Camminare in montagna: lo zaino


Prosegue da… L’autopercezione.


Dopo aver visto come impostare la prima mezz’ora di cammino e aver fatto un veloce richiamo su alcuni aspetti alla stessa questione collegati, avrei voluto e dovuto parlare della respirazione, il secondo aspetto del camminare in ordine di importanza ai fini di un veloce miglioramento dei propri risultati, però… però la corretta respirazione può essere ostacolata da una scorretta postura, postura che, a sua volta, è fortemente influenzata dal portamento dello zaino ed ecco, quindi, un articolo che parla proprio di questo, allargandosi, per più o meno ovvie connessioni, al modo di allestire e scegliere uno zaino. Invero ne avevo già esaurientemente parlato (23 marzo 2013 – Come portare lo Zaino?) pertanto qui richiamo solo alcuni punti essenziali del discorso e aggiungo delle considerazioni che vanno a completarlo.

By Archivio Pietro Pensa via Wikimedia Commons

Coloro che hanno all’incirca la mia età potranno ricordare le gerle con cui i contadini di montagna trasportavano a valle il fieno raccolto o portavano a monte viveri e altro materiale necessario alla vita in malga, ricorderanno la loro particolare forma, molto stretta alla base e molto larga alla sommità, ricorderanno gli spallacci posizionati nella parte bassa della gerla (dalla metà in giù), ricorderanno l’importante peso del carico così trasportato e la relativa agevolezza del trasporto. Stranamente i produttori di zaini si sono inventati le più diverse e poco confortevoli conformazioni ma solo in pochi casi e solo in tempi abbastanza recenti hanno fatto riferimento alla forma di tali gerle: i capienti ma assolutamente distruttivi (per la schiena) zaini a palla, quelli altrettanto capienti a palla schiacciata (identici ai primi ma con il lato a schiena appiattito per migliorarne il confort durante il trasporto), quelli a pera di derivazione incomprensibile visto che non aumentavano la capienza ma peggioravano l’ergonomia del trasporto, finalmente arrivarono quelli cilindrici che ancora oggi dominano il mercato degli zaini. Purtroppo quest’ultima tipologia è più complessa da riempire dato che i grossi e ingombranti vestiari da montagna vi si cacciano dentro a fatica e ancor più a fatica si riesce a tirarli fuori dallo zaino pieno. Al primo problema (difficoltà di riempimento) solo zaini di ampia dimensione danno soluzione, ma tali zaini ad alta portata sono improponibili per la maggior parte degli escursionisti e delle escursioni, pertanto la soluzione può arrivare solo dai produttori di abbigliamento, argomento di cui parleremo più avanti in uno specifico articolo, diciamo solo che oggi qualcosa si vede, grazie anche alla diffusione delle gare di trail e corsa in montagna. Alla seconda questione (difficoltà di estrazione) molti produttori hanno cercato soluzione applicando allo zaino una cerniera (orizzontale o verticale) per un accesso rapido, purtroppo nessuno è riuscito a produrre un qualcosa di realmente efficiente: cerniere troppo corte che inibiscono l’accesso al fondo dello zaino, cerniere il cui cursore finisce sotto la patella imponendone comunque l’apertura, cerniere dure a scorrere o che si incastrano e che per questo tendono a rompersi facilmente. Alcuni modelli presentano la suddivisione dello zaino in due settori, uno sopra e uno sotto, ma anche qui si è ben lontani dalla soluzione ottimale, vuoi per le stesse ragioni di cui sopra (il settore inferiore è ovviamente raggiungibile solo attraverso una cerniera posta sullo zaino), vuoi per la comunque limitata dimensione del settore inferiore, quello dove, per le ragioni ben illustrate nell’articolo richiamato all’inizio, andrebbero collocati gli oggetti più leggeri, quali sono, per l’appunto, i vestiti, vuoi perché molti escursionisti non hanno ben presente il suddetto modo corretto di caricare uno zaino e, per ovviare alla scarsa capienza del settore inferiore, qui vi collocano cibi e altri oggetti pesanti, più piccoli dell’abbigliamento e più facili da distribuire all’interno dello zaino.

Con le premesse di cui sopra, possiamo comunque trovare zaini che si avvicinino alla soluzione ottimale, soprattutto se utilizziamo abbigliamento da trail, assai più sottile di quello tipico da montagna, ma tale loro prerogativa può essere completamente inficiata da un cattivo portamento dello zaino…

  • Spallacci regolati troppo lunghi con spostamento molto in basso del baricentro dello zaino e conseguente pressione dello zaino sui lombi che provoca un per nulla salubre incurvamento della schiena, dall’escursionista compensato con il forzato piegamento in avanti del busto che, però, determina cattiva ventilazione (il diaframma è compresso) e sforzo muscolare aggiuntivo (gli addominali devono lavorare per provocare e mantenere l’inclinazione in avanti del busto); potrà risultare scomodo quando si va a indossare o levare lo zaino (i produttori potrebbero ovviare alla questione pensando a un sistema di sgancio/aggancio rapido), ma gli spallacci vanno categoricamente regolati corti al fine di alzare il baricentro dello zaino sopra quello della persona determinando il salubre effetto di appoggio dello zaino sulle scapole, i muscoli addominali e dorsali ne risultano sollevati, il busto può restare eretto, il diaframma non è compresso, la respirazione ampia ed efficiente.
  • Tutti i produttori di zaini e tutti i venditori promuovono lo spostamento del carico dalle spalle alle anche senza rendersi conto che queste ultime non sono fatte per portare peso, che se caricate eccessivamente innanzitutto finiscono con l’abbassarsi e provocare una retroversione estremamente dannosa ai fini di una corretta postura, poi, col tempo, possono crearsi problemi articolari veri e propri. Certo i produttori di zaini hanno correttamente dotato gli stessi di larghe fasce per avvolgere le anche, ma queste devono più che altro servire a stabilizzare lo zaino, ai fini ergonomici il suo peso dev’essere comunque supportato dall’intera struttura scheletrica, dalle spalle ai piedi passando per colonna vertebrale, anche e ossa della gamba.

Indi, per concludere:

  • Scegliete uno zaino che abbia una forma tendente alla gerla (più largo in alto che in basso);
  • Scegliete uno zaino dotato di regolatori di carico (cinghie o cordini laterali che permettono di variarne il volume interno) al fine di mantenere il carico sempre distribuito in verticale;
  • Scegliete uno zaino con spallacci larghi e imbottiti, se poi sono leggermente elastici tanto meglio (per quanto ho potuto appurare, li trovate solo negli zaini da trail);
  • Nello zaino ponete sempre solo i materiali realmente necessari, la politica del “metto tutto così sono sicuro” può sembrare comoda ma vi renderà un tormento molte delle vostre uscite;
  • Ponete gli oggetti più pesanti nella parte alta dello zaino, sentirete l’appoggio del peso distribuirsi in verticale a partire dalle spalle e percepirete il gradevole rilassamento della schiena;
  • Stringete quanto più possibile gli spallacci, sentirete l’appoggio del peso distribuirsi in verticale a partire dalle spalle e percepirete il gradevole rilassamento della schiena;
  • Per facilitare la vestizione e la svestizione dello zaino reso problematico dagli spallacci regolati corti, abituatevi ad allargare il primo spallaccio ogni volta che togliete lo zaino, per poi tirarlo dopo averlo indossato (all’acquisto dello zaino provate più volte il sistema di regolazione degli spallacci: deve scorrere bene senza però allentarsi da solo);
  • Regolate la fascia in vita in modo che stringa leggermente sui fianchi senza comprimere l’addome.

    Continua in… La postura.


    Riepilogo globale della serie Camminare in montagna (con qualche infiltrazione dovuta alla natura stessa dei motori di ricerca)

Informazioni su Emanuele Cinelli

Insegno per passione e per scelta, ho iniziato nello sport e poi l'ho fatto anche nel lavoro. Mi piace scrivere, sia in prosa che in versi, per questo ho creato i miei tre blog e collaboro da tempo con riviste elettroniche. Pratico molto lo sport, in particolare quelli che mi permettono di stare a contatto con la natura, seguendo i suoi insegnamenti ho imparato a lasciar respirare il mio corpo e il mio spirito.

Pubblicato il 6 luglio 2017, in Tecnica sportiva con tag , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.

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