“Ne abbiamo piene le… sentenze”


Come tutti ormai dovrebbero ben sapere, in merito al nudo pubblico (perché in privato, almeno in Italia, ognuno può fare quello che vuole) la legislazione italiana si mantiene assai vaga lasciando a chi gestisce l’ordine pubblico e ai giudici l’onere di decidere caso per caso. Una situazione per certi versi ideale potendosi così adattare all’evoluzione dei tempi, per altri invece negativa visto che in Italia le sentenze non fanno legge, che i giudici non sono tenuti a conformarsi alle scelte di un loro collega e nemmeno della Cassazione, che è ben evidente quanto anche in giurisprudenza spesso le convinzioni personali prendano il sopravvento sulla realtà dei fatti, che mancando un principio preciso su cui fondare la discussione il tutto diviene un azzardo, che in italia le istituzioni sono assai lente ad adeguarsi al cambiamento sociale, che gli amministratori comunali (Sindaci in primis) sono assai più attenti alle voci degli “amici di partito” che a quelle della gente nel suo insieme, eccetera, eccetera. Nonostante tutto, però, a partire da una prima sentenza favorevole ai nudisti (anno duemila) ne sono seguite diverse altre similari di giudici di ogni ordine e grado, si è così inquadrata una nuova convenzione giuridica che, osservando e facendo proprio l’evidente cambiamento dell’opinione comune nei confronti del nudo, lo ritiene accettabile in una larga tipologia di situazioni, di sicuro in tutti quei luoghi dove da tempo è consuetudine stare nudi, in diversi casi anche in contesti dove il nudo non è tipico, ad esempio zone isolate e difficili da raggiungere come le calette delle scogliere di mare e certi reconditi pascoli alpini, ma anche zone meno isolate e più frequentate qualora comunque periferiche ai grandi centri e al momento desertiche, vedasi certi sentieri di montagna. Materialmente possiamo dire che, entro certi limiti, il nudo pubblico è oggi giuridicamente legittimo.

Ehm, oggi? Purtroppo il “recente” decreto legge sulla depenalizzazione dei reati minori ha un poco rimescolato le carte in tavola e… sebbene siffatto decreto legge non dovrebbe invero avere influenza sulla predetta convenzione giuridica favorevole al nudismo, succede che, visto l’importo a tre e persino quattro zeri (si osservi che, per fare un solo esempio, chi guidando un natante in modo irresponsabile travolge e uccide un subacqueo rischia al massimo un’ammenda a due zeri) delle sanzioni corrispondenti e con la complicità di altra, più vecchia, variazione legislativa che rende assai complesso e gravoso opporsi alle sanzioni, le amministrazioni comunali, non dovendo più fare necessariamente ricorso ai giudici (che, come detto, andrebbero ad annullare le denunce), magari nemmeno ai Prefetti (che, assimilando le decisioni dei giudici, pure avevano iniziato a stralciare le denunce), ed essendo sempre alla caccia di introiti economici, ne hanno approfittato per ridare vigore alla caccia al nudista e sono così fioccate a destra e a manca le contravvenzioni. Vero che qualcuno, l’onorevole Luigi Lacquaniti, si è mosso per chiedere una rivalutazione legislativa dell’importo di tali sanzioni, ma vero anche che la risposta del diretto responsabile è stata molto più che evasiva come si evince da un pdf ufficiale della Camera: la risposta del ministro non prende affatto posizione sul punto del nudismo, ma si limita a un lungo sproloquio sulla depenalizzazione e ricorda che entro 18 mesi sono possibili interventi correttivi, ma dice anche che “non sono allo studio da parte di questo ufficio iniziative normative nella materia oggetto di doglianza” e che anzi “nessuna osservazione, in punto di adeguatezza [delle sanzioni], è stata comunque sollevata dalle altre amministrazioni interessate alla delega”, insomma una chiara e forte, sebbene subdolamente celata con le solite formule tanto care ai politici, affermazione di diniego. Per altro, per quanto riguarda il nudo l’intervento più corretto sarebbe ben diverso dalla semplice riduzione delle sanzioni (che equivale a ribadire quell’illiceità del nudo che ormai la convenzione giuridica aveva invece annullato): un’esplicita dichiarazione di esclusione del nudo dal contesto degli atti contrari alla pubblica decenza (e anche da quello, invero assolutamente inapplicabile ma che spesso veniva e viene utilizzato dalle forze dell’ordine, degli atti osceni in luogo pubblico), stop! Poche parole chiare, semplici e inequivocabili.

Purtroppo siamo ben lontani dal poterci aspettare questa semplice e chiara azione e le sanzioni fioccheranno ancora a lungo, così… così qualcuno, l’Associazione Naturista Italiana (ANITA), si è mosso e al grido di “ne abbiamo piene le sentenze” ha dato i natali ad un Fondo di Solidarietà Naturista grazie al quale intanto poter dare assistenza legale a tutti coloro (associati e, cosa assai rilevante, praticamente una gradita rivoluzione rispetto alle consuetudini associative, non associati) che incapperanno in dette opportunistiche e ufficiosamente illecite sanzioni amministrative, e poi (che è forse il punto di maggior forza dell’iniziativa) poter intraprendere azioni giuridiche verso quelle amministrazioni pubbliche che, andando in controcorrente rispetto alla convenzione giuridica e all’opinione comune, continuino a molestare chi se ne sta semplicemente e pacificamente nudo. A tal ragione l’ANITA ha avviato una raccolta fondi aperta ovviamente a tutti, nudisti e non nudisti, soci e non soci, italiani e stranieri. Insomma, chiunque abbia a cuore il concetto di libertà, chiunque pensi che le persone quando non provocano ad altri reali danni materiali debbano essere libere d’agire secondo propria coscienza, chiunque ritenga doveroso il reciproco rispetto dove reciproco sta a indicare la bilateralità dell’azione e rispetto sta a indicare la considerazione dell’effettiva limitazione in carico alle due parti (raramente simmetrica), chiunque abbia a cuore l’oggettività delle azioni istituzionali, chiunque ritenga che il politico non debba governare solo in ragione di chi lo ha eletto ma anche in ragione di tutti gli altri, del bene comune all’interno della comunità che amministra, ecco chiunque sia per la democraticità delle cose e delle istituzioni è invitato a partecipare, qui (pagina News sul sito di ANITA) trovate tutte le informazioni necessarie all’effettuazione del versamento e qui (pagina Verbali e Bilanci di ANITA), ai fini della massima trasparenza, trovate l’evidenza materiale dei versamenti fatti.

Finalmente una bella vera iniziativa pro nudismo e pro democrazia, sosteniamola, visto quante sono le istituzioni che si approfittano della situazione per rimpinguare le proprie casse è assai importante la partecipazione del maggior numero possibile di “amici della democrazia e della libertà”.

Grazie ANITA, grazie!

Informazioni su Emanuele Cinelli

Insegno per passione e per scelta, ho iniziato nello sport e poi l'ho fatto anche nel lavoro. Mi piace scrivere, sia in prosa che in versi, per questo ho creato i miei tre blog e collaboro da tempo con riviste elettroniche. Pratico molto lo sport, in particolare quelli che mi permettono di stare a contatto con la natura, seguendo i suoi insegnamenti ho imparato a lasciar respirare il mio corpo e il mio spirito.

Pubblicato il 4 agosto 2017, in Atteggiamenti sociali, Giurisprudenza sul nudismo, Nudismo e naturismo con tag , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 5 commenti.

  1. Sono da molti anni dell’opinione e, recentemente l’ha detto pure il critico Sgarbi in un suo articolo su “il Resto del Carlino”per quanto riguarda la ragazza che girava nuda per Bologna che il semplice nudo non sia previsto come reato da nessun articolo del codice penale perchè esso è uno “stato e non un”atto”. Quindi da tanti anni chi si propone di difendere i diritti dei naturisti e gli stessi naturisti avrebbero dovuto difendersi e, se necessario, sino ad adire alla Corte di giustizia europea per i diritti dell’uomo per una condanna di un reato che non esiste.
    Inoltre. ricordo che già a metà degl’anni 70. a Milano, il turista messicano Fernando Perez sorpreso nudo a passeggiare per la città in una notte d’agosto fu assolto dal pretore Francesco Dettori (è andato in pensione nel gennaio 2016 lasciando la Procura di Bergamo dove era Procuratore capo e si era occupato del caso di Yara Gambirasio) assolto con la motivazione che il nudo sta diventando un fatto di costume e che non è più raro osservare su spiagge più o meno appartate persone nude o seminude senza che gli astanti reagiscono negativamente ….
    Per quanto riguarda la sanzione di 3333€ e non la multa stabilisce il Prefetto e non la forza pubblica, quindi,ed occorre tempo ed i giornali dicono cose errate Vedasi procedimento alla pagina : http://www.prefettura.it/sondrio/conten … -47381.htm della Prefettura di Sondrio.
    Io stesso anno scorso , con grande risalto dei media locali informati dai carabinieri scrissero che ero stato denunciato da questi per essere stato colto nudo in una parte di spiaggia non permessa al naturismo (errato perchè ero all’inizio storico naturista sin dal 1986) ma poi,k credo il Prefetto, ritenne di non inviarmi nessuna notifica con l’ordinanza di pagamento della sanzione. Anche quest’anno, lo scorso 17 giugno, stessa cosa da parte della Polizia di Stato ma nulla hanno pubblicato i giornali ed a me sin’ora non è arrivata alcuna notifica. C’è tempo 90 giorni e tutto in Italia è possibile e non ho paura di un ricorso che ritengo difficilmente possa perdere perchè la Forza pubblica è una cosa e la magistratura, come i fatti hanno dimostrato, è altra cosa.

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    • Non siamo noi a poter definire cosa sia o non sia da intendersi reato, spetta all’autorità giudiziaria sulla base di opinioni che possiamo pure ritenere soggettive ma che non possiamo ignorare e questa per molti anni ha decretato che lo stare nudi in luogo pubblico era reato, poi ha cambiato opinione ma solo in parte. La questione “stato” o “atto” è una forzatura che viaggia sul filo: già l’italiano definisce atto anche un qualsiasi comportamento, poi nel diritto si fa riferimento a qualsiasi fatto determinato dalla volontà dell’uomo, infine per metterti nudo devi comunque necessariamente compiere l’atto di spogliarti e se lo fai di nascosto devi poi compiere l’atto di camminare verso il luogo in cui vuoi posizionarti, insomma un gioco giocabile ma dall’esito direi molto incerto. Ok per multa e sanzione, avevo usato il primo termine per non fare ripetizioni facendo fede al comune utilizzo dei due termini come sinonimi (qui non si parla da avvocati ma da persone comuni): corretto. Corretta anche la questione del Prefetto che invero è ancora parte in causa qualora si faccia opposizione al verbale che viene comunque contestato dalle Forze dell’Ordine e i più, per le dette difficoltà a fare ricorso introdotte da una variazione legislativa di cui non ricordo la data, preferiscono tacere e pagare il minimo piuttosto che opporsi e rischiare di pagare il massimo. La sanzione va da 2000 a 20000 €, 3333 è quella comunemente applicata se accetti il verbale e paghi a breve termine. Che i giornali spesso (ma non sempre e negli ultimi due anni sono andati aumentando gli articoli di supporto al nudo, anche grazie alle attività di Mondo Nudo) dicano cose imprecise lo sappiamo, infatti non faccio fede su quello che scrivono loro ma su quello che posso verificare io stesso.

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  2. Scusa Emanuele chiarisco che la legge condanna l’atto indecente e l’atto di camminare normalmente non è indecente
    Non so dove hai letto che la sanzione va da 2000€a 20000€: in realtà la sanzione prevista per violazione dell’art.726 va da 5000€ a 10000€ e per chi accetta di pagare la cifra è ridotta a 1/3 (3333.33€) del massimo da pagare entro 60 giorni.

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    • Ma l’atto del camminare nudi si può essere visto come indecente. Per altro non condanna (solo) l’atto indecente ma tutti gli atti che secondo il comune vedere sono intesi come (vado a memoria, i termini giusti sono un poco diversi ma non ho tempo di cercarli) offensivi, disturbanti, poco consoni.

      Le sanzioni depenalizzate sono di due fasce ognuna con un minimo e un massimo pari a 10 volte il minimo, i due minimi sono 2000 e 5000 indi i due massimi sono 20000 e 50000 (è scritto nei vari atti e in vari siti di diritto), non ho trovato indicazione precisa su dove porre l’ex 726 e ho presunto fosse la fascia minore.

      In ogni caso l’articolo non parla nello specifico di tali questioni (i cui dettagli non spostano minimamente la logica del discorso e non contraddicono i fatti evidenziati), le usa solo per arrivare a presentare il Fondo di Solidarietà Naturista che è il nocciolo dell’articolo e in merito al quale sarebbe eventualmente opportuno commentare.

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