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Tu ci credi all’osteopatia?

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Preambolo
Gita di gruppo, stiamo piacevolmente camminando lungo una stradina che taglia incolti prati, gli occhi sono invasi dai mille colori del monte, la mente occupata a riconoscere essenze e memorizzare immagini. All’improvviso una fredda lama s’insinua nelle mie orecchie, rimbalza sui timpani, scuote gli ossicini, scorre spavalda lungo il nervo acustico e presuntuosa irrompe nel cervello: “recentemente sono stata dall’osteopata ma non ne ho sentito benefici, tu ci credi all’osteopatia?” “Aarghh, perchè sconvolgere sul nascere una giornata di escursione montana? Perchè impegnarsi in siffatti complessi discorsi? Va beh, facciamocene una ragione e un articolo!”
Prima di tutto una notizia: è cosa recente e magari a qualcuno è scappata, l’osteopatia è ora una disciplina medica ufficiale a tutti gli effetti, è stata riconosciuta ed è stato istituito il relativo ordine. Che ne deduciamo? Che al di la dei nostri personalissimi pareri nell’osteopatia ora ci credono anche i medici e gli scienziati, magari non tutti, ma la maggior parte si, le loro rappresentanze si, le istituzioni e il ministero competente. Questa potrebbe e dovrebbe essere risposta sufficiente ma… ecco anche il mio pensiero e la mia esperienza.
Io credo…
Credo che il nostro corpo abbia delle incredibili capacità autocurative, credo che la nostra mente sia in grado di fare molto più di quello che la stragrande maggioranza di noi, ivi compreso me stesso, riesce a fargli fare, credo che troppi medici si limitino a valutare la sintomatologia in funzione del solo ristretto specifico distretto, credo che si sia persa (o forse mai realmente trovata) la cooperazione tra specialisti dei diversi settori, credo che la medicina tradizionale si sia troppo allontanata dal concetto d’insieme e, salvo medici particolarmente illuminati, si sia opportunisticamente arroccata su posizioni che l’esperienza storica dovrebbe far intuire essere necessariamente provvisorie e quindi non ergibili a verità uniche ed assolute, credo che l’obiettivo primario dei medici dovrebbe essere quello di mantenerti in ottima salute e non quello di curarti quando ti ammali.
Credo che l’osteopatia e l’osteopata siano ad oggi quasi gli unici a guardare l’insieme del corpo, a prendere i sintomi e farteli scivolare addosso, farli interagire tra di loro e con l’intero corpo, trovare le loro connessioni, le origini più misteriose. Credo che l’osteopatia e l’osteopata siano oggi spesso la migliore soluzione per risolvere traumi muscolari e articolari, ma anche altro. Credo che allo stato attuale delle cose in assenza di fratture, dove l’osteopata potrà tornare utile solo a posteriori, solo in fase di recupero e riabilitazione, l’osteopata possa spesso essere la prima strada da intraprendere. Credo che all’osteopata ci si dovrebbe rivolgere prima di intraprendere percorsi sportivi (ma anche non sportivi) potenzialmente traumatici (ma quali non lo sono?). Credo che l’osteopata dovrebbe affiancarsi al medico di base e seguirci dalla nascita alla morte.
Risolve? Beh, visto quello che ho poc’anzi scritto direi che la mia risposta può essere solo affermativa, però voglio e devo specificarla meglio: l’osteopata non fa miracoli e la sua manipolazione, perchè l’osteopata non fa massaggi ma manipolazioni, se può talvolta apportare immediati benefici non necessariamente questo capita, la manipolazione attiva i meccanismi autocurativi del nostro corpo e questi sono meccanismi lenti, per sentirne gli effetti bisogna aspettare del tempo anche qualche mese.
La mia esperienza pratica
Primavera 2017, mi sto allenando per TappaUnica3V, da circa un mese ad ogni uscita in montagna dopo una decina di chilometri il ginocchio sinistro dolorosamente s’ingrippa, vi si aggiungono dolori diffusi ad ambedue le ginocchia: nelle discese il piegamento della gamba si blocca a un terzo della sua possibile estensione. Medico, radiologo, ortopedico, tac, ortopedico, tutti concentrati sul solo ginocchio sinistro e sul suo doloroso blocco articolare, nessuna considerazione per il resto. Dagli esami radiologici risultano solo segni artrosici diffusi e due esostosi, l’ortopedico dichiara che non ho nulla e mi prescrive solo l’utilizzo per alcuni giorni di cerotti antidolorifici. Ovviamente la situazione non si risolve, passano si i dolori diffusi, invero ignorati nel corso del protocollo medico, ma resta l’ingrippamento, oggetto delle visite e mia preoccupazione primaria.
Giugno dello stesso anno, ad un raduno sto parlando con alcuni amici del mio problema e dal gruppo limitrofo esce una persona che mi si avvicina e si presenta, è un osteopata, ha sentito quello che dicevo e, dopo avermi rassicurato sulle sue credenziali (decisamente di rilievo) si offre di farmi una manipolazione. Accetto e… Subito dopo il trattamento sento solo il corpo molto più sciolto del solito, provo a fare una corsa sulla collina presente in zona, salita e discesa ripidissime con in mezzo un diagonale impegnativo: tutto bene, comunque il percorso è molto corto per cui mi riservo di valutare con uscita più lunga in montagna. Qualche ora dopo camminando avanti e indietro per l’ampio prato dove ha sede il raduno nitidamente avverto un’impressione strana, mi ci si concentro e… mi sembra di camminare sollevato da terra!
Nelle successive uscite, come del resto preannunciato dall’amico osteopata (“non aspettarti molto da una sola manipolazione”), l’ingrippamento del ginocchio si ripresenta, ci mette di più a uscire ma esce, a breve devo partire per il lungo viaggio di TappaUNica3V (130km e 9000m in unica tratta), che faccio? Visto che me ne aveva parlato l’osteopata mi procuro dei Tape e, studiandone l’utilizzo su Internet, li applico secondo quella che a mio parere è la soluzione più consona. Nell’ultimo allenamento tutto procede bene per cui mantengo il Tape anche per TappaUnica3V, dove purtroppo altri problemi mi fermeranno prima del tempo.
Fine estate, si è man mano attenuato fino a svanire del tutto. Autunno inoltrato, nelle ultime settimane ho percepito dei cambiamenti nel mio fisico: il cammino è più leggero, l’appoggio più centrale, le ginocchia più sciolte. Osservandomi allo specchio noto che le mie gambe sono più dritte. Sarà effetto degli allenamenti alla tavola oscillante che ho introdotto sul finire dell’estate? Uhm, forse, ma sono più propenso a credere nell’effetto sul lungo tempo della manipolazione osteopatica, eventualmente in combinazione con il resto, resto con partecipazione secondaria. In ogni caso il problema al ginocchio non si è più presentato, sono risaltati fuori i dolori diffusi, si è stirato un legamento, ho avuto problemi in altri settori articolari, ma l’ingrippamento è completamente svanito, ma nessuno dei nuovi dolori è stato bloccante, nessuno è durato più di tanto (eccetto alcuni dolorini alle ginocchia legati ai segni artrosici diffusi, coi quali devo necessariamente conviverci ma la manipolazione osteopatica li ha alleviati), tutti svaniti nel giro di poco tempo. Beh, di certo un bel cambiamento e con una sola manipolazione.
“Emanuele, ci credi all’osteopatia?”
Si, si, ci credo all’osteopatia, eccome se ci credo, bisogna solo non aspettarsi miracoli e avere pazienza!
#TappaUnica3V: chiedi, chiedi, chiedi!
Fin dal momento in cui ho annunciato l’intenzione di TappaUnica3V il suggerimento più frequento che ho ricevuto è stato quello di chiedere: “chiedi a chi l’ha già fatto”, “chiedi a chi corre i trail”, “chiedi a chi è abituato a percorrere lunghe distanze”, chiedi, chiedi, chiedi. Grazie, siete stati gentili e premurosi però…
Comprendo che viviamo in un’epoca in cui la norma è quella di percorrere sempre la strada più comoda e semplice anche a costo di scendere a compromessi, nell’era in cui alla formazione si è sostituita l’istruzione ad hoc, ovvero la specifica informazione utile a risolvere quel singolo problema. Si certo, comprendo queste e tante altre cose, però…
Sarò all’antica ma io preferisco ancora percorrere la più formativa strada della sperimentazione personale, dello studio, dell’analisi, dell’autocoscienza, l’unica strada che possa portare alla conoscenza, l’unica strada che possa darmi qualcosa e farmi crescere come escursionista, come sportivo, come persona. Grazie a questa metodica, e qui il grazie è grosso come una casa, ho potuto scoprire e imparare tante cose, non tanto su di me che a sessant’anni penso proprio di potermi conoscere a sufficienza (e caso mai TappaUNica3V mi sta dimostrando che è così), non tanto sulla montagna che quarantacinque anni di alpinismo qualcosa me l’hanno insegnato, quanto sulle nuove metodiche di allenamento, sull’evoluzione delle conoscenze in ambito alimentare sportivo, sui più correnti concetti di fisiologia sportiva, sui vari integratori, eccetera. Questo, insieme al piacere delle tante solitarie nude o vestite ore passate in montagna, è stato, è e sarà l’aspetto più rilevante e gratificante di questo mio stupendo viaggio.
Quindi… grazie, grazie per il vostro interessamento ma per favore smettetela, non insistete, lasciatemi sperimentare, studiare, conoscere, se proprio volete aiutarmi fatemi domande, fatemi parlare delle mie esperienze e nuove conoscenze di modo che le possa fissare e allargare.
Grazie!
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