Archivio mensile:dicembre 2013

Giovani, nudismo, famiglia e società


0210Questo articolo, al di là di quello che potrà apparire da alcuni passaggi, più che di nudismo parla dei giovani, riferendosi alla fascia d’età che va dai 12 ai 20 anni, e del loro rapporto con la famiglia e la società, ivi comprese tutte quelle attività che fanno parte della quotidianità familiare e sociale.

Nel contempo, però, l’articolo viene a evidenziare anche come, a differenza di quanto alcuni vadano predicando, i temi sociali siano fra loro strettamente connessi: trattarne, affrontarne, risolverne uno quasi sempre vuol dire trattarne, affrontarne e risolverne altri, tanti altri, se non tutti gli altri. Capita che parlando di nudismo ci si senta ribattere, anche dagli stessi nudisti, che quello del nudismo è un tema di pochissima rilevanza rispetto ai tanti altri che preoccupano il mondo odierno. Così ai nudisti che si sforzano di proporre qualcosa a livello sociale viene spesso ribadito che non devono avere speranze, che non devono rompere le scatole, che devono starsene tranquilli. Bene, leggendomi oltre capirete anche quanto questi assunti siano del tutto errati: tutto questo articolo, infatti, che non parla direttamente di nudismo, ma dei giovani, è nato proprio ragionando su alcune tematiche e sulle relative problematiche proprie del mondo nudista.

Punto di partenza della riflessione, che è poi diventata fonte ispiratrice dei contenuti di questo articolo, è stata una domanda nata in altro contesto e non specificatamente finalizzata a parlare di giovani: “Perché pochi sono i giovani che praticano il nudismo?”

Non è che i giovani rifiutino le regole, è che i giovani, giustamente e comprensibilmente, vogliono vivere secondo le loro regole, regole fatte da loro o, comunque, scelte da loro in totale autonomia, regole che, a volte, sono anche ben più rigide e pesanti di quelle che gli adulti e la società vorrebbero loro imporre, ma sono regole loro, scelte da loro e ciò le rende meno invasive, meno pesanti, accettabili e seguibili.

A seguire arrivò la recensione di un film su quello che è la vita dei giovani di oggi: “Spring Breakers. Vi si parla di una vita fatta di trasgressione delle regole in generale, ma non per il semplice piacere di trasgredire, bensì perché i giovani sono oggi, ma in un certo senso lo sono sempre stati, refrattari alle regole, proprio non le concepiscono: non fanno altro che comportarsi e vivere liberamente, pretendendo rispetto per il loro modo di fare. Si certo il film tratta di una parte dei giovani, quella più esplosiva e borderline, ma non è da credersi che anche gli altri, quelli più contenuti, siano molto lontani da tutto ciò.

Non dimentichiamoci che siamo stati proprio noi, noi quarantenni, noi cinquantenni, noi sessantenni, ad insegnare loro il senso della libertà, il diritto alla scelta, il piacere di crearsi la propria vita. Noi, e qui concedetemi, al fine di semplificare il discorso, il plurale generalista (io stesso non ho fatto molte delle cose che andrò ad elencare, ma volente o nolente ne ero coinvolto e in molti casi ne ero invidioso) noi che negli anni sessanta e settanta del secolo scorso scendevamo, ancora studenti, nelle piazze a far sentire la nostra voce; noi che, sempre in quegli anni, rifiutavamo gli abiti ingessati, la cravatta e le lucide scarpe di vernice, simboli del capitalismo e del condizionamento sociale, per sostituirli con i jeans, la maglietta e le scarpe da ginnastica; noi che reclamavamo la libertà sessuale; noi che ci raggruppavamo in comunità di barboni e capelloni, i figli dei fiori, dove la nudità e il sesso sociale non erano considerate azioni reiette.

Allora, tornando alla domanda inziale: “perché pochi giovani praticano il nudismo?” Ora la risposta dovrebbe esservi più immediata, non sarà l’unica ma di certo una delle principali: perché il nudismo spesso, troppo spesso, più che altro per paura di dare una cattiva immagine, ma anche per qualche esigenza reale, viene proposto e venduto condito di tante regole, troppe regole, e, come detto, i giovani le regole non le amano, quantomeno se non sono loro stessi a crearle.

I numeri contano realmente?


Pitagora riteneva che il Numero fosse l’elemento primordiale dell’Universo: “Tutte le cose che ci è dato conoscere posseggono un numero” (cfr. “Storia della filosofia greca – I presocratici” di Luciano De Crescenzo, Arnoldo Mondadori Editore). A lungo s’è optato sui numeri per vincere battaglie e guerre. In economia e in politica da sempre si cercano i grandi numeri. La democrazia è fondata sul potere della maggioranza. Eppure…

Eppure:

  • non tutto può essere spiegato coi numeri e molti furono i filosofi che criticarono la posizione pitagorica;
  • in guerra da sempre i piccoli drappelli di ribelli o di incursori hanno spesso tenuto in scacco i grandi eserciti;
  • nel marketing si usa il centesimo per far pensare ad un costo inferiore (19,99 è solo un centesimo in meno di 20, eppure non è 20);
  • in politica pochi cani sciolti spesso decidono le sorti di una proposta, di una legislatura, di una campagna elettorale;
  • le costituzioni democratiche stabiliscono che anche il singolo vada ascoltato e protetto.

È quindi vero che i numeri contano ma anche no, c’è un altro fatto che lo dimostra.

Nell’ambiente del nudismo molti sono coloro che manifestano dissenso verso chi tenta azioni reali per la diffusione e la difesa di questo stile di vita. La motivazione della contrarietà è che “tanto non ci ascoltano, siamo tropo pochi”.

Orbene, se si analizzano attentamente i fatti e si guarda alla realtà odierna, è facile notare che assai pochi non accettano l’esistenza del nudismo, sono anche meno dei nudisti stessi, eppure costoro vengono ascoltati, perché?

Perché, a differenza dei nudisti, si fanno sentire e prima di farlo non si chiedono “sarò solo?” o “sarò l’unico?” bensì si muovono, agiscono come singoli individui: telefonano alle forze dell’ordine, scrivono ai Sindaci e ai quotidiani, minacciano di disdire le prenotazioni presso le strutture ricettive, intervengono nei siti e sui social network manifestando, spesso con toni accesi e osceni (significativi di quello che essi sono), il loro acceso disappunto, la loro intolleranza.

Beh, che dire, se noi nudisti non impareremo ad agire in prima persona, senza preoccuparci del “quanti siamo”, del “sarò l’unico?”, del “ci vogliono i numeri”, beh, ecco, noi non cresceremo mai e chi ci osteggia l’avrà sempre vinta, non perché noi siamo pochi, ma perché …

noi siamo assenti

Arte del corpo libero


Uno dei temi caldi nell’ambiente del nudismo è sempre stato e ancora è quello delle immagini, in particolare delle fotografie, ma anche in genere dei disegni, dei quadri, delle sculture, di ogni cosa che potesse raffigurare il corpo umano per quello che è nella sua naturale spontaneità ed essenza: il nudo.

C’è chi non vorrebbe vedere immagini di nudo nemmeno nell’ambito dei siti e dei forum nudisti, c’è chi, al contrario, non solo le ammette ma proprio le considera indispensabili: un’impronta chiara e inequivocabile dell’essere liberi e incondizionati.

C’è chi le valuta con occhio fortemente clinico e/o cinico e boccia quelle immagini che anche solo minimamente possono far pensare a qualcosa che non sia asessuato, c’è chi, invece, le vede con molta ironia, così come avviene fuori dall’ambiente nudista, in quel mondo che i nudisti chiamano tessile.

C’è chi vorrebbe sempre e comunque rispettato il canone artistico e chi comprende il desiderio del semplice ricordo che si nasconde dietro all’immagine della singola persona magari fatta con l’autoscatto davanti ad uno specchio.

A cura dell’amico Giuseppe Maccioni ecco un interessante documentario sull’argomento: una serie di interviste fatte durante il Raduno Nazionale 2013 de iNudisti.

Buona visione.

Cliccare sull’immagine per visualizzare il filmato
artecorpolibero

Pecoraggine


I nudisti, per il fatto stesso di aver oltrepassato la linea del comune senso del pudore, hanno combattuto dentro di sé una battaglia contro gli stereotipi correnti, si son fatti di conseguenza più sensibili alle minacce dei condizionamenti sociali, liberandosi una volta per tutte da certa pecoraggine fin troppo supina, passivamente acquiescente nei confronti di usi e costumi.

Non si può generalizzare, non tutti i nudisti hanno seguito lo stesso percorso, ma guardandoci in faccia, per come ci conosciamo, possiamo dire di avere una nostra salda e consolidata personalità: molto critica, ma anche molto certa del fatto suo, con un grammo o forse due di innato ribellismo.

E come ci dà fastidio sentirci addosso i vestiti, per quanto sanno di imposizione e costume, così non sopportiamo le cappe ideologiche e, chi più chi meno, da tempo ce le siamo gettate alle spalle.

Siamo orgogliosi di esser nudisti perché abbiam sotto gli occhi il mucchio di ciarpame che ci siam tolti di dosso, perché dopo questa pulizia abbiamo eretto una barriera contro le pressioni che ci vengon da fuori, contro una mentalità corrente che abbiam smascherato come subdola e ipocrita, che permette (e forse vuole) pornografia e prostituzione e tuona allo scandalo, all’indecenza quando in tutta serenità e allegria una comitiva di nudisti passeggia nei boschi e sosta su un poggio per un tranquillo ed innocuo pic-nic. Che scaglia anatemi apocalittici se vede pubblicate sui nostri blog (su questo blog) fotografie di bimbi innocentemente “spudorati”, quando col pretesto dell’arte ha commissionato una Cappella Sistina (che si serve del nudo per asseverare, eroicizzare, assolutizzare, nobilitare, assiomatizzare il messaggio del proprio trionfo – cavalcando un “Rinascimento” dell’antico addomesticando a sé con una crociata che abbraccia “enciclopedicamente” lettere, scienza ed arti l’incivile, l’immorale, il carnale paganesimo), putti e persino angioletti col pisellino per aria, Gesù Bambino senza pannolini e incirconciso (sarebbe veramente “troppo” nudo – e forse nemmeno più tanto cattolico).

È probabile che noi si sia rimasti nella nostra innocenza primordiale, edenica, ingenuamente “ben-pensanti” e in buona fede e non vediamo l’abisso di obbrobrio che ci aspetta sul nostro cammino… Semplicemente non abbiam la mala fede anche sol di pensarlo e volentieri lasciamo il pensar male a chi abitualmente nei fatti lo fa.

Saremmo noi la minaccia all’ordine sociale, la mina vagante del sovvertimento dei sensi, delle coscienze, del “buon costume”? I fumini isterici portano acqua al mulino del potere, del controllo sociale, del “consenso”… e della rielezione. E che fa un nostro rappresentante, impancato a Montecitorio o in un Consiglio comunale, se non assecondare, blandire la maggioranza, oppiandola di promesse e proclami, di speranze e réclame? Per i quattro voti dei nudisti, nessuno mette a rischio la propria poltrona. E così, elezione dopo elezione, la nostra società si massifica, diventando ad ogni tornata un tantino più becera, malcontenta, un tantino più “gnucca”.

Giungendo al paradosso di constatare che i nudisti sono in generale meno volgari della maggioranza delle persone (nel linguaggio e nel comportamento), non si fanno sedurre da sirene a seno scoperto per acquistare una macchina o bere una birra. Non vogliamo male a nessuno: altrettanto nessuno ne voglia a noi. Abbiamo imparato ad esser liberi e rispettosi; altrettanto lo siano altri con noi: è questione di senso civico, dell’attenzione alle persone e non alle maschere.

Nell’ambito della libertà che la legge consente reclamiamo il diritto al costume di vita che ci pare più consono, senza divise di perbenismo, cappe oscurantiste, soffici velli di passiva impigrente pecoraggine.

Buon Natale


IMG_1937

Sulla tavola imbandita
una storia infinita
si comprenda finalmente
ché confusa nella mente

Qui la maschera non serve
nello specchio sempre splende
sol l’immagine scolpita
nella mente seppur sopita

Sol chi ama il proprio corpo
ed agli altri nudo mostra
può vedersi nello specchio
senza tema e con rispetto

Il tuo corpo non vestire
lo fai sol così soffrire
lui paziente non s’offende
ma silente il nudo attende

Il tuo corpo è un armonia
già composta con magia
pur comunque esso sia
nudo è bello e melodia

Buone feste a tutti quanti
che vi portino in dono
nuda gioia
e nudo giorno

Auguri

Emanuele Cinelli – 24 dicembre 2013

Il video del Raduno Nazionale 2013 de iNudisti


I ricordi sono immagini che si fissano indelebilmente nella mente per riaffiorarne casualmente facendo allora rivivere le emozioni del passato.

Tra tutti, quelli che più facilmente tornano a farsi vivi sono i ricordi migliori, quelli relativi ai grandi e straordinari eventi.

Un evento superlativo è stato il raduno Nazionale 2013 de iNudisti, un raduno che non solo ha smosso centinaia di persone, ma ha scosso più o meno sensibilmente anche diverse entità tessili, dalla proprietà dell’Oasi di Zello, ai giornalisti, ai fotoreporter.

Il ricordo di un tale successo non si poteva lasciare alla caducità e casualità del ricordi, ma andava rinforzato con qualcosa in grado di lasciare un segno indelebile, qualcosa da potersi tenere sotto mano e osservare ogni tanto, ad esempio un bel video.

Ecco che, grazie all’abilità e alla dedizione di uno dei nostri carissimi amici, è nato e veniamo qui a proporvi “SiNfonia” di Giuseppe Maccioni…

Cliccare sull’immagine per visionare il filmato
sinfonia

Il medioevo è ancora qui!


IMG_1788Ogni tanto giunge notizia di qualche amico vessato sul lavoro o nella vita sociale solo ed unicamente perché si è permesso di diventare nudista.

Sembra assurdo ma nel secolo che dovrebbe essere quello delle grandi conquiste tecniche, scientifiche, sociali, umanitarie c’è ancora chi non riesce ad accettare l’esistenza di stili di vita diversi dal suo e non riesce ad ammettere che possa esiste qualcuno che è riuscito a liberarsi da quei condizionamenti di cui lui non riesce a liberarsi, trasformando la sua invidia verso l’altro in un sopruso: se io non ci riesco, nemmeno tu devi poterlo fare!

Quando poi a perpetrare il sopruso sono esponenti dell’amministrazione e della politica nazionale o locale, il tutto diventa ancor più grave: il loro compito è quello di fare gli interessi di tutti i cittadini, non solo di quelli che li hanno votati; il loro dovere è quello di amministrare secondo l’interesse pubblico e non secondo il loro specifico e limitato modo di vedere le cose.

La Costituzione Italiana è ben chiara e non ammette discriminazione sulla base della religione, della sessualità, delle scelte di vita, ivi compresa, pertanto, quella del nudismo:

Art 1 – … La sovranità appartiene al popolo…

Art 2 – La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità…

Art 3 – Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…

Ecco che è anticostituzionale vessare qualcuno per il suo essere nudista con l’ambigua scusa del “qualcuno potrebbe restarci male” o del “ci fa cattiva pubblicità”. L’amministratore deve istituzionalmente difendere le libertà costituzionali e i diritti naturali, manifestando appoggio e sostegno al nudista anche a fronte di specifiche lamentele di qualche personaggio ormai palesemente fuori luogo e fuori tempo, impaurito dalla sua stessa immagine che si riflette nello specchio nudista.


Da qualcuno, a sua volta vittima di una società marcia e cafona, ci è stato suggerito (ma un suggerimento che per come formulato è apparso essere un obbligo) di rimuovere una foto perché “non tutti la pensano come voi”.

Che vuol dire tale affermazione? Ora se esiste qualcuno che non la pensa come me io devo stare attento alle foto che pubblico? Se un domani nascesse una corrente di pensiero che odia le persone coi capelli rossi, più nessuno potrebbe pubblicare foto di persone coi capelli rossi?

A me e a molti altri danno enormemente fastidio le foto in cui delle donne vengono miseramente trattate da oggetti, foto sulle quali alcuni si lasciano andare a commenti poco edificanti per le donne ritratte, foto che da alcuni vengono usate per diffondere messaggi lascivi. Eppure nessuno si pone il cruccio di andare a chiederne la rimozione.

Si parla di forza della maggioranza, ma è giusto che la maggioranza debba averla sempre vinta? È giusto che per volere della maggioranza qualcuno debba rinunciare alle proprie scelte di vita anche quando queste non provocano danni materiali agli altri?

Per altro ho fatto almeno un esempio dove ad averla vinta non è proprio per niente la maggioranza attuale, tutt’altro: vince l’opportunismo, vince chi paga!

Ah, quale era la foto rimossa? Una foto che ha fatto il giro del mondo, apprezzata anche da tantissimi non nudisti; una foto che esemplificava le ragioni della depravazione sessuale, ivi compresa la pedofilia (in nome della quale ci è stato richiesto la rimozione della foto: chiaro, dà fastidio vedersi sbattere il faccia le proprie colpe); una foto che proponeva la soluzione ai problemi della depravazione sessuale, ivi compresa la pedofilia; la famosa foto in cui si vedono da un lato due bambini (un maschio e una femmina) in mutande che si guardano reciprocamente dentro le stesse, con sopra la scritta “educazione tessile”, dall’altro lato due bambini (un maschio e una femmina) nudi che tenendosi per mano camminano felici verso il futuro senza nessuna curiosità morbosa verso ciò che li differenzia e sopra la scritta “educazione naturista”.

Non dico altro, vedete un po’ voi se questo non è sintomo di una società contorta e malata, una società che scende a patto con il diavolo pur di difendere le proprie tare, una società che deve controllare e impedire ogni proliferazione di stili che possano aprire le menti, perché l’apertura delle menti porta inevitabilmente al saper contrastare i voleri del potere centrale.


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“Vivete in un castello fatato” qualcuno si è sentito dire.

Vero, verissimo, ma… perché mai il mondo deve vivere in un castello stregato, dominato da pochi crudeli demoni? Non è forse meglio un castello fatato, in cui rispetto e civiltà la facciano da padroni? Noi abbiamo osato uscire dal castello stregato, liberarci dai demoni e svincolarci dal loro controllo totalizzante, siamo pertanto dei nemici destabilizzanti da sconfiggere e debellare con ogni mezzo, anche la menzogna e l’inganno.

“Non conoscete la gente, il mondo reale”

Oh, questa poi è bellissima, come se noi fossimo liberi di ignorare la realtà, di estraniarci da essa. Fino a prova contraria il nudista vive, almeno per ora, la massima parte della sua vita da tessile, immerso completamente nella mentalità, nei condizionamenti, nelle idiosincrasie della società tessile. Caso mai è il tessile, quel tessile che non vuole accettare l’esistenza del nudismo e dei nudisti, che ne rifiuta la presenza e la condivisione che non conosce la realtà completa del mondo d’oggi, che non conosce la visione della gente d’oggi, palesemente e scientemente a favore del nudismo e della condivisone degli spazi. O forse no, forse la conosce bene tale realtà e proprio per questo ne è spaventato, perché ci vede riflessa una propria immagine sporca e vile, perché capisce d’essere ormai all’angolo e non avere più scampo e allora… allora vai con l’inganno, dagli con la menzogna, fai finta che siano gli altri ad essere sbagliati e accusali, accusali a più non posso, negando ogni evidenza, oggettiva o soggettiva che sia.


Denunciare chi è nudo dove è usuale stare nudi è evidentemente azione irrazionale; denunciare chi è nudo il luoghi isolati e più o meno reconditi è solo l’estrema difesa di chi si sente ormai in netta minoranza e non vuole ammetterlo; denunciare chi è nudo è manifesta dimostrazione di debolezza, insicurezza ed egoistico senso unico mentale. La legge italiana non vieta la nudità, solo per convenzione sociale si è arrivati, in tempi relativamente recenti, a considerarla immorale, e le convenzioni sociali cambiano, cambiano rapidamente, devono cambiare, SONO cambiate come dimostrato dalle molte sentenze di assoluzione promulgate da diversi giudici dal 2000 a oggi (ultima quella di ieri) e tutte con formula piena perché il fatto non comporta reato. L’immoralità, la malizia, la perversione sono nella mente di chi guarda, non nella natura, nel corpo, nell’azione di chi sta nudo.

Orgogliosamente Nudi 2014


Ammissibile che ognuno abbia le proprie idee in merito alla nudità più o meno pubblica; tollerabile l’essere più o meno d’accordo con la pratica del nudismo; inopinabile, però, che senza sperimentazione diretta esista solo il sentito dire, ovvero l’incertezza se non la tenebra più scura, con l’inevitabile conseguenza di poter formulare solo opinioni infondate o, al massimo, poco fondate.

Il saggio non è colui che sa tutto, è semplicemente colui che evita l’imprecisione e, ponendosi il dubbio su tutto ciò che gli è poco noto, cerca la conoscenza diretta, unica via per chiarire i dubbi e arrivare alla formulazione di pareri fondati.

Il programma “Orgogliosamente Nudi” nasce e si esplica nel preciso intento di dare a tutti l’opportunità di conoscere da vicino questa realtà, di poter parlare con chi la pratica, eventualmente di poter sperimentare di persona cosa voglia dire stare nudi e perché ci sia chi lo ha scelto come stile di vita.

Non è nostra intenzione obbligare il mondo a rigettare i vestiti, vogliamo solo che sia rispettato il nostro diritto alla nudità, un diritto che, nonostante non ci sia un vero veto legislativo, nonostante le diverse sentenze a nostro favore, ci viene spesso negato da quei pochi estremi oppositori, dalle forze dell’ordine e da molte amministrazioni comunali che ci obbligano a indossare la maschera del conformismo.

L’unica strada a nostra disposizione per cambiare le cose è quella di aumentare i nostri numeri, siamo così costretti a fare proselitismo, non comunque un proselitismo integralista, bensì un proselitismo aperto e sincero, una propaganda amichevole: venendo con noi non ti sentirai costretto a nulla, non cercheremo di forzare le tue decisioni, rispetteremo le tue scelte, ti spoglierai solo se lo vorrai e quando ti sentirai pronto a farlo.

L’esperienza, d’altra parte, ci ha insegnato che l’esempio nudista è coinvolgente, di più, travolgente, vivendo tra noi è impossibile resistere e prima o poi si superano i condizionamenti mentali e ci si mette nudi, una volta nudi bastano pochi secondi per accorgersi che è tutto bello e semplice, una volta nudi… non si torna più indietro, specie provandolo nel massimo sistema, quello dello sport e, nello specifico, dell’escursionismo.

Quest’anno proponiamo un programma ben più ampio e variegato di quello del 2013, un programma che prevede anche incontri che, di base, saranno tessili, proprio per dare modo a chi voglia conoscerci di poterlo fare senza timori ed esitazioni: già può essere difficile inserirsi nei nuovi contesti, tra persone che non si conoscono, figuriamoci se ci aggiungiamo anche il fatto di doversi denudare o, comunque, di trovarsi tra persone nude.

Noi di Mondo Nudo abbiamo fatto la prima mossa e ci siamo messi a piena disponibilità del mondo tessile assicurandovi massima cordialità e disponibilità ad accogliervi tra le nostre fila, ora tocca a voi!


Locandina generale del programma

Le attività indicate (alcune ancora in via di definizione e pertanto formulate in modo generico) potranno subire variazioni, specie quelle che richiedono necessariamente l’interfacciamento con strutture turistiche e alberghiere. Seguiranno man mano le locandine delle singole attività con tutti i dettagli necessari, assieme alle schede di segnalazione della propria partecipazione: seppur rese pubbliche sono solo gite tra amici e non c’è obbligo di registrazione, segnalandoci però la vostra presenza potrete tenervi più facilmente aggiornati (perché ci penseremo noi a farlo) e sarà per noi più facile gestire i raduni di partenza.

Al programma viene abbinato un (pseudo) concorso fotografico senza premi: il riconoscimento l’avranno tutti i partecipanti dato che tutte le opere verranno utilizzate per creare una presentazione da proiettare durante la grande festa di chiusura e da utilizzare per successive serate di informazione sull’escursionismo al naturale.

Clicca sulla voce Eventi della barra di navigazione per accedere alla pagina di riepilogo di tutti gli eventi, oppure posizionaci sopra il cursore per aprire il menù con cui accedere direttamente alle singole schede e ai moduli di iscrizione (segnalazione della propria partecipazione).

Purtroppo non siamo riusciti ad organizzare queste serate, il 5 e l’11 sono sicuramente cancellate, resta in gioco il 19 ma con forti dubbi. Lasciamo la pagina e il modulo qualora qualcuno fosse interessato per organizzare serate in altre date. Grazie!

Cliccare sulla locandina per scaricarne la versione ad alta risoluzione

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I fulmini: cosa sono, come si formano, come comportarsi


Era il tempo dei modem analogici, io frequentavo assiduamente il newsgroup ISM (it.sport.montagna) e nell’ambito di un acceso dibattito sui fulmini e sul come evitarli nacque un mio specifico articoletto. In seguito vennero confermate alcune cose che hai tempi erano solo delle ipotesi, ad esempio l’esistenza delle scariche guida e la loro relativa pericolosità, ma materialmente poco o nulla cambia in relazione al discorso fatto nell’articolo, che quindi riporto senza revisioni.

L’articolo si riferisce nello specifico alla montagna, ma è facile estrapolarne considerazioni valide per altri contesti.


Oggi piccola lezione sui fulmini, per spiegarne la corretta dinamica di formazione ed evoluzione. Preciso che vado a memoria, pertanto ingegneri, periti ed elettricisti vari troveranno alcune imprecisioni, ma appositamente non vado a riprendere i miei vecchi libri di scuola, voglio che il testo sia il più semplice possibile.

Il fulmine altro non è che la fase finale di un evento naturale: la scarica elettrica tra terra e cielo (i lampi sono invece la fase finale della scarica tra nuvola e nuvola).

Come nasce questa scarica? Bene il motivo preciso è irrilevante ai nostri fini, basti dire che per qualche evento la terra acquista elettroni assumendo un potenziale (carica elettrica) negativo e il cielo (diciamo così per semplicità) perde elettroni assumendo un potenziale positivo. Ad un certo punto la differenza di potenziale (differenza di tensione) tra terra e cielo diviene talmente alta da vincere la forza isolante della colonna d’aria frapposta fra i due punti che hanno assunto la carica elettrica, quindi gli elettroni possono fluire liberamente da terra verso il cielo per ristabilire l’equilibrio, cioè riportare a zero la differenza di potenziale. In realtà prima che l’equilibrio venga raggiunto, l’aria si ricostituisce, per effetto di un insieme di concause, e interrompe bruscamente il passaggio di corrente provocando l’arco voltaico da cielo a terra: il fulmine, per l’appunto.

Ora veniamo alla seconda parte della trattazione: in quali punti si genera la scarica?

Invece di utilizzare difficili discorsi tecnici (che tra l’altro non ricordo più bene), mi limito a riepilogare un esperimento che viene fatto fare a tutti gli studenti di elettrotecnica.

Prendete una piastra piana, una sfera e un cono dello stesso materiale e con la stessa area di superficie e ponetele di fronte ad un’altra piastra più grande come in figura:

Fulmini

Ora inducete carica positiva nella piastra grande e la stessa carica negativa nella piastra piccola, nella sfera e nel cono. Bene la prima scarica partirà dal cono, mentre la sfera e la piastra piccola saranno in grado di accumulare una carica ben maggiore.

Ora veniamo a noi, cosa si evince da tale esperimento?

Che le scariche (che da ora chiamerò per semplicità fulmini) tra cielo e terra avvengono principalmente dalle punte, quindi dalle vette delle montagne e dalle cime degli alberi isolati (un fitto bosco con alberi tutti o quasi della stessa altezza dev’essere assimilato alla piastra piccola o alla sfera).

Inoltre tutta la tensione di scarica viene riversata nello spostamento verso l’alto, lasciando inerti le pendici del cono, chi venga pertanto a trovarsi sulle pendici del monte interessato da una scarica non è direttamente colpito dalla stessa. In effetti può sentirne gli effetti preparatori, causa l’accumulo di carica, ma questi sono perfettamente innocui e non stanno a predire l’ineluttabilità della scarica su di noi o presso di noi.

In seguito vanno poi considerate le tensioni di terra che si generano durante la fase di strappo (interruzione) della scarica, pure queste sono solitamente innocue, salvo non trovarsi nelle immediate vicinanze della zona di scarica dove potremmo essere coinvolti anche dall’effetto termico o dallo spostamento d’aria. Le correnti di terra possono invece rilevarsi pericolose in prossimità di tetti, qui, infatti, potrebbero bucare l’aria tra il tetto e il terrazzo sottostante, invece che scorrere nel terreno attorno. In pratica viene a crearsi un mini-fulmine con conseguenze anche letali. Lo stesso dicasi per l’apertura di grotte.

Dunque, pericoli ci sono ma non sono così elevati come la fantasia popolare tende a dipingerli: mi sembra d’essere tornato ai tempi di Balmat e Paccard; queste sono cose dimostrate ancora dagli Illuministi nella seconda metà del ‘700. Bastano alcune piccole regole:

  • non fermarsi sulle vette, specie se molto piccole e acuminate;
  • non fermarsi sotto gli alberi isolati, non tanto per il pericolo d’essere colpiti dal fulmine (che caso mai partirà dall’albero), ma per il pericolo di rimanere ustionati o d’essere travolti dall’albero se, una volta colpito da un fulmine, dovesse cadere in toto o in parte;
  • ai prati, specie se molto ampi, scegliere il bosco fitto, nel piatto del prato siamo noi a diventare punta;
  • se un temporale ci sorprende su un esteso ghiacciaio, magari circondato da poche e poco rilevanti cime, sempre per il fatto che in tali situazioni noi stessi diventiamo delle punte, potremmo avvertire i segnali di scarica (i peli che si rizzano, i capelli che si rizzano, piccole scariche a fior di pelle o sulla piccozza, ecc.), in tal caso, anche se non è detto che possa trattarsi di un avvisaglia di fulmine, sedersi a terra per ridurre l’effetto di dissipazione della carica;
  • mai cercare riparo sotto piccoli tetti o in rientranze appena accennate;
  • mai soffermarsi sull’apertura di caverne e grotte, ma penetrare nelle stesse il più possibile e comunque almeno un paio di metri.

Per quanto riguarda la ferraglia addosso, beh questa potrà al più aumentare l’effetto delle scariche preliminari ma di certo non ci rende più idonei alla scarica rispetto alle tonnellate di rocce che ci stanno intorno, e comunque principe è il principio della dissipazione delle punte, ma delle vere punte, delle punte rilevanti, non delle puntine quali possiamo essere noi e i nostri materiali rispetto all’ambiente che ci circonda.

Detto questo, allontanare il materiale non costa nulla, quindi facciamolo pure se proprio dobbiamo restare fermi, ma se appena è possibile guadagnare un posto sicuro, o quantomeno più sicuro, uscire dalla parete o dalla ferrata, facciamolo senza patemi, e con la massima tranquillità, che non vuol dire in lentezza ma nemmeno di corsa.

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