Ipotesi di scenario alla Rocca di Manerba, ma non solo


In data 14 luglio 2009, quando ancora questo blog non era nato, sul mio sito e in altre sedi, sia nudiste che non, pubblicavo questo articolo…

Nuovo riprorevole attacco contro il nudismo e le libertà sociali!

Al grido di “Morte alle streghe” riprende l’inquisizione verso i nudisti che frequentano la Rocca di Manerba. E’ uno scandalo, un’indecenza, una palese violazione della logica.

http://www.bresciaoggi.it/stories/Cronaca/…y_5_denunciati/ (non più reperibile senza abbonamento)
http://www.quibrescia.it/index.php?/content/view/13295/1/ (che è un condensato del precedente)

Ok, mi sta più che bene l’intervento dei Carabinieri che hanno fermato e denunciato delle persone che si stavano masturbando in spiaggia, mi sta anche bene che si fermino coloro che senza doverosamente appartarsi si mettono a fare sesso, non mi sta assolutamente bene che si fermino coloro che se ne stanno pacificamente stesi al sole, o che passeggiano tranquillamente lungo la spiaggia, o che fanno il bagno standosene liberi come Madre Natura ci ha fatti, ovvero nudi.
E’ vero, sussiste tutt’ora un articolo del Codice Penale, il 726, che tratta della violazione alla pubblica decenza, ma da nessuna parte si definisce il significato di “Pubblica Decenza” e, soprattutto, da nessuna parte si parla di nudo e nudisti, ne nel Codice Penale, ne in quello Civile, ne nella Costituzione Italiana. Un tempo in detto articolo del CP veniva specificato il riferimento al Turpiloquio, riferimento poi rimosso. E perché mai dovrebbe essere valido un collegamento tra pubblica decenza e nudismo quando questo non è mai nemmeno apparso in detto articolo del CP ne in altra parte della Giurisprudenza.
Con la stessa logica del “vietiamo il nudismo per allontanare gli atti osceni” (che ovviamente non sono lo stare nudi in stato di quiete) bisognerebbe vietare le banche, le gioiellerie, le ville e ogni altra fonte di stimolo per i rapinatori; bisognerebbe vietare le auto visto che alcuni le usano per compiere atti di delinquenza; bisognerebbe vietare le medicine, visto che possono usarsi per uccidere o avvelenare, e via dicendo.

No, è ora di finirla con questo atteggiamento insulso e illogico del “diserbiamo il campo per togliere l’erba maligna”; è ora che ci si renda conto che i depravati esitono da molto prima del nudismo, sono figli dei tabù creati dal tessilismo e quindi se proprio si volesse essere logici fino in fondo si dovrebbe proibire la cultura dell’abbigliarsi e diffondere a tabula rasa la cultura del nudismo. Il nudismo è la sola unica cura per le devianze sessuali, si certo all’inizio queste vengono esaltate e messe in luce, le persone deviate si concentrano nelle zone dove ci sono i nudisti, ma non perché queste nascano con i nudisti, queste c’erano e ci sono anche sulle spiagge tessili e non solo sulle spiagge (mai andati in camporella? Solo a Brescia conosco almeno 15 piazzali dove le coppie vanno a fare sesso e intorno a questi ci sono sempre stati veri e propri accampamenti, con tanto di fortini di cartone o legno, di guardoni e smanettatori), solo che le spiagge tessili sono più tante e più estese e queste persone ci si perdono dentro, si diluiscono molto; le spiagge nudiste sono poche e piccole (invero in Italia una sola ufficialmente riconosciuta), bastano 10 pervertiti perché li si possano facilmente notare.

I nudisti sono i primi a volersi difendere da codesti personaggi, i nudisti sono i primi a chiedere che le forze dell’ordine si occupino di costoro, ma sono stufi di fare da capro espiatorio e vedersi fermare poiché è più facile (e forse anche economicamente conveniente) fermare loro che i veri delinquenti.
Diversi sondaggi dimostrano che agli italiani non disturba la presenza dei nudisti, anzi, e allora perché si da sempre peso alle poche esili voci contrarie anziché tener conto della maggior forza politica ed economica di chi è favorevole? Un bel mistero, come ce ne sono tanti altri in questo settore. Forse perché si parla di una minoranza rumorosa, contro una maggioranza che alla fine comunque vadano le cose se ne sta zitta. Bene, e allora che la maggioranza smetta di starsene zitta e si faccia sentire, il nudismo non sarà forse (per ora) cosa che la interessa, ma l’atteggiamento inquisitorio, la violazione dei diritti naturali, l’illogicità politica, il guardare problemi di sicurezza che tali non sono lasciando correre quelli che invece lo sono, beh, queste cose la riguardano, riguardano tutta la società e non si può rimanere indifferenti.

Oggi, nonostante alcuni segni di timida ripresa, resta comunque un velo di incertezza sulla fruizione nudista della spiaggia della Rocca di Manerba, vengo così, anche nella speranza di poter dare impulso alla rinascita di questa bellissima spiaggia nudista, a riprendere e completare un’altra serie di miei articoli tra loro raccordati, mai pubblicati su questo blog e quindi probabilmente interessanti per chi mi legge. Alcuni contenuti sono legati al tempo in cui vennero scritti, ma altri risultano tutt’oggi validi; per altro, i discorsi affrontati possono esssere rigirati su quanto accaduto anche recentemente in altre località italiane. Infine, alla stregua di quanto sto facendo con le mie poesie di goiventù, mi piace raccogliere qui, in un unico contenitore, tutto quello che ho scritto in passato.

La premessa

Avevo inviato il mio articolo “Nuovo riprovevole attacco contro il nudismo e le libertà sociali!” (riportato in calce al presente) alla redazione di Dipende il “Giornale del Garda”. L’articolo in questione non è stato direttamente pubblicato, ma è servito per far lavorare detta redazione che ha chiesto opinioni al Sindaco di Manerba, al proprietario del terreno relativo alla Rocca, al Presidente dell’ANITA Francesco Ballardini e non so a chi altri che poi non è stato inserito nell’articolo che ne è scaturito: “Naturismo sulla Rocca di Manerba”, pubblicato sul supplemento al Giornale del Garda “on the news” n. 181 del luglio/agosto 2009.
Interessanti le varie opinioni espresse, ma le conclusioni che si possono trarre non sono del tutto positive, in particolare il Sindaco (o, per lui, il Vice Sindaco) pare essersi preparato una sua bella tiritera da esporre a chiunque vada a chiedergli opinioni in merito al nudismo in zona, tiritera che pecca di molta superficialità e non rispecchia assolutamente le evidenze oggettive locali, nazionali e internazionali, staccandosi di fatto dalla realtà del quotidiano per arroccarsi in una posizione assolutamente insostenibile e incoerente col costume del giorno d’oggi.

 

La nuova Amministrazione concepisce La Rocca di Manerba e le aree circostanti come zone aperte alla popolazione e ai turisti di ogni eta’ che vogliono trascorrere una giornata in un luogo di grande bellezza naturalistica e ricco di storia, luogo che non ci sembra assolutamente adatto alla pratica del naturismo.

Perché mai la Rocca di Manerba non dovrebbe essere adatta alla pratica del nudismo? L’altopiano è un area ampia, ricca di prati e boschi, con pochi sentieri ufficiali e molte zone quasi irraggiungibili o, comunque, per nulla frequentate da chi va in visita al Parco; poco o nulla costerebbe, in termini di impatto sulle persone di passaggio, individuare e segnalare una zona per la pratica nudista. Detto questo è da precisare che l’attività nudista riguarda solo ed esclusivamente la stretta fascia costiera ai piedi dell’altopiano della Rocca (sul quale fino ad oggi si sono svolte attività che non sono di nudismo ma di esibizionismo), una spiaggia abbastanza lunga e già di suo distinta in tre aree: la zona sud (raggiungibile solo scendendo in acqua per una cinquantina di metri), la zona centrale (spiagge ciottolose, un prato e bosco) e la zona nord (costituita da scogli e poco frequentata).

I sentieri di avvicinamento arrivano alla zona centrale della spiaggia e in questa si fermano la maggior parte delle persone che frequentano la zona (e, per quello che ho visto fino ad oggi, tutti i tessili). Molti tratti della spiaggia non sono visibili dall’alto delle pareti che la separano dall’altopiano sovrastante, in ogni caso senza un binocolo è ben difficile vedere con precisione i particolari anatomici delle persone che stanno in spiaggia, si può al massimo percepire che sono senza costume. Per altro per vedere la spiaggia bisogna sporgersi ben bene dallo strapiombo, col rischio di finire di sotto, strapiombo che l’Amministrazione se fosse coerente, invece di preoccuparsi di cosa possono vedere coloro che si sporgono, andrebbe a recintare con un’adeguata palizzata al fine di mettere in piena sicurezza il sentiero che lo costeggia e dal quale già sono precipitati alcuni turisti.

 

Il fenomeno del nudismo, contro il quale l’Amministrazione non ha alcun pregiudizio, deve a nostro avviso svolgersi in località adeguatamente isolate e accessibili esclusivamente a chi intende praticare il naturismo. Tale pratica non è secondo noi opportuna in zone che dovrebbero invece essere aperte a tutti e non ad una ristretta cerchia di persone. Se permettessimo il naturismo, infatti, la zona diverrebbe di fatto una sorta di territorio off limits per la stragrande maggioranza della gente che non pratica, legittimamente, il naturismo.

Come si fa ad affermare questo? S’è mai fatta un’indagine specifica? Ci sono mai delle prove certe, anche relative ad altre zone, della questione? La risposta a tutte le domande è NO, non s’è fatto nulla di tutto ciò, non ci sono prove certe, è solo un’opinione campata in aria. Andiamo ad analizzare le evidenze oggettive:

  • In zona si pratica nudismo da quasi trent’anni e nessuno prima se n’era mai lamentato.
  • Negli anni dal 2000 al 2005 mi è capitato spesso vedere arrivare in spiaggia persone e anche famiglie tessili e nessuno ha mai mostrato segni di indignazione, ma tutti si fermavano tranquillamente e altrettanto tranquillamente passavano in zona la loro giornata di libertà e relax;
  • La stragrande maggioranza dei turisti che frequentano il Garda sono tedeschi e olandesi, due popoli per i quali il nudo non è per nulla imbarazzante, anzi il non imbarazzo per il nudo, anche pubblico, è quasi una religione
  • I sondaggi fatti dimostrano che l’80% degli Italiani non ha nulla contro il nudismo e buona parte di questi sono anche disposti a convivere pacificamente con chi pratica il nudismo, a condividere le stesse identiche aree
  • Le seppur poche spiagge nudiste presenti in Italia dimostrano chiaramente che i tessili non disdegnano di passarci davanti o dentro, foss’anche solo per lustrarsi gli occhi (sic!); alcuni commentano, ma nessuno si permette di denunciare alcunché
  • Nei racconti di tessili che vanno all’estero per le ferie si sente spesso nominare le spiagge nudiste e quasi mai con disgusto , anzi spesso con apprezzamento, tant’è che non si sente mai nessuno che non voglia più tornare in quel posto solo perché ci sono spiagge nudiste.

Allora, direi che le evidenze oggettive dimostrano ampiamente che ammettere i nudisti non è lasciare fuori gli altri, mentre non ammetterli è soddisfare un 10/15% di persone (da vedersi poi se frequentino comunque le spiagge e la zona) per perderne quantomeno altrettante (considerando il turismo estero); aprire al nudismo, poi, potrebbe motivare ancora di più quell’enorme schiera di turisti tedeschi e olandesi che già frequentano il posto e invitarne altri … altro che chiudere a tutti gli altri.

  

Sulla Rocca negli ultimi anni, accanto a condotte di per sé tollerabili ed esercitate nei limiti della pratica del naturismo, si sono infatti verificati troppi casi di atti osceni che offendono la dignita’ e la morale, tenuto conto soprattutto che la zona è frequentata anche da famiglie con bambini. Pertanto come Amministrazione ci siamo attivati e continueremo con tutte le forze a nostra disposizione affinché questo problema sia risolto in via definitiva.

Embè, che forse questo è un problema legato indissolubilmente al nudismo? No, e lo si può ribadire con fermezza, no, la presenza di attività oscene non è in nessun modo legata alla pratica del nudismo, come facilmente dimostrabile dal fatto che le stesse cose si trovano in tanti altri posti non frequentati da nudisti, che gli esibizionisti, i guardoni, gli atti osceni in luogo pubblico esistevano ben prima che nascesse il movimento nudista, che sussitono in zona anche dopo cinque anni dai primi fermi a seguito dei quali dal posto sono sparite tutte le coppie nudiste, ma anche tutti o quasi tutti i nudisti (purtroppo alcuni si sono, per diverse e comprensibili ragioni, asserviti al sistema e continuano a frequentare da tessili). E’ un problema sociale dovuto alla scarsa educazione sessuale, ai tabù del corpo primo fra tutti quello del nudo, la vera ed unica soluzione al problema è l’abolizione di tali tabù, ovvero la diffusione a tabula rasa della pratica nudista … altro che proibire il nudismo!

 

Ribadiamo che la nostra posizione non è polemica e intollerante nei confronti di chi pratica civilmente e liberamente l’attività naturista, ma è dettata da necessità contingenti e da problemi che non possono essere risolti in altro modo, se non con la fermezza e attraverso un divieto generalizzato della pratica del naturismo.

Boh, proprio non vedo perché non possano esserci altri modi di affrontare il problema, si afferma una cosa e subito la si smentisce, bella coerenza! Se una cosa si tollera, la si tollera, mica la si proibisce!

A questo punto, se logica è logica, mi aspetto che l’Amministrazione di Manerba presto emetta delle Ordinanze che vietano l’equitazione, il tenere dei cani, il portare i bambini in spiaggia, l’apertura di banche e gioiellerie. Anche queste, e sono solo alcuni esempi, sono tutte attività che creano problemi:

  • L’equitazione produce odore e, soprattutto, tanta cacca sulle strade, sui sentieri e sulle spiagge
  • I cani più o meno come sopra, in più il pericolo di aggressioni
  • I bambini (ma non solo loro) vogliono giocare e questo reca disturbo agli adulti che prendono il sole
  • Banche e gioiellerie stimolano l’attività dei ladri, che oggi spesso operano a mano armata e quindi, oltre al furto, possono risultare assai pericolosi per la cittadinanza che casualmente venga a trovarsi nei paraggi.

Strano che, invece, tutte queste situazioni risultino altrimenti gestibili: si vieta il passaggio dei cavalli su alcune spiagge, si impone ai padroni di cani e cavalli di portarsi appresso il necessario per fare pulizia, s’impone guinzaglio e museruola ai cani, s’impone ai genitori dei bambini di tenere a freno le loro voglie di gioco (poveracci), banche e gioiellerie vengono difese con sistemi antifurto e guardie. Boh, tutto questo mi suona come due pesi e due misure.

 

La pratica del naturismo mette in difficolta’ l’Amministrazione: essa ha un progetto ben preciso di “Parco della Rocca” che non ha nulla a vedere con un “Parco per nudisti.

Ecco le vere ragioni, altro che storie, tutto il resto sono solo scuse, scuse belle e buone, il problema è che NON SI VUOLE gestire la questione, NON SI VUOLE aprire al nudismo, NON SI VOGLIONO apportare variazioni a dei non meglio precisati progetti … altro che il nudismo è problematico!

Si continua a ribadire l’assenza di pregiudizio, si afferma anche la liceità della pratica nudista ma … non a Manerba. Come al solito tutto è buono, tutto è bello, ma a casa d’altri! Come al solito si evince l’atteggiamento “da politico” un colpo alla botte e uno al cerchio, diamo un contentino anche a loro. Il contentino non può bastarci, specie perché trattasi di sole parole.

Se veramente non ci fosse pregiudizio si proporrebbe un’alternativa, si cercherebbe di dialogare con chi (io e non solo io) già più volte ha cercato un contatto in tal senso con l’Amministrazione di Manerba, si vedrebbe come arrivare a creare una zona aperta al nudismo … altro che belle parole!

L’analisi

Negli anni tra il 1970 e il 1978 frequentavo moltissimo questa località, vi andavo quasi tutte le domeniche da maggio a ottobre, talvolta vi soggiornavo anche per due o tre giorni, dormendo in loco e in occasione del diploma, con alcuni compagni di scuola, ci passai un’intera settimana. Posso  quindi affermare con assoluta certezza che ai tempi la zona era frequentata pochissimo, infatti il 90% delle volte ero solo o quasi solo e nell’altro 10% le persone presenti in zona erano assai poche, una decina o due.

Ai tempi per arrivarci si doveva percorrere una stretta e sconquassata stradina sterrata, al termine della quale si trovavano pochi piccoli spazi per parcheggiare.

Non ricordo esattamente in che anno, di sicuro non prima del ’76, l’uliveto al termine della stradina venne adibito a parcheggio e questo, anche se la strada di accesso non è che fosse migliorata tanto, fece si che la frequentazione del posto aumentasse lievemente, ma i più si fermavano nei prati attorno al parcheggio, pochi si spingevano giù al lago: i 10 minuti di sentiero, in parte molto ripido, facevano pur sempre da filtro e limitavano l’accesso alla zona.

Dal 1980 al 2000 sono mancato totalmente dalla zona, ma, sulla base di voci sulla “Spiaggia dei nudisti” prima, che poi divennero voci sulla “Spiaggia dei Culi”,che circolavano anche in quel di Brescia negli anni 90 (a testimonianza di come fosse impossibile non sapere), di discorsi fatti recentemente con amici (sia tessili che nudisti) e di una piccola recente indagine, posso affermare con assoluta certezza che in quel periodo si è sviluppata ed evoluta la frequentazione della zona, principalmente, per non dire quasi esclusivamente, da parte dei nudisti, gli unici che, per loro natura (e, purtroppo, per esigenza materiale), apprezzino posti di difficile o comunque non banale accesso.

Non so dire quanto sia avvenuto e non ho trovato informazioni al riguardo, ma ad un certo punto la stradina d’accesso venne chiusa al traffico e il parcheggio spostato in zona perimetrale, raggiungibile per strada asfaltata e servito da un bar. Questo in teoria avrebbe dovuto aiutare lo sviluppo della frequentazione generale e generica del sito. Resta il fatto che se prima alla spiaggia ci si arrivava in 10 minuti, ora i minuti sono diventati 20, pochi i tessili che si cimenteranno in tale “sgobbata” (c’è da considerare che in loco non esiste nessun servizio, bisogna portarsi appresso tutto, dalle stuoie agli ombrelloni, dai viveri alle bevande).

Quando, sul finire degli anni ’90, ritorno a frequentare la Rocca ho la diretta conferma che si è trasformata in spiaggia nudista: di persone in costume ce ne sono veramente poche, e queste condividono gli stessi spazi senza problemi di nessun genere.

Negli anni successivi la mia frequentazione del posto torna a farsi più intensa (anche se non ai vecchi livelli) e, sebbene non subito, mi adeguo alla situazione liberandomi totalmente e definitivamente dalle vesti che da anni mi tormentano il corpo e lo spirito.

Inizialmente coppie e famiglie ci sono, anche se non tantissime, ma pian piano tendono stranamente a svanire e la stragrande maggioranza dei presenti sono singoli e quasi tutti uomini.  In seguito mi accorgo che si vedono facce strane girare in continuazione avanti e indietro per la spiaggia o per i sentieri che la costeggiano. Una volta ok, due pure, ma tre, quattro, cinque, cento, la faccenda diventa assai strana. In particolare si nota che ogni tanto arriva una persona che fa un gesto e immediatamente si forma un gruppetto di uomini che se ne vanno via con lui.

Altro particolare che mi colpisce: mentre la maggior parte delle coppie e delle famiglie arriva la mattina e se ne va nel primo pomeriggio, quando il sole scompare dietro l’altopiano, ci sono un non elevato ma comunque discreto numero di coppie che arrivano in zona nel tardo pomeriggio, le incontri che scendono verso la spiaggia mentre tu da quella risali per andartene a casa.

Al momento notavo queste cose ma, innocentemente, non le riuscivo ad abbinare a qualcosa di particolare, erano solo stranezze. Oggi, con le informazioni raccolte in seguito (sebbene non tutte verificate) e con il senno di poi, posso supporre che fossero squadre di guardoni e smanettatori che si erano organizzate con coppie compiacenti (ma stando ai giornali anche mercificatrici: si farebbero pagare per essere guardate mentre fanno sesso), vedette e segnalatori (costoro sanno dell’arrivo delle Forze dell’Ordina, molto prima che le stesse arrivino effettivamente in zona).

Tutto questo avveniva senza nessun segnale di disturbo da parte delle Autorità locali. Ad un certo punto qualcosa s’è svegliato e quello che fino a quel momento non dava fastidio, all’improvviso diventa un problema talmente grosso da indurre, nel luglio 2005, il Sindaco (diverso da quello attuale, ma alla fine le cose non sono cambiate) ad emanare una sua specifica Ordinanza (preciso che tale tipo di Ordinanza, l’Ordinanza del Sindaco, può essere emessa solo per situazioni particolarmente gravi e urgenti che non avendo preciso riscontro nelle correnti leggi non possono essere altrimenti gestite, cosa che appare dubbia per la questione in ballo alla Rocca). Purtroppo l’Ordinanza, forse (perché nella stessa assolutamente non si parla di esibizionisti e simili, ma solo ed esclusivamente di nudisti) mossa da considerazioni giuste (gli atti osceni), passa ad affermazioni totalmente errate accomunando, come troppo spesso accade, l’esibizionismo e l’autoerotismo alla semplice esibizione del corpo nudo, finendo con la proibizione del nudismo, e solo di quello, nessun divieto alle attività sessuali, solo il divieto di “esibire forme di nudismo” e l’obbligo di “indossare indumenti atti a coprire i genitali maschili e femminili”.

Nell’Ordinanza vi sono, per altro, anche alcuni errori formali che stranamente non sono mai stati contestati:

  1. “Premesso che la zona rocciosa collocata sotto il Sasso, comprensiva della spiaggia adiacente, nonostante la recente frequentazione da parte di nudisti e naturisti…”. Recente? Almeno vent’anni di frequentazione non mi sembra possano definirsi come “recente frequentazione”, specie in considerazione del fatto che la frequentazione massiva del sito è cosa di questi ultimi anni, mentre in precedenza i pochi che lo frequentavano erano quasi esclusivamente nudisti.
  2. “…deve restare fruibile da parte di ogni tipologia di soggetto…”. Embè, perché forse non lo è? Perché forse i nudisti non sono soggetti e non rientrano “in ogni tipologia di soggetto”? Come detto in non meno di vent’anni di presenza nudista nessuno che non fosse nudista s’è mai visto proibire l’accesso alla spiaggia, nessuno s’è mai lamentato apertamente della presenza dei nudisti.
  3. “Viste altresì le lagnanze di diversi cittadini e famiglie che sono involontariamente incappati in manifestazioni che offendono il comune senso del pudore..” A parte che i “diversi” cittadini deve essere ridimensionata alquanto vista le relativa frequentazione della zona, c’è comunque qui da rilevare che tutte le recenti sentenze sulla questione nudismo, compresa quella della Corte di Cassazione, hanno stabilito che la semplice esibizione del corpo nudo non è offesa al comune senso del pudore.

Quantomeno curiose, poi, le coincidenze dell’emissione di detta Ordinanza con alcuni eventi:

  • Si parla d’una proposta di legge per regolamentare il nudismo e in tale proposta sarebbe previsto che tutte le aree da tempo frequentate in modo abitudinario dai nudisti, debbano essere dai Comuni riconosciute come aree nudiste.
  • A seguito dell’istituzione nel novembre 2002 del Parco Naturale della Rocca e del Sasso, il Comune di Manerba ha ottenuto un sostanzioso finanziamento dalla Regione Lombardia in merito al progetto di sviluppo del Parco della Rocca
  • Manerba e il Parco della Rocca saranno, da li a pochi mesi, oggetto di un servizio televisivo a cura della trasmissione Linea Verde.

Non è che uno o tutti tali eventi abbiano in qualche modo forzato la mano per l’Ordinanza del Sindaco?

Per finire l’analisi, qual è stato l’effetto dell’Ordinanza? Ha ottenuto di “ripristinare lo stato di legalità”? Ha incrementato la presenza di tessili e in particolare di famiglie tessili?

Riferendomi agli ultimi nove anni, devo dire che l’attuale frequentazione non è poi fatta da molti volti nuovi, a parte coloro che sono spariti, ovvero i nudisti, per la maggior parte vedo sempre le stesse persone che c’erano prima dell’Ordinanza, solo che sono in costume anziché nudi. Di più, continuo a vedere e incontrare guardoni e ancora girano esibizionisti (che palesemente trovano più terreno d’azione tra i tessili che tra i nudisti) e smanettatori (che non hanno bisogno di mettersi nudi per agire), i quali, tra l’altro, si sono fatti ancora più insistenti e presuntuosi: ora infatti non è più possibile nemmeno guardarli di traverso perché ti inveiscono contro e ti minacciano di rappresaglie e violenze fisiche.

Questa estate sono andato spesso in zona e ho attentamente osservato chi girava per il parco, beh, in una ventina di visite ho contato, in totale, una cinquantina di persone. Si certo non sono andato tutti i giorni, ma sono andato nelle giornate e nel periodo di maggior presenza di turisti e visitatori; per giunta, guarda caso, ero in zona proprio il giorno della retata dei Carabinieri, indotta, sembrerebbe, dalla telefonata di una famiglia: boh, non metto in dubbio che la telefonata sia arrivata (sempre che non sia stata una forzatura giornalistica), però quella mattina sull’altopiano c’eravamo solo io, mia moglie e altre tre o quattro persone, ah, si, più una famiglia tedesca che però stava passeggiando sul sentiero più interno, dal quale la spiaggia non è assolutamente visibile, nemmeno con il telescopio.

L’ipotesi

Basandomi su una lunga serie di osservazioni analitiche e di alcune evidenze oggettive,  mi sono fatto un’opinione delle cose che, seppur non vendibile come certa, risulta comunque un’ipotesi tutt’altro che fantasiosa.

Le presunte famigliole che chiamano i vigili o i carabinieri in realtà non sono famigliole ma o nudisti disturbati da guardoni e smanettatori oppure, più facilmente (visto che i primi non si fingerebbero famigliola in gita al Parco), esponenti dell’organizzazione che gestisce l’utilizzo della Rocca come sede per esibizionismo e autoerotismo. I nudisti a costoro danno fastidio perché si lamentano della loro presenza, perché si rifiutano di farsi guardare, perché hanno e impongono regole comportamentali di rispetto e assenza delle attività sessuali pubbliche, meglio liberarsene.

Quello che interessa è liberarsi dai nudisti e le attività sessuali pubbliche sono solo una comoda scusa, infatti non viene mai presentata da sola e se non ci fosse stata quella non sarebbe cambiato nulla: si sarebbe inventato altro.

Certo che al nudismo si deve il merito di una impresa ciclopica: ha messo d’accordo le diverse fazioni politiche, destra e sinistra in una continuità di vedute e comportamenti che non s’è mai vista per nessun’altra cosa!

Informazioni su Emanuele Cinelli

Insegno per passione e per scelta, ho iniziato nello sport e poi l'ho fatto anche nel lavoro. Mi piace scrivere, sia in prosa che in versi, per questo ho creato i miei tre blog e collaboro da tempo con riviste elettroniche. Pratico molto lo sport, in particolare quelli che mi permettono di stare a contatto con la natura, seguendo i suoi insegnamenti ho imparato a lasciar respirare il mio corpo e il mio spirito.

Pubblicato il 26 febbraio 2012, in Atteggiamenti sociali, Motivazioni del nudismo, Società, Storia, VivAlpe 2016 con tag , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.

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