Stavo solo scherzando!


La città confusaCortile di un palazzo, alcuni ragazzi stanno giocando. Ad un certo punto due di loro iniziano a spintonarsi, uno sbatte contro un muro e allora tira un pugno alla spalla dell’altro, questo risponde a sua volta con un pugno al quale ne seguono altri. Un signore che stava sistemando il giardino che contorna il cortile abbandona il proprio mestiere e si avvicina ai due ragazzi per sedare la rissa. Questi, sostenuti dai loro compagni, rimbrottano, mostrandosi stupiti dell’intervento: “ma noi stavamo solo scherzando!” Peccato che, scherzando, uno dei due alcuni mesi dopo finisca per restare gravemente menomato.

Ingresso di una scuola, un ragazzo con fare minaccioso si fa consegnare la merendina da un compagno. Un professore che ha visto l’accaduto interviene per imporre la restituzione del mal tolto, e la risposta, indignata e presupponente: “eh che palle, stavo solo scherzando!” Peccato che l’anno successivo, così tanto per scherzo, il bulletto venga condannato a diversi anni di galera.

Officina di un’azienda, alcuni giovani apprendisti si avvicinano a un collega, altrettanto giovane, gli calano i pantaloni, appoggiano la pistola dell’aria compressa alle mutande nella zona anale e sparano aria provocando delle gravi ferite alla vittima della loro azione. Ai carabinieri che li interrogano, in questo sostenuti dai loro genitori, rispondono: “non l’abbiamo fatto apposta, era solo uno scherzo!” Peccato che pochi mesi dopo, gli stessi apprendisti, con analogo scherzo, mandino un altro giovane collega all’obitorio.

Una ragazza obesa cammina lungo una spiaggia, un gruppo di ragazzi la osserva e…: “ehilà, cicciona, copriti che è meglio”. Alcune persone nei pressi, sentendo l’accaduto richiamano i ragazzi a un comportamento più rispettoso e la risposta: “che cazzo volete, fatevi gli affari vostri, abbiamo il diritto di scherzare!” Peccato che la ragazza in questione abbia una grave malattia che le altera il ciclo metabolico e le impedisce di mantenersi nel peso forma. Peccato che alcuni di questi ragazzi alcuni anni dopo, sempre scherzando, finiscano col violentare una ragazza perché “è una troia, indossa sempre i leggins, non porta il reggiseno… noi siamo uomini, non possiamo resistere a certe provocazioni e se lo meritava.”

Cogito ergo dubitoFacebook, articolo sull’escursionismo in nudità, qualcuno succintamente commenta “sulla neve lo vedi come ti diventa l’uccello ahahahah”. Colui che ha postato il link all’articolo cortesemente risponde con spiegazioni circostanziate e il primo controbatte: “suvvia non prendiamo tutto seriamente, stavo solo scherzando!” Peccato che pare sia lecito scherzare solo sul nudismo e nessuno si sogni di scherzare su tutte quelle situazioni assurde provocate dallo stare vestiti, ad esempio nessuno scherzi sul come finiscano i genitali dopo ore di essicazione solare costretti in un costume magari anche sintetico, oppure sulle palle raggrinzite dopo ore di piscina con il costume indosso, o ancora sulla proliferazione di batteri provocata dal costume indossato in una sauna, o… o… o. Peccato che il nudismo sia una cosa molto seria sulla quale però molti, troppi, si sentono in diritto di scherzare. Peccato che affermazioni del genere vengano spesso fatte non scherzando ma con convinzione e serietà.

Azione e reazione, ovvero ad ogni azione corrisponde sempre una reazione uguale e contraria, conosciutissima legge della fisica e della meccanica che vale anche per le relazioni sociali. Peccato che molti oggi non ne tengano conto, che molti siano coloro che mettono se stessi al di sopra gli altri, che danno importanza esclusiva alle proprie intenzioni rendendo nel contempo ininfluente la percezione delle stesse da parte degli altri, che non pensano alle conseguenze di un’azione prima di compierla. Inaccettabile questo, come intollerabile è che ci siano persone, tante, troppe, che, con la scusante dello scherzo o del “non l’ha fatto apposta”, giustificano coloro che compiono azioni prevedibilmente (potenzialmente o materialmente) dannose.

Si può, si deve scherzare, ma nei modi opportuni, nei tempi opportuni, nei contesti che lo consentono, con moderazione, con attenzione all’altrui percezione dello scherzo, nel rispetto degli altri e delle idee altrui, senza mai provocare danni di nessun genere. Non esiste danno, fisico o psichico, materiale o morale, diretto o indiretto, immediato o posticipato che si possa giustificare con la volontà di fare uno scherzo, con il fare scherzoso.

Ben venga lo scherzo, ma… attenzione!

Informazioni su Emanuele Cinelli

Insegno per passione e per scelta, ho iniziato nello sport e poi l'ho fatto anche nel lavoro. Mi piace scrivere, sia in prosa che in versi, per questo ho creato i miei tre blog e collaboro da tempo con riviste elettroniche. Pratico molto lo sport, in particolare quelli che mi permettono di stare a contatto con la natura, seguendo i suoi insegnamenti ho imparato a lasciar respirare il mio corpo e il mio spirito.

Pubblicato il 25 febbraio 2015, in Atteggiamenti sociali con tag , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 4 commenti.

  1. Stefano Restelli

    Nn è un commento,solo una segnalazione:”…rimbrottano, mostrandosi stupiDi dell’intervento…”.
    Probabilmente la parola giusta è stupiti.
    Per il resto è un bell’articolo,come sempre.
    Complimenti per la perspicacia Emanuele.
    Stefano.

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  2. Buongiorno Emanuele Condivido tutto quanto sopra riportato e aggiungo un’esperienza fresca di due settimane dove una persona di una certa importanza a livello fotografico, sotto a un evento di altri da me condiviso si è riconosciuto il diritto di mettere una faccina delusa. Davanti alla mia richiesta di spiegarsi a parole vista l’età matura ma anche il ruolo che rappresenta a livello fotografico, mi ha scritto privatamente in chat di fb dando delle spiegazioni che riguardano esclusivamente la sua vita privata e nulla avevano a che vedere con l’evento condiviso e alla fine ha voluto giustificarsi dicendo “che una faccina delusa non fa male a nessuno” Ha fatto male a me nel vederla e questo è più che sufficiente. Ho riconosciuto questa persona nelle parole sopra descritte, il suo ego e desiderio di rivalsa non gli consento più di comprendere che la sua libertà finisce dove inizia la mia.

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