional). Dobbiamo ancora farci l’abitudine. Noi stessi per primi: che poi le recinzioni dei “ghetti” cadranno da sole: in campeggio, sulla strada, sui sentieri si starà come più aggrada, senza meraviglie, senza sorprese.
Al piccolo supermercato si vedono indifferentemente persone nude o vestite: fa un certo effetto vederle in coda alla cassa (situazione che richiama immediatamente la situazione “normale”, di fuori). E così potremo forse vivere in un futuro non troppo lontano.
3. Bambini, ragazzi, adolescenti. Vedere bambini nudi può essere non infrequente anche sulle nostre spiagge – e nessuno sporge denuncia per il “turbamento” che suscitano. Aumentando l’età, è più difficile che bambini, ragazzi e soprattutto adolescenti si lascino vedere nudi. L’atteggiamento adulto è talmente radicato che non si spogliano nemmeno come forma di protesta. Lo fanno, certo, ma in ambiti ultraprotetti e solo fra coetanei. Fa perciò una certa impressione vedere bambini, ragazzi, adolescenti (di entrambi i sessi) nudi: camminare tranquillamente, giocare sulla spiaggia, nuotare, unirsi in un gruppo per una piccola escursione, con la più spontanea naturalezza. Ed educatamente salutano, anche.
Quanti complessi ci creiamo – del tutto inutili! Mi ha fatto contento vedere per certo che esiste la possibilità di un’alternativa, constatare che i ragazzi possono crescere liberi e diritti senza tener fede e tramandare i nostri tabù, le nostre ansie e paure, i nostri “turbamenti” (1) e timori. Penso a come invece cresceranno questi ragazzi e ragazze: sicuramente non saranno vittima di curiosità maliziose e fine a se stesse, non dovranno pagare il furbino della compagnia per guardare dal buco delle cabine. E giungo persino a pensare a quanta poca presa potrà fare su loro la pornografia.
4. Il circolo vizioso. Il tabù della nudità, sorto forse a motivo della “vicinanza” col sesso ha come conseguenza che basta qualche centimetro scoperto ad aprire la strada al sesso, quasi automaticamente, quasi un invito, un allettamento… necessariamente. Ma dalla nudità al sesso c’è ancora un bel salto da fare, il salto che coinvolge l’affettività. La nudità abituale, azzerando l’immediata valenza sessuale, porta a riflettere sul significato stesso della sessualità, sull’“uso dei piaceri”(per dirla con Foucault), perché facciamo maggior attenzione al fitto dialogo fra corpo e sentimenti, perché possiamo arricchirci di una maggiore e più fondata consapevolezza.
Non è che i nudisti siamo meno “naturali”, rispondano meno agli appelli della natura, non è che siamo del tutto indifferenti, ma da qui a far scattare sempre e ogni volta la molla dell’aggressione (non saprei come altro chiamarla) ce ne corre. Non si può nemmeno parlare di disciplina, perché l’indifferenza, l’atarassia non si raggiunge dopo lungo apprendistato ascetico durante il quale siamo passati attraverso tutti i gradi della tentazione per poterla superare. Non neghiamo quel che siamo, come mamma ci ha fatti, ma semplicemente abbiamo spostato la soglia dell’innesco della sessualità oltre il corpo nudo (vedi anche l’articolo: Perché il nudismo non eccita sessualmente).
Per lo stesso motivo, ogni idea di esibizionismo è lontana dalla mentalità nudista, così come era lontana dalle motivazioni che ci hanno fatto fare il primo passo. Per il semplice fatto che non siamo diventati nudisti per aumentare le occasioni di far sesso, ma anzi per motivi che ben poco hanno a che vedere col sesso. Le parti “vergognose” che siamo abituati a coprire non sono né vergognose né inguardabili al punto da essere tolte dalla “vista del pubblico”.
Tre giorni di “prove generali”, con discussioni ma più spesso, plaisanteries, cordialità, fraternità, fitto chiacchiericcio da buoni amiconi.
Nota: ho preso l’abitudine di racchiudere fra virgolette la parola turbamento per richiamare esplicitamente la sentenza della Corte di Cassazione dello scorso anno (nr. 28990 del 18 luglio 2012). Checché ne pensino i giudici, la nudità in sé non crea turbamento, altrimenti luoghi come la Sablière e tanti altri non esisterebbero nemmeno, il che prova che il turbamento non è innato, né naturale, ma il prodotto di una cultura, una forma di pensiero preconfezionata e imposta, e poi condivisa passivamente, e tanto più immutabile quanto meno si osa discuterne. Spesso si invoca la Natura a sostegno delle proprie argomentazioni. Ci si guarda bene da fare una revisione sistematica dei nostri usi e costumi sulla base del criterio di conformità alla natura: metteremmo a rischio la nostra “civiltà”, la nostra “umanità”, il “progresso”, la nostra distanza dai bruti animali – salvo poi sentirci sorprendentemente liberi appena ci spogliamo di quanto a parole ci fa più umani e civili.