Archivio mensile:aprile 2023

Come si organizza una escursione di gruppo da poter fare nudi


Magari in un sperabilmente prossimo futuro, quando una persona nuda non provocherà più scandalo, sarà tutto più facile e basterà scegliere un percorso qualsiasi, oggi invece le cose non sono così semplici. Ecco come è purtroppo necessario procedere.

Fase 1: conoscenza

Innanzitutto è necessario conoscere per bene la zona in cui si vogliono organizzare le escursioni. Certo gli itinerari disponibili si possono trovare anche su una cartina topografica o usando le apposite app cartografiche, ma conoscere di persona e per bene la zona è l’unico modo per verificare la condizione degli itinerari (le carte, anche quelle on-line, non vengono aggiornate in tempo reale e possono riportare itinerari scomparsi o non riportare altri esistenti) e per comprendere le loro caratteristiche tecniche, la loro frequentazione nelle varie stagioni e nelle diverse giornate della settimana, il loro valore paesaggistico e ambientale e altre cosucce utili.. Questa fase è la più lunga e complessa: richiede come minimo un anno di frequentazione, ma più spesso due o anche tre.

Fase 2: individuazione dei percorsi

Fatta la debita conoscenza della zona possiamo creare un elenco degli itinerari percorribili in nudità: quelli che abbiamo visto essere tipicamente poco frequentati o quelli abbandonati e che, essendo risultati interessanti, abbiamo provveduto a pulire quantomeno in modo sommario.

Fase 3: definizione dei parametri di scelta

Sulla base delle persone che si vogliono coinvolgere, cioè delle loro preparazione atletica e tecnica, vanno definiti il tipo di percorso, la sua lunghezza e il dislivello (inteso come somma di tutti i metri di salita e, a parte, di quelli di discesa); più persone volete coinvolgere più i parametri devono essere di basso livello fisico e tecnico, ma scendere troppo può comportare la perdita di interesse da parte degli escursionisti già di media preparazione: occorre trovare la giusta mediazione, certo se il gruppo è ben definito questo può essere un passaggio più semplice.

Fase 4: calcolo

Per ogni percorso individuato nella fase 2 definire:

  • mediante le carte topografiche o le specifiche app, lunghezza e dislivello;
  • basandosi sulla propria conoscenza, il livello tecnico.

Fase 5: scelta

Confrontare i dati di ogni percorso con i parametri di scelta facendo così pulizia di quegli itinerari che sono inadatti alle nostre esigenze fisiche o tecniche. Se quelli rimasti sono ancora più di quelli necessari ragionare sulle loro caratteristiche di interesse ambientale, storico, naturalistico, paesaggistico, eccetera. Con un più o meno lungo ciclo di valutazione alla fine troviamo i percorsi da mettere in programma.

Ma non è ancora finita!

Fase 6: pulizia

Poco prima dell’effettuazione dell’escursione sarà sempre bene, ma di sicuro necessario per quei percorsi che abbiamo recuperato da vecchi sentieri abbandonati, andare a rivedere l’itinerario portandosi appresso quanto serve per pulirlo da spine e rami secchi sporgenti, come minimo robusti guanti da lavoro e forbice da potatura. Attenzione alle leggi nazionali e alle eventuali regole locali che potrebbero limitare la portata del vostro intervento di sistemazione, alcuni esempi:

  • per usare la motosega è necessario partecipare a un apposito corso e dotarsi di calzature protettive e caschetto;
  • ci sono piante che non si possono raccogliere e pertanto nemmeno tagliare, vedi il pungitopo;
  • certi lavori vanno eseguiti solo da personale autorizzato, vedi la creazioni di ponticelli o la predisposizione di funi di protezione.

Considerazione conclusiva

Come si vede organizzare un’escursione montana da potersi fare in nudità richiede sempre un considerevole investimento di tempo, spesso anche di attrezzature e talvolta persino di denaro. Pensateci ogni qual volta partecipate a un’escursione di gruppo, pensate all’organizzatore e al modo con cui potete dimostrargli il vostro apprezzamento materiale.

Un modo comodo e non dispendioso è quello di approfittare delle forme di sostegno che l’organizzatore ha magari attivato tramite delle affiliazioni a negozi di vario genere: l’organizzatore ottene piccole percentuali dagli acquisiti fatti attraverso gli specifici collegamenti pubblicati su siti, blog, sistemi di messaggistica, reti sociali. Io ho attivato, con il mio blog sul sentiero 3V, l’affiliazione a Decathlon



A seguire attiverò altre affiliazioni per coprire una maggiore tipologia di prodotti, tenete d’occhio le pagine e-shop dei mie tre blog:

Sentiero 3V (dove già sono presenti molti collegamenti a prodotti Decathlon per la corsa e l’escursionismo)

Mondo Nudo

Pearl galaxy

Di cosa avete paura?


Photo by Andrea Piacquadio on Pexels.com

Cosa pensereste di una persona che balla solamente in casa propria? Come appellerese un motociclista che gira in moto solo all’interno del proprio garage? Cosa direste di chi pratica snorkeling solo nella propria vasca da bagno o di chi gioca a calcio da solo e solo nel proprio salotto o di chi…, di chi…, di chi…? Evidente, l’essere umano, al di là di qualche patologia, è un animale sociale e come tale tutte le attività che inventa le vede anche e soprattutto come cose da condividere, modi per stare insieme ad altri e con questi socializzare, magari anche empatizzare.

Allora perchè c’è chi tollera la nudità solo se isolata nelle mura domestiche e limitata a pochi e specifici momenti della vita, chi ammette la nudità solo nel contesto domestico, chi pretende che la nudità venga portata solo in casa propria? Di cosa avete paura? Cosa vi spaventa della nudità pubblica? Qual’è il pericolo o quali sono i pericoli che possono derivare da persone nude che circolano liberamente per lo spazio pubblico, per campi, spiagge, boschi e montagne, per strade e contrade?

Mi infastidisce vedere il nudo? Beh, sinceramente c’è chi è infastidito dal vedere il piercing o i tatuaggi eppure non sono stati vietati; c’è chi è infastidito dai cani che abbaiano o girano liberamente, eppure gli viene imposto di accettarli; c’è chi ha paura dei ragni ma non per questo l’aracnofobia è stata eletta a condizione sociale di norma. Allora perchè dev’essere diverso per la nudità pubblica? Perchè far diventare condizione sociale di norma la gymnofobia o/e la nudofobia (è si, il fastidio per il nudo quando diviene condizionante, insopportabile è una vera e propria malattia)? Accettabile che la non abitudine comporti un fastidio, ma questo vale per tutto, un tutto nel quale solo o quasi solo il nudo non viene accettato, non ha senso. Per altro esponendosi alla nudità il fastidio scompare nel giro di poco tempo.

Si tratta di esibizionismo! Premesso che tutti si esibiscono in qualcosa, anche ammesso, e non concesso (nel 99% dei casi non è così), che fosse vero, qual’è il pericolo? Un esibizionista vuole solo essere visto e la visione non porta pericoli al massimo fastidi, ma si torna al punto precedente, inoltre se si sente ignorato smette.

Potrebbe sfociare in violenza sessuale! Uhm, molto opinabile, tutti i fatti di cronaca lo dimostrano in modo estrememente palese: i violentatori sono sempre persone completamente vestite. Al limite qui la paura dovrebbe avercela chi è nudo quindi più facilmente aggredibile visto che non può nascondere armi di difesa (e, per inciso, nemmeno di offesa).

Non è atteggiamento socialmente accettabile! Perchè? Perchè lo ha decretato un Papa circa cinquecento anni fa? Quante cose sono state decretate da qualche potere e poi sono state puntualmente disattese? Quante regole vengono quotidianamente e impunemente violate con il beneplacito della maggioranza? Non è forse vero che le visioni sociali cambiano nel tempo, che oggi una cosa è socialmente inaccettabile e domani diviene perfettamente lecita, che ormai la nudità è in cammino verso una sua rinormalizzazione, si ri, perchè un tempo era normale stare nudi e così è stato per millenni, perchè persino il cristianesimo ammetteva la nudità ad eempio alla fonte battesimale e come momento di penitenza, perchè nella popolazione indigente serviva per conservare intatto il vestiario della festa comandata, perchè nonostantante tutto in certi contesti lo era ancora sul finire dell’ottocento, primi del novecento.

Photo by Javier Cruz on Pexels.com

I bambini ne possono restare disturbati! Quanto mai, cosa lo dimostra: qualche dichiarazione di psicologi palesemente condizionati e di parte? Caso mai è proprio il contrario: in numero ben maggiore sono gli psicologi che rilevano la positività dello stare nudi sia per gli adulti che per i bambini. Ma è facile rendersene conto anche senza studi scientifici, basta essere dei buoni osservatori, basta aver frequentato spiagge con bambini piccoli, basta essere stati genitori: i bambini, finchè non vengono in tal senso condizionati dai genitori e dalla scuola, proprio non badano alla nudità altrui, si divertono, anzi, amano stare nudi ed è un’impresa già convincerli a vestirsi figurarsi a restarci. Lo dimostrano le tante famiglie nudiste: i loro figli crescono benissimo, come e meglio di quelli delle famiglie non nudiste, purtroppo con l’inserimento nella scuola ne inizia, volenti o nolenti, il condizionamento e da adolescenti spesso si allontanano dalla nudità, salvo poi tornarci da adulti.

La nudità è uno stato fisico e mentale estremamente più naturale e rilassante dello stare vestiti, chi la sperimenta ben difficilmente torna indietro e se succede è sempre dovuto a condizionamenti sociali: paura dell’opinione altrui, parenti ostatitvi, obblighi di famiglia o lavoro, adeguamento alle abitudini degli amici, eccetera.

Insomma, la depravazione non è nella semplice e naturale nudità, il pericolo non è nelle persone nude, è stupido averne paura ed è facile abituarcisi: vestiti è bello ma nudi è indubbiamente molto meglio, provare per credere!