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TappaUnica3V: il libro!
Come idea l’avevo già ventilata qualche anno fa, poi per varie ragioni era rimasta nel limbo, ora mi sono dato una mossa e in una settimana di intenso lavoro finalmente il libro è impostato. Ovviamente c’è ancora molto lavoro da fare ma dovrei poter uscire ai primi di gennaio 2023. Per ora eccovi quella che sarà la copertina.

Aforismi per nudi e… vestiti

Tutti lo sanno ma molti, per convenzione o per opportunismo, lo nascondono: i vestiti sono barriera per gli occhi ma non per la mente!
#rinormalizzailmondo

Tutti lo percepiscono ma pochi ci ragionano: aborrire la nudità è una curabile fobia, averne fastidio è un superabile condizionamento!
#rinormalizzailmondo

La vista di persone nude potrà dare fastidio ma di certo non ammazza e nemmeno fa ammalare, anzi: educa e cura!
#rinormalizzailmondo

Genitali dipinti o scolpiti possono tranquillamente (e correttamente) essere esposti ovunque, quelli reali devono essere rigorosamente (e insulsamente) celati: logica perduta!
#rinormalizzailmondo

Ipocrisia di un mondo sessocentrico: si ripudia la nudità ma si gradisce, e talvolta s’impone, che vengano messe in evidenza le forme, specie femminili, con abiti attillati e profonde scollature!
#rinormalizzailmondo

La nudità personale ingenera autostima, confidenza con il corpo e rispetto per sé stessi: invece di temerla è doveroso praticarla!
#rinormalizzailmondo

La nudità sociale crea rispetto, profondo rispetto, rispetto per se stessi e rispetto per gli altri, rispetto in tutti i sensi: invece di ostacolarla è necessario favorirla!
#rinormalizzailmondo

La rinormalizzazione della nudità, ben lungi dal provocare danni, può fare solo del bene: invece di contrastarla è indispensabile perseguirla!
#rinormalizzailmondo





#rinormalizzailmondo
Autoscatti
Non fotografo e non mostro il mio corpo, fotografo e mostro le attività che faccio!
P.S.
Il fatto che le faccia nudo non altera il contesto e non modifica le intenzioni.
Fastidio per il nudo e autolimitazione nudista
Affermare che bisogna rinunciare al nudo ogni qual volta sia ipotizzabile la possibilità di turbare qualcuno è come dire alle donne che è colpa loro se vengono violentate.
Contraddittorio e discriminatorio… “io” devo sopportare il fastidio di vedere vestiti ovunque, anche dove proprio sono inutili, e “lui” non può sopportare il fastidio del vedere “me” nudo!
Nessuno si è mai sognato di imporre alla società il fastidio per, ad esempio, i ragni eppure lo si è fatto per il nudo.

Chi subisce patisce!

Sulle reti sociali stanno rifacendosi numerosi i messaggi che invitano coloro che hanno riabbracciato la naturalità del nudo a non spogliarsi fuori dai contesti prettamente nudisti (o naturisti, sic!), a rivestirsi quando arrivano persone vestite, a… a… a… altri atteggiamenti similari dove il nudo cede spazio al vestito.
Il concetto che viene messo a giustificazione di questi inviti è il rispetto per gli altri, ma può questo realmente definirsi rispetto o piuttosto è solo sottomissione?
Rispetto è permettere agli altri di fare quello che vogliono, quindi rispetto è lasciare vestito chi non vuole spogliarsi (cosa, per inciso, normalmente vietata nei centri riservati al nudo, sic!) e lasciar stare nudo chi vuole spogliarsi; rispetto è non pretendere di stare nudi in casa d’altri (un luogo pubblico, però, è casa di tutti, per cui non è casa d’altri); rispetto è non pretendere che tutti debbano stare vestiti; rispetto è lasciare che ognuno viva la propria vita esattamente come desidera; rispetto è capire, comprendere, accettare, restare indifferenti a tutto ciò che, pur non rientrando nella sfera del nostro gradimento, comunque non ci apporta veri danni materiali (e un fastidio non è un danno); rispetto è empatia senza rinuncia. Tutto il resto non è rispetto ma solo sottomissione.
Stare vestiti in luoghi pubblici, ovviamente in assenza di leggi che lo vietino espressamente, solo perché si presume che qualcuno possa offendersi non è rispetto, è non farsi rispettare, quindi è sottomissione.
Stesso dicasi per ogni azione di rivestimento all’arrivo di altre persone ipoteticamente non nudiste, e qui ci possiamo aggiungere anche altre due considerazioni:
- magari invece sono nudiste e ci siamo rivestiti per niente;
- magari pur non mettendosi nude rispettano chi vuole stare nudo e abbiamo rinunciato a comprenderlo;
- rivestirsi all’arrivo di altre persone, specie quando queste già ci hanno siti nudi, non fa altro che intensificare negli altri il concetto del nudo come cosa sporca e da nascondere, quindi inibisce ogni possibilità di rinormalizzare la nudità
Il rispetto dev’essere e può essere solo bidirezionale altrimenti non è rispetto ma solo sottomissione.
Ribellioni alla nudità e agli eventi nudisti (per inciso sempre e solo di piccole fazioni di persone che, quindi, non rappresentano l’idea della maggiorana, sono solo capaci di gridare e farsi intendere, in questo favorite dall’eventuale remissivo silenzio della controparte), ci saranno sempre finché si continuerà a divulgare un concetto di rispetto basato su queste fondamenta, finché si accetterà la resa e la sottomissione.
Nessuna conquista sociale, nessuna evoluzione è avvenuta senza che una parte un poco forzasse l’altra, senza creare malumori, senza fatica e senza sudore!
Chi subisce patisce, detto inequivocabile che non andrebbe mai dimenticato e disatteso, senza ovviamente cadere nell’eccesso: non andiamo, per fare un solo palese esempio, (per ora, in futuro magari anche, mai dire mai!) a metterci nudi in una piazza urbana.
#nudiènormale

Rinormalizzare il nudo, quale strategia

Difficilmente avremo la rinormalizzazione del nudo finché proprio coloro che, in qualsiasi misura, lo praticano:
- useranno termini impropri per riferirsi alla nudità;
- tenderanno a differenziarsi da coloro che non la praticano;
- continueranno, più o meno consciamente, a vedere e propagandare la nudità come un atteggiamento inadatto alla generalizzazione sociale, quindi da isolare in specifici contesti ben segnalati e delimitati;
- negheranno o dubiteranno del suo valore educativo e curativo;
- parleranno e scriveranno di cosa non sia la nudità invece di concentrarsi sul dire e scrivere cosa essa è.
Alla rinormalizzazione del nudo non servono l’autocensura, la vittimizzazione e un falsato concetto di rispetto.
Alla rinormalizzazione del nudo servono persone convinte, decise, sicure e positive!

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